Notizie Notizie Italia Fondo Libia al secondo posto nell’azionariato Unicredit, exploit del titolo in Borsa

Fondo Libia al secondo posto nell’azionariato Unicredit, exploit del titolo in Borsa

17 Ottobre 2008 07:27

Banca centrale e fondi sovrani di Tripoli sono saliti a sorpresa al 4,23% del capitale di Unicredit, posizionandosi al secondo posto tra i maggiori azionisti dell’istituto. L’ascesa nel capitale è stata realizzata con un investimento da un miliardo di euro, utilizzato per aumentare la precedente partecipazione pari allo 0,87%. 


Estremamente positiva la risposta del mercato, dove il titolo Unicredit, dopo non essere riuscito a fare prezzo per 15 minuti, ha aperto in rialzo di oltre 11 punti percentuali. Il mercato apprezza il carattere amichevole dell’operazione. Gli stessi vertici di Unicredit hanno espresso soddisfazione per l’operazione. Un deal chiuso proprio da quei fondi libici che hanno già deciso di partecipare all’aumento di capitale della banca attraverso il bond convertibile sul quale si sono impegnati per un investimento di 500 milioni. Con una nota diffusa a mercati chiusi, Central Bank of Lybia, Lybian Investment Authority e Lybian Foreign Bank, hanno inoltre chiarito di essere “azionisti di lungo termine” e di vedere “nella banca solide opportunità industriali”.


I fondi libici sono stati soci storici della Capitalia fusasi in Unicredit, con una quota del 5%, ma ancora prima, negli anni ’70 (1977), il braccio finanziario libico era intervenuto a sostegno del gruppo Fiat fino a salire al 15% per uscirne nell’86. Oggi la Libia è presente nel capitale di altre società quotate come la Juventus (7,5%) ed Eni (quota minoritaria).


Nel capitale di Unicredit i fondi libici si posizionano alle spalle della sola Fondazione Cariverona (5,009) e davanti alla Fondazione Crt (3,8%). Appare tuttavia improbabile che i libici decidano di salire al di sopra del 5%, limite massimo per il voto in assemblea (il voto è espresso fino al 5% anche da parte di chi possiede quote superiori).


Restano tuttavia dubbi sulle modalità degli acquisti che hanno portato all’incremento della quota, specie perchè avvenuti in una fase in cui la Consob già monitorava gli scambi sul titolo in scia a una serie di anomalie. Da capire infine se nel corso degli acquisti siano stati rispettati tutti gli obblighi informativi connessi con il superamento delle soglie rilevanti.