Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (27/06/24)
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I dividendi rappresentano per gli investitori una fonte di rendimento stabile e sicura, poiché garantiscono flussi in entrata anche in fasi di mercato volatili e incerte. Pertanto, i titoli in grado di pagare cedole elevate sono particolarmente appetibili per chi investe nel mercato azionario. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.
L’importanza del dividendo nell’attuale contesto macro
Alcune banche centrali hanno cominciato a tagliare il costo del denaro e altre prevedono di farlo entro la fine dell’anno. Tra le prime rientra la Bce, che nella riunione del 6 giugno ha abbassato i tassi di 25 punti base. Alcuni funzionari ipotizzano altre due riduzioni nel 2024, ma per la prossima mossa bisognerà probabilmente attendere almeno fino a settembre. In ogni caso, Lagarde e i colleghi del Consiglio direttivo prenderanno le decisioni di volta in volta sulla base dei dati in uscita, in particolare quelli su inflazione, salari, servizi e crescita.
Anche la Banca Nazionale Svizzera ha già iniziato a tagliare, sorprendendo i mercati con un nuovo intervento sui tassi nella riunione della scorsa settimana, mentre la Bank of England ha lasciato i costi di finanziamento invariati e non dovrebbe diminuirli prima di agosto.
Più incerta la situazione di altri istituti, a partire dalla Fed. Alcuni membri del Fomc continuano a predicare cautela e pazienza, ma da qui a fine anno dovremmo assistere ad almeno un taglio, se non due. Nel breve, i riflettori sono puntati sul core Pce in uscita domani, che fornirà spunti utili sull’andamento dei prezzi negli Usa. In altri Paesi, come Canada e Australia, non si può ancora escludere un eventuale rialzo dei tassi, alla luce della persistente inflazione.
In ogni caso, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria a livello internazionale nei prossimi mesi è concreta. Questo accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, in grado di offrire rendimenti stabili e di rappresentare una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.
Inoltre, tensioni geopolitiche e incertezze economiche possono generare volatilità dei mercati, spingendo gli investitori alla ricerca di strumenti di mitigazione del rischio. In tal senso, le azioni che pagano corposi dividendi diventano estremamente appetibili.
Cos’è il dividend yield
Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield
Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno per gli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del Dividend yield, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.
Al vertice della classifica troviamo Banco BPM, con un dividend yield del 9,3%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 0,560 euro. Intesa Sanpaolo segue con un rendimento dell’8,5% e un dividendo per azione di 0,296 euro. Stellantis si posiziona al terzo posto con un dividend yield dell’8,4%, prima di Banca Popolare di Sondrio (8,3%), spezzando la supremazia degli istituti di credito in questa graduatoria.
In coda alla classifica troviamo invece aziende come Ferrari (0,6%), Campari (0,7%) e Interpump (0,8%).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a |
Banco BPM | 6,05 | 0,5600 | 9,3% | 0,6030 | 7,7% |
Intesa Sanpaolo | 3,49 | 0,2960 | 8,5% | 0,3430 | 15,9% |
Stellantis | 18,54 | 1,5500 | 8,4% | 1,5430 | -0,5% |
Bca Pop Sondrio | 6,72 | 0,5600 | 8,3% | 0,4830 | -13,8% |
Italgas | 4,67 | 0,3520 | 7,5% | 0,3820 | 8,5% |
Snam | 4,14 | 0,2820 | 6,8% | 0,3000 | 6,4% |
Poste italiane | 11,94 | 0,8000 | 6,7% | 0,9970 | 24,6% |
Banca Mediolanum | 10,47 | 0,7000 | 6,7% | 0,7820 | 11,7% |
Eni | 14,32 | 0,9400 | 6,6% | 1,0320 | 9,8% |
Enel | 6,58 | 0,4300 | 6,5% | 0,4660 | 8,4% |
Azimut | 22,29 | 1,3800 | 6,2% | 1,5330 | 11,1% |
BPER Banca | 4,86 | 0,3000 | 6,2% | 0,4380 | 46,0% |
Mediobanca | 13,87 | 0,8500 | 6,1% | 1,1120 | 30,8% |
Banca MPS | 4,39 | 0,2500 | 5,7% | 0,4940 | 97,6% |
Generali Assicurazioni | 23,39 | 1,2800 | 5,5% | 1,4660 | 14,5% |
UniCredit | 34,66 | 1,8029 | 5,2% | 2,4900 | 38,1% |
A2A | 1,89 | 0,0958 | 5,1% | 0,1000 | 4,4% |
Inwit | 9,85 | 0,4800 | 4,9% | 0,5550 | 15,6% |
FinecoBank | 14,29 | 0,6900 | 4,8% | 0,7340 | 6,4% |
Terna | 7,39 | 0,3396 | 4,6% | 0,3740 | 10,1% |
Hera | 3,21 | 0,1400 | 4,4% | 0,1500 | 7,1% |
Tenaris (*) | 14,14 | 0,6000 | 4,2% | 0,7040 | 17,3% |
ERG | 23,90 | 1,0000 | 4,2% | 1,0090 | 0,9% |
Unipol Gruppo | 9,24 | 0,3800 | 4,1% | 0,5340 | 40,5% |
Pirelli&C | 5,64 | 0,1980 | 3,5% | 0,2790 | 40,9% |
Recordati | 49,04 | 1,2000 | 2,4% | 1,4880 | 24,0% |
Iveco Group | 10,43 | 0,2200 | 2,1% | 0,4550 | 106,8% |
Moncler | 58,18 | 1,1500 | 2,0% | 1,3560 | 17,9% |
Leonardo | 21,43 | 0,2800 | 1,3% | 0,3380 | 20,7% |
Diasorin | 92,80 | 1,1500 | 1,2% | 1,0010 | -13,0% |
Prysmian | 58,04 | 0,7000 | 1,2% | 0,8520 | 21,7% |
STMicroelectronics (*) | 36,74 | 0,3600 | 1,0% | 0,2880 | -20,0% |
Brunello Cucinelli | 97,20 | 0,9100 | 0,9% | 1,1330 | 24,5% |
Amplifon | 33,25 | 0,2900 | 0,9% | 0,3870 | 33,4% |
Interpump Group | 41,20 | 0,3200 | 0,8% | 0,3680 | 15,0% |
Campari | 9,09 | 0,0650 | 0,7% | 0,0750 | 15,4% |
Ferrari | 384,70 | 2,4430 | 0,6% | 2,9300 | 19,9% |
Nexi | 5,79 | – | – | 0,0130 | – |
Saipem | 2,30 | – | – | 0,0710 | – |
Telecom Italia | 0,23 | – | – | 0,0010 | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 27 giugno 2024
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ossia un indice calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indici non tiene conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.