Piazza Affari, le performance di indici e settori: la fotografia di marzo
Per rappresentare l’andamento del mercato azionario italiano sono stati creati diversi indici di borsa. Ognuno di essi include un paniere di società quotate a Piazza Affari, selezionato sulla base di alcuni parametri, tra cui la dimensione, l’appartenenza ad un determinato settore industriale o il rispetto di specifici requisiti di governance, trasparenza e liquidità. Di seguito vengono esaminati i principali indici azionari di Borsa Italiana, con particolare riferimento alla loro composizione e alle recenti performance di mercato.
I principali mercati di Piazza Affari
Prima di passare in rassegna gli indici più importanti di Piazza Affari vale la pena presentare i mercati azionari e segmenti più noti di Borsa Italiana.
Euronext Milan è il mercato regolamentato allineato alle best practice internazionali, include le imprese di media e grande capitalizzazione e rappresenta una porta di accesso per gli investitori di tutto il mondo.
Euronext STAR Milan è il Segmento Titoli Alti Requisiti, una sezione del mercato Euronext Milan dedicato alle piccole e medie imprese che aderiscono a stringenti requisiti di governance, trasparenza e liquidità, particolarmente apprezzati da chi investe.
Euronext Growth Milan, invece, è il mercato dedicato alle PMI, che permette a società di piccole dimensioni di affacciarsi in borsa con un approccio regolamentare equilibrato. All’interno di Euronext Growth Milan è stato creato il Segmento Professionale, riservato a società (Pmi, startup o scale-up) che vogliono accedere gradualmente ai mercati e ad investitori professionali.
Gli indici di Borsa Italiana
Passiamo ora a esaminare i principali indici di Borsa Italiana, a partire dal FTSE Italia All-Share, l’indice complessivo che comprende tutte le azioni quotate su Euronext Milan.
Il FTSE MIB è l’indice di riferimento del mercato italiano e comprende le prime 40 azioni per capitalizzazione e liquidità di Euronext Milan. Si tratta di un indice di prezzo (calcolato senza tenere conto dei dividendi pagati dalle società) e ponderato sulla base della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante. All’interno dell’indice, nessuna azione può avere un peso superiore al 15% del paniere.
Il FTSE Italia Mid Cap include le prime 60 azioni per capitalizzazione di mercato non incluse nel FTSE MIB.
Il FTSE Italia Small Cap racchiude tutte le società non incluse nel FTSE MIB e nel FTSE Italia Mid Cap, selezionate dopo l’applicazione di filtri sul flottante e la liquidità.
Il FTSE Italia STAR è l’indice che traccia l’andamento del Segmento STAR. Da notare che una società appartenente al FTSE Italia STAR fa parte anche di uno dei tre indici precedenti (FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap o FTSE Italia Small Cap).
Infine, il FTSE Italia Growth è il benchmark del mercato Euronext Growth Milan.
Le performance degli indici azionari italiani
Di seguito, vengono riportate le performance dei principali indici su un orizzonte temporale di 1 mese, 6 mesi, 1 anno e 2 anni. Il Ftse Mib, in particolare, si è riportato sui livelli del 2008 grazie a un rialzo di oltre il 22,6% negli ultimi 12 mesi e del 45% in due anni.
Andamento positivo anche per le Mid Cap, che hanno realizzato un guadagno del 12,5% nell’ultimo semestre, mentre le Small Cap e il Ftse Italia Growth mostrano performance molto più contenute o persino negative su alcuni orizzonti temporali.
Indici di Piazza Affari | Ultimo prezzo | Variazione 1 mese | Variazione 6 mesi | Variazione 1 anno | Variazione 2 anni |
FTSE Italia All-Share | 35.561,30 | 5,8% | 16,4% | 20,6% | 41,1% |
FTSE MIB | 33.434,28 | 6,3% | 17,0% | 22,6% | 45,1% |
FTSE Italia Mid Cap | 46.335,28 | 1,7% | 12,5% | 5,9% | 12,5% |
FTSE Italia Small Cap | 27.377,36 | -0,5% | 3,2% | -9,3% | -2,7% |
FTSE Italia STAR | 46.096,77 | -1,5% | 5,6% | -6,0% | -10,7% |
FTSE Italia Growth | 8.069,26 | -0,7% | -7,8% | -14,5% | -18,6% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 12 marzo
Settori ciclici e anticiclici
Un altro criterio di classificazione delle società è legato al settore di attività economica, che può essere ad esempio la finanza, l’energia, la tecnologia o i servizi pubblici. I diversi settori vengono generalmente ripartiti in due principali categorie: ciclici e anticiclici.
