Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (25/07/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (25/07/24)

25 Luglio 2024 14:45

I dividendi rappresentano per gli investitori una fonte di rendimento stabile e sicura, poiché garantiscono flussi in entrata anche in fasi di mercato volatili e incerte. Pertanto, i titoli in grado di pagare cedole elevate sono particolarmente appetibili per chi investe nel mercato azionario. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza dei dividendi nell’attuale contesto macro

Lo scenario attuale è caratterizzato da un progressivo, seppur lento, processo disinflazionistico che sta convincendo sempre più le banche centrali ad allentare la politica monetaria, dopo diversi mesi di inasprimento. La Bce ha iniziato a tagliare i tassi nella riunione del 6 giugno ma la scorsa settimana ha lasciato il costo del denaro invariato, rimandando un’eventuale nuova riduzione a settembre, quando Lagarde e colleghi avranno a disposizione più dati per valutare la traiettoria dell’inflazione.

La Fed, invece, non ha ancora effettuato tagli, ma 20 anni. Gli ultimi dati sull’inflazione hanno mostrato progressi, con la crescita dei prezzi al consumo in rallentamento al 3% annuo e l’indice core in diminuzione al 3,3%. I mercati danno ormai quasi per certo un taglio a settembre, seguito da un’altra riduzione entro fine anno.

In ogni caso, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria a livello internazionale nei prossimi mesi è concreta. Questo accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, in grado di offrire rendimenti stabili e di rappresentare una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Inoltre, tensioni geopolitiche e incertezze economiche potrebbero aumentare la volatilità sui mercati, spingendo gli investitori alla ricerca di strumenti di mitigazione del rischio. In tal senso, le azioni che pagano corposi dividendi diventano estremamente appetibili.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno per gli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del Dividend yield, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Stellantis con un dividend yield del 9,4%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 1,55 euro. Banco BPM segue con un rendimento dell’8,8% e un dividendo per azione di 0,56 euro. Intesa Sanpaolo si posiziona al terzo posto con un dividend yield dell’8,1%, lo stesso di Banca Popolare di Sondrio.

In coda alla classifica troviamo invece Ferrari (0,7%), Campari e Interpump (0,8% per entrambe).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Stellantis 16,57 1,5500 9,4% 1,4980 -3,4%
Banco BPM 6,38 0,5600 8,8% 0,6080 8,6%
Intesa Sanpaolo 3,67 0,2960 8,1% 0,3430 15,9%
Bca Pop Sondrio 6,95 0,5600 8,1% 0,4870 -13,0%
Italgas 4,95 0,3520 7,1% 0,3870 9,9%
Eni 13,89 0,9400 6,8% 1,0370 10,3%
Poste italiane 12,09 0,8000 6,6% 0,9930 24,1%
Banca Mediolanum 10,65 0,7000 6,6% 0,7820 11,7%
Enel 6,68 0,4300 6,4% 0,4680 8,8%
Snam 4,40 0,2820 6,4% 0,3000 6,4%
Azimut 22,94 1,3800 6,0% 1,5280 10,7%
Mediobanca 14,69 0,8500 5,8% 1,1150 31,2%
BPER Banca 5,41 0,3000 5,5% 0,4310 43,7%
Generali Assicurazioni 23,36 1,2800 5,5% 1,4630 14,3%
Banca MPS 4,94 0,2500 5,1% 0,5470 118,8%
A2A 1,98 0,0958 4,8% 0,1000 4,4%
Inwit 10,28 0,4800 4,7% 0,5470 14,0%
Terna 7,69 0,3396 4,4% 0,3710 9,2%
FinecoBank 15,86 0,6900 4,4% 0,7320 6,1%
Tenaris (*) 14,20 0,6000 4,2% 0,6380 6,3%
ERG 24,28 1,0000 4,1% 1,0090 0,9%
Hera 3,47 0,1400 4,0% 0,1500 7,1%
Unipol Gruppo 9,75 0,3800 3,9% 0,5340 40,5%
Pirelli&C 5,78 0,1980 3,4% 0,2760 39,4%
UniCredit 37,90 1,0829 2,9% 2,5030 131,1%
Recordati 51,95 1,2000 2,3% 1,4980 24,8%
Iveco Group 9,61 0,2200 2,3% 0,5480 149,1%
Moncler 54,64 1,1500 2,1% 1,3500 17,4%
Leonardo 21,28 0,2800 1,3% 0,3340 19,3%
Prysmian 61,80 0,7000 1,1% 0,8740 24,9%
STMicroelectronics (*) 32,09 0,3600 1,1% 0,2880 -20,0%
Diasorin 104,20 1,1500 1,1% 1,0030 -12,8%
Brunello Cucinelli 83,95 0,9100 1,1% 1,1320 24,4%
Amplifon 29,66 0,2900 1,0% 0,3900 34,5%
Interpump Group 39,26 0,3200 0,8% 0,3680 15,0%
Campari 8,51 0,0650 0,8% 0,0760 16,9%
Ferrari 375,70 2,4430 0,7% 2,9120 19,2%
Nexi 5,54 0,0190
Saipem 2,24 0,0700
Telecom Italia 0,23 0,0010

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 25 luglio 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene dunque calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib calcolato prendendo in considerazione il reinvestimento di dividendi.