Notizie Notizie Mondo Fed: tassi sempre ai minimi ma Quantitative Easing finito

Fed: tassi sempre ai minimi ma Quantitative Easing finito

29 Ottobre 2014 18:39
La riunione del Federal Open Market Committee ha deciso: con il mese di ottobre il terzo programma di allentamento monetario, noto con il nome di Quantitative Easing e abbreviato con l’acronimo QE3, è finito.
La Fed da novembre smetterà di comprare sul mercato titoli di Stato Usa e di titoli garantiti da mutui ipotecari. Il QE3, varato dalla Fed quando governatore era Ben Bernanke, inizialmente prevedeva che la Banca centrale Usa comprasse 85 miliardi di dollari di asset ogni mese. Con l’avvio del tapering il numero di acquisti negli ultimi mesi era progressivamente sceso. Nel mese di ottobre la Fed ha comprato 10 miliardi di titoli di Stato Usa e 5 miliardi di Mbs.

Va inoltre evidenziato come il termine del QE non equivale nell’immediato a una riduzione del totale degli attivi in portafoglio alla Banca centrale Usa: l’ammontare dei titoli che giungeranno a scadenza verranno infatti nuovamente investiti.

Nel comunicato che ha accompagnato la decisione sui tassi di interesse, confermati sempre al minimo storico dello 0-0,25%, la Federal Reserve targata Janet Yellen ha tuttavia voluto evidenziare come l’istituto centrale continuerà comunque ad adottare una politica monetaria altamente accomodante “per un periodo di tempo considerevole”.

Dopo la decisione della Fed, ora la parola passerà ai mercati. La notizia non rappresenta una novità per gli investitori, con le diverse banche d’affari e gli analisti che nelle ultime settimane avevano ormai dato per scontata la decisione.

Al momento i listini di Wall Street sembrano contenere le perdite mentre sul fronte valutario l’euro è stato colpito da molte vendite. Le quotazioni del cambio euro/dollaro si sono riportate sui minimi dello scorso 24 ottobre.

Ad evidenziare come la fine del QE possa rappresentare un elemento di destabilizzazione per i mercati è stato tuttavia Alan Greenspan, l’ex Governatore della Fed. In un intervento al Council of Foreign Relations di New York ha dichiarato che “la Federal Reserve non sarà in grado di uscire dalla sua politica monetaria accomodante senza creare turbolenze sui mercati finanziari”.

Greenspan, che nella primavera del 2007 fu tra i primi ad intimorire i mercati circa un possibile hard landing dell’economia Usa causando per qualche settimana turbolenza sui listini mondiali, non si è voluto tuttavia sbilanciare sui tempi di inizio della fase di stretta monetaria della Federal Reserve. Tempi che potrebbero essere più lunghi del previsto se si nota come la Fed abbia voluto evidenziare che ora come ora “l’inflazione rimane sotto il target del 2%”.