La prima racchiude quei comparti molto correlati con il ciclo economico e che quindi tendono a performare bene in fasi di espansione, mentre fanno tendenzialmente più fatica quando l’economia è in recessione o cresce ad un ritmo debole. Alcuni esempi di settori ciclici sono l’automotive, la finanza, la tecnologia, i servizi industriali, l’edilizia, viaggi e tempo libero.
Viceversa, i settori anticiclici sono quelli il cui andamento è più indipendente dal ciclo, poiché la domanda tende a non diminuire nemmeno in fasi di contrazione o rallentamento dell’economia. Tra questi si possono citare le utility, gli alimentari, i beni di consumo, il farmaceutico, le telecomunicazioni.
Alla luce di queste caratteristiche, i titoli ciclici sono generalmente più interessanti per gli investitori nelle fasi espansive dell’economia, mentre gli anticiclici, o difensivi, sono privilegiati nei periodi di incertezza.
La distinzione tra ciclici e anticiclici è dunque importante in ottica di diversificazione del portafoglio. In ogni caso, non bisogna prendere in modo troppo schematico questa distinzione, ricordando che ci possono essere altri elementi specifici in grado di condizionare l’andamento dei titoli e dei settori.
L’andamento in borsa degli indici settoriali di Piazza Affari
Come si può vedere dalla tabella, nell’ultimo mese i settori che hanno evidenziato i maggiori guadagni sono Materie Prime (+14,5%), Beni Voluttuari (+8%) e Finanza (+7,4%), mentre in coda troviamo Immobiliare (-20,4%), Telecomunicazioni (-11,3%, in scia al tracollo di Telecom Italia) e Beni di Prima Necessità (-3,7%).
Per una maggiore comprensione, si precisa che le Materie Prime includono Edilizia e Chimica, i Beni Voluttuari racchiudono Automotive, Retail, Media, Prodotti e Servizi di Consumo e Viaggi e Tempo Libero, mentre Finanza comprende Banche, Assicurazioni e Servizi Finanziari.
I comparti migliori e peggiori dell’ultimo mese confermano sostanzialmente l’andamento dell’ultimo anno. Nel complesso, il settore finanziario è quello che ha performato meglio nell’ultimo biennio, beneficiando maggiormente dello scenario di tassi elevati, che invece ha penalizzato in particolar modo il comparto immobiliare.
Indici settoriali | Ultimo prezzo | Variazione 1 mese | Variazione 6 mesi | Variazione 1 anno | Variazione 2 anni |
FTSE Italia Materie Prime | 32.795,74 | 14,5% | 9,4% | 19,3% | 58,0% |
FTSE Italia Beni Voluttuari | 37.939,45 | 8,0% | 32,2% | 38,0% | 76,8% |
FTSE Italia Finanza | 20.180,39 | 7,4% | 27,3% | 32,6% | 75,7% |
FTSE Italia Industria | 45.032,62 | 6,8% | 10,8% | 4,7% | 22,8% |
FTSE Italia Energia | 18.007,38 | 5,3% | 0,2% | 8,7% | 11,8% |
FTSE Italia Assistenza Sanitaria | 247.758,56 | 5,1% | 11,8% | 11,2% | -1,8% |
FTSE Italia Servizi Pubblici | 35.167,31 | 3,6% | -0,4% | 13,7% | 5,1% |
FTSE Italia Tecnologia | 159.694,31 | -0,3% | 7,8% | -4,9% | 16,6% |
FTSE Italia Beni di Prima Necessità | 162.721,25 | -3,7% | -14,2% | -6,5% | -0,2% |
FTSE Italia Telecomunicazioni | 8.119,76 | -11,3% | -19,7% | -19,0% | -7,7% |
FTSE Italia Immobiliare | 4.980,51 | -20,4% | -31,5% | -46,2% | -54,2% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 12 marzo