Manovra, nodo è la crescita. La conferma da Istat, Corte Conti e Ocse. E Bce parla di rischio Italia: ‘finora effetto contagio limitato’
Il nodo è la crescita: su questo ormai non c’è più alcun dubbio. Probabilmente, se lo scenario economico fosse migliore, se l’outlook fosse quello di un rafforzamento dell’economia, la manovra firmata dal governo M5S-Lega non farebbe così scalpore. E invece i dubbi sono tutti su quelle stime sulla crescita del Pil italiano che vengono considerate troppo ottimistiche. Lo ha detto l’Ue, lo aveva detto Bankitalia, lo aveva detto l’Ufficio parlamentare di bilancio, e lo hanno ripetuto in queste ore anche l’Istat e la Corte dei Conti, nel corso di un’audizione sulla manovra alla Camera.
Sulla possibilità che il Pil italiano cresca, il prossimo anno, al ritmo dell’1,5% – come previsto dal governo M5S-Lega – la Corte dei Conti ha affermato che un tale target di crescita richiederebbe una ripartenza “particolarmente vivace e una ripresa duratura” dopo la stagnazione che ha caratterizzato il terzo trimestre.
E il punto è che, “al di là delle quantificazioni degli effetti della manovra, tema cruciale è in questa fase l’entità del deterioramento in atto delle tendenze economiche di fondo e quindi dei possibili risvolti sul quadro di finanza pubblica a legislazione vigente”.
Di fatto l’indebolimento della crescita – e non solo dell’Italia – è stato per l’ennesima volta certificato dai numeri snocciolati da altre istituzioni. Stavolta è toccato all’Ocse dare la brutta notizia, attraverso la pubblicazione del suo superindice, il Composite leading indicators (CLIS): il dato, che si riferisce alle condizioni di salute di tutti i paesi dell’Ocse, ha sofferto a settembre una flessione dello 0,13% su base mensile, scendendo inoltre dello 0,82% su base annua.
Nel caso specifico dell’Italia, il superindice ha fatto -0,08% su base mensile e -0,75% su base annua.
Il tema rischio Italia è tornato protagonista oggi anche con le dichiarazioni del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Riferendosi all’effetto contagio il funzionario dell’Eurotower ha affermato che “finora è stato limitato”, aggiungendo però che “rimane una possibilità”.
D’altronde, “l’Italia è il caso più importante al momento (per quanto concerne la questione dei conti pubblici), visto il livello del debito e delle tensioni politiche sui piani di bilancio del governo”; ed è indubbio che le forti reazioni del mercato agli eventi politici abbiano “provocato nuove preoccupazioni sul legame che esiste tra le banche e il debito sovrano in alcune parti d’Europa”. E’ questo, ha continuato il funzionario della Bce, “alla base della richiesta di disciplina fiscale e del rispetto delle regole”. (richiesta arrivata da Mario Draghi proprio qualche giorno fa).
Crescita Italia: dubbi di Istat e Corte dei Conti
Il nodo della crescita, per l’Italia, è stato messo in evidenza anche dall’Istat,
per l’appunto, attraverso le parole del presidente facente funzioni dell’istituto, Maurizio Franzini, nel corso dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Franzini ha detto che, al fine di centrare gli obiettivi di crescita del governo per il 2018 (+1,2%), sarebbe necessaria una variazione congiunturale del Pil pari al +0,4% nel quarto trimestre dell’anno in corso” e ha evidenziato i rischi sulla crescita e sui conti pubblici dell’Italia nel momento in cui ha detto che “un mutato scenario economico potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica, in modo marginale per il 2018, ma in misura più tangibile per gli anni successivi”.
“L’indicatore anticipatore registra un’ulteriore flessione e, dunque, prelude alla persistenza di una fase di debolezza del ciclo economico”, ha spiegato ancora Franzini.
Angelo Buscema, presidente della Corte dei Conti, ha affrontato inoltre la questione delle coperture delle misure promosse con la manovra, sottolineando la necessità di una “più incisiva azione sul fronte della razionalizzazione della spesa nelle sue componenti meno funzionali al sostegno alla crescita”.
I risparmi previsti nella manovra, ha fatto notare, “puntano soprattutto su rimodulazioni e riprogrammazioni o riduzioni di stanziamenti di fondi ancora da ripartire, ripetendo su questo fronte scelte del passato, volte a rinviare l’adozione di una effettiva individuazione delle aree meno funzionali ai compiti propri dell’amministrazione pubblica – ha precisato la Corte dei Conti, auspicando piuttosto una “preventiva individuazione di aree di inefficienza o di inefficacia sulle quali intervenire con tagli mirati”.
Le audizioni sono state indette alla vigilia di quella che si confermerà una delle date più importanti del calendario politico italiano di quest’anno. Entro domani, martedì 13 novembre, il governo M5S-Lega risponderà alla lettera con cui Bruxelles ha bocciato la legge di bilancio. L’impressione, in base a quanto ripetuto dagli stessi esponenti dell’esecutivo, è che non ci sarà nessun dietrofront di Tria & Co sulle misure promesse. E che, dunque, quasi sicuramente a partire dal prossimo 21 novembre l’Italia sarà a rischio di procedura di infrazione per deficit eccessivo.