Notizie Notizie Italia Appello Di Maio a Salvini fomenta paura elezioni anticipate. Spread BTP-Bund oltre 120

Appello Di Maio a Salvini fomenta paura elezioni anticipate. Spread BTP-Bund oltre 120

30 Aprile 2018 14:30

La prospettiva delle elezioni anticipate mette sotto pressione i bond italiani. Le vendite portano lo spread BTP-Bund al record in quasi due settimane: incide l’appello che il leader del M5S Luigi Di Maio ha lanciato a Matteo Salvini, per ritornare alle urne a giugno. Immediata la reazione dei mercati, con i tassi sui BTP decennali che sono saliti fino all’1,80%.

I bond italiani riportano oggi un trend peggiore rispetto a quello di altri titoli dell’Eurozona: lo spread sale, per l’appunto, fino a 123 punti base, fin oltre +5%.

Così ha commentato a Reuters Daniel Lenz, strategist della divisione dei tassi per DZ Bank:

“Elezioni anticipate significherebbero maggiore incertezza, e dobbiamo ricordarci che finora il mercato è rimasto calmo”. C’è “l’effetto sorpresa, e questo potrebbe spiegare il motivo per cui i BTP stanno facendo peggio, nella sessione odierna”.

In un video su Facebook, Di Maio ha addossato all’ex premier Matteo Renzi le ragioni del fallimento delle trattative tra il M5S e il Pd per formare un governo.

“Il Pd è il partito che preso una clamorosa batosta alle elezioni precipitando al suo minimo storico sotto il 19 per cento e sembrava avesse iniziato a capirlo, mettendo da parte Renzi e relegandolo a senatore semplice, come lui stesso si era definito, ma ieri sera lo abbiamo visto addirittura riproporre una riforma costituzionale dopo che gli italiani gliene hanno già bocciata una un anno fa”, ha detto Di Maio:

Dopo il 4 marzo, dopo la mazzata presa, sembrava iniziasse a capire i suoi errori, ma ieri è andato da Fazio e invece che chiedere umilmente scusa per i danni fatti dal suo governo ha attaccato me e il M5s, chiudendo a qualsiai ipotesi di un contratto”.

“Il contratto con il Pd era l’ultima cosa che volevamo fare, ma questa legge scritta da loro ci imponeva di trovare una soluzione per gli italiani e avevamo deciso di seguire un metodo: le cose buone contenute nei programmi elettorali. Sapevamo che il Pd scrive delle cose e poi ne fa altre: l’abolizione dell’articolo 18, la scuola, la riforma costituzionale, il salvataggio di Banca Etruria non erano nel programma ma lo hanno fatto, perciò volevo vincolare il Pd a un programma facendogli firmare un contratto davanti a tutti gli italiani”.

Intervistato da Fazio, Renzi si era così espresso:

“Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Non possiamo far passare il messaggio che il 4 marzo sia stato uno scherzo. Il Pd ha perso: tocca a Salvini e Di Maio a governare. Non possiamo rientrare dalla finestra come un gioco di palazzo” o con decisioni “dei caminetti romani”.

“Incontrarsi con Di Maio sì, votare la fiducia a un governo Di Maio no. Anche per rispetto per chi ci guarda da casa, la gente sennò poi non crede più alla democrazia”.

Detto questo, aveva continuato l’ex segretario del Pd: “incontrarsi è un bene, sempre. Si parlano le Coree, si possono parlare Cinque stelle e Pd, Cinque stelle e Lega. Penso che incontrarsi con Di Maio sia un fatto normale, naturale, come con altri leader. Secondo me andrebbe fatto in streaming l’incontro. Così vediamo se hanno cambiato idea su vaccini tav reddito di cittadinanza. Però le elezioni le hanno vinte loro”.  In ogni caso, “su 52 senatori Pd, almeno 48 devono votare a favore. Io di disponibili alla fiducia a Di Maio non ne conosco uno”.