Notizie Notizie Italia Carige: il suo Cavaliere bianco sarà Fondo interbancario tutela depositi

Carige: il suo Cavaliere bianco sarà Fondo interbancario tutela depositi

13 Novembre 2018 08:55

Il cavaliere bianco di Banca Carige sarà il Fondo interbancario di tutela dei depositi. I rumor sono stati confermati nel tardo pomeriggio di ieri, con la conference call con cui i vertici dell’istituto hanno presentato i conti dei primi nove mesi dell’anno e la nuova road map, concepita per andare incontro ai vari pressing della Bce.

Obiettivo: una “incisiva attività di risanamento”, a cui farà seguito in futuro, magari, una operazione di fusione. A tal proposito, l’AD Fabio Innocenzi ha detto che Carige ha dato il “mandato a una banca di investimento per la ricerca di un partner per una possibile aggregazione”, sottolineando che “la Bce ci ha detto che in caso di progressi nel processo di M&A avremmo avuto flessibilità nei prossimi mesi”.

“Di fatto – ha continuato l’amministratore delegato – con l’operazione di rafforzamento del capitale non abbiamo bisogno di questa flessibilità. Ma, in questo contesto di mercato, andare a fare una attenta ricerca di un partner finanziario è un elemento per accelerare l’uscita da una situazione di incertezza, che è stata troppo lunga, e per tornare al percorso di vita di una banca normale”.

Prima, dunque, il rafforzamento patrimoniale – del valore complessivo di 400 milioni di euro – che avverrà attraverso l’assist del sistema bancario italiano, ovvero attraverso il Fondo interbancario Fitd, che è un consorzio di diritto privato tra banche, avente lo scopo di garantire i depositanti delle banche consorziate. E che, nel caso specifico, per aiutare Carige, sottoscriverà un prestito subordinato per un valore non superiore ai 320 milioni di euro.

L’operazion sarà articolata in questo modo. Ci saranno “due operazioni tra loro collegate: emissione di obbligazioni subordinate Tier 2 con meccanismi di conversione per un ammontare compreso tra 320 milioni e 400 milioni; aumento di capitale in opzione da 400 milioni (con assorbimento del prestito subordinato)”.

Nel pomeriggio di ieri, il Fitd stesso ha diramato un comunicato, confermando i rumor su un suo coinvolgimento, e affermando che il suo consiglio gestionale ha deliberato di proporre all’assemblea delle banche aderenti l’intervento a favore di Banca Carige attraverso la sottoscrizione di obbligazioni subordinate per un ammontare non superiore a 320 milioni di euro.

“L’emissione delle obbligazioni – si legge nella nota del Fondo Interbancario – si inserisce nel contesto di un’operazione di rafforzamento patrimoniale di Carige, finalizzata a ristabilire i coefficienti patrimoniali della stessa, nell’ambito di un piano più ampio di risanamento e di rilancio del gruppo bancario”.

L’assemblea delle banche aderenti allo schema volontario è stata convocata per il 30 novembre 2018.

Il fondo potrebbe diventare anche azionista di Carige. Lo ha detto lo stesso numero uno della banca, l’AD Fabio Innocenzi, nel corso della conferenza stampa convocata per presentare i risultati dell’ultimo trimestre e illustrare le misure che saranno adottate per il rafforzamento patrimoniale dell’istituto.

“Esiste la possibilità che il Fondo interbancario di tutela dei depositi diventi azionista di Carige se ci fosse il disimpegno di qualche azionista e non ci fosse il subentro di un altro soggetto. Staremo a vedere. Abbiamo la speranza che i tre maggiori azionisti e anche altri sottoscrivano l’aumento già da oggi”.

Dopo la pausa di ieri – con il titolo che è stato sospeso dalle contrattazioni di Borsa, come richiesto dall’istituto alla Consob, per evitare movimenti speculativi – Carige si ripresenta così oggi sul mercato con una nuova road map.

Un commento sul caso Carige è arrivato anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato di “piena soddisfazione del Governo per la decisione del Consiglio di Gestione dello Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi di sostenere l’operazione di rafforzamento patrimoniale deliberata in data odierna dal consiglio di amministrazione di Carige”.

La banca ha reso noto il risultato di bilancio, che ha messo in evidenza un risultato netto di pertinenza della capogruppo negativo per 188,9 milioni, in miglioramento rispetto alla perdita di 210,4 milioni nello stesso periodo del 2017.

Il risultato netto, ha spiegato Carige in una nota, “è stato condizionato dal costo del rischio, che sconta il recepimento nel terzo trimestre della verifica effettuata sul portafoglio creditizio e la cessione, nonchè il saldo e stralcio di posizioni deteriorate, che hanno determinato la contabilizzazione di 256,5 milioni tra perdite e rettifiche di valore su crediti, precludendo di fatto la possibilità di raggiungere il target di utile netto fissato dal piano 2017-2020 per l’esercizio in corso”.

“In un contesto di mercato particolarmente volatile per il sistema finanziario italiano in conseguenza dell’aumentata percezione del rischio Italia – si legge ancora nel comunicato –  il margine operativo lordo della gestione si è mantenuto positivo grazie all’andamento in crescita dei proventi operativi netti core rispetto al trimestre precedente e agli effetti della rigida politica di controllo sugli oneri di gestione, sia in termini di spese per il personale sia delle altre spese amministrative core”.

Il 9 novembre la banca “ha firmato il closing per la cessione di un portafoglio di Utp pari a 366 milioni di gross book value, mentre è in corso di esecuzione la cartolarizzazione assistita da garanzia statale (Gacs) su posizioni in sofferenza fino a un miliardo di Gbv”.

Il cda dell’istituto di credito ha approvato anche una “profonda revisione del portafoglio crediti con la contabilizzazione di rettifiche su crediti per 219,2 milioni, con un innalzamento del coverage medio sui deteriorati al 51,6% (53,7% inclusi i write-off). Di conseguenza il risultato netto dei primi nove mesi dell’anno è negativo per 188,9 milioni”.