Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (23/08/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (23/08/24)

23 Agosto 2024 09:21

I dividendi rappresentano per gli investitori una fonte di rendimento stabile e sicura, poiché garantiscono flussi in entrata anche in fasi di mercato volatili e incerte. Pertanto, i titoli in grado di pagare cedole elevate sono particolarmente appetibili per chi investe nel mercato azionario. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza dei dividendi nell’attuale contesto macro

Lo scenario attuale è caratterizzato da un progressivo, seppur lento, processo disinflazionistico che sta convincendo sempre più le banche centrali ad allentare la politica monetaria, dopo diversi mesi di inasprimento. La Bce ha iniziato a tagliare i tassi nella riunione del 6 giugno e gli operatori continuano a scommettere su un’altra riduzione di 25 punti base a settembre. Tesi rafforzata dal dato diffuso ieri sulla crescita dei salari negoziati della zona euro, uno degli indicatori seguiti da vicino dalla Bce per le mosse di politica monetaria, che ha rallentato.

La Fed, invece, non ha ancora abbassato il costo del denaro. I tanto attesi dati sull’inflazione americana per il mese di luglio, diffusi la scorsa settimana, non hanno deluso le attese, anzi hanno segnalato un rallentamento sia nella versione core sia headline (questa attesa invariata al 3%). Un dato che, insieme a quello sui prezzi alla produzione, consolida ulteriormente le attese di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di metà settembre.

In ogni caso, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria a livello internazionale nei prossimi mesi è concreta. Questo accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, in grado di offrire rendimenti stabili e di rappresentare una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Inoltre, tensioni geopolitiche e incertezze economiche potrebbero aumentare la volatilità sui mercati, spingendo gli investitori alla ricerca di strumenti di mitigazione del rischio. In tal senso, le azioni che pagano corposi dividendi diventano estremamente appetibili.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno per gli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del Dividend yield, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Stellantis con un dividend yield del 10,5%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 1,55 euro e alla marcata discesa dei prezzi nell’ultimo periodo. Banco BPM segue con un rendimento del 9,3% e un dividendo per azione di 0,56 euro. Banca Popolare di Sondrio si posizionano al terzo posto con un dividend yield dell’8,3% e fuori da podio Intesa Sanpaolo con un rendimento dell’8,2%.

In coda alla classifica troviamo invece Ferrari (0,6%), Campari e Interpump (0,8% per entrambe).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Stellantis 14,74 1,5500 10,5% 1,3950 -10,0% 9,5%
Banco BPM 6,02 0,5600 9,3% 0,6190 10,5% 10,3%
Bca Pop Sondrio 6,73 0,5600 8,3% 0,5080 -9,3% 7,6%
Intesa Sanpaolo 3,62 0,2960 8,2% 0,3530 19,3% 9,8%
Mediobanca (**) 14,90 1,0700 7,2% 1,2230 14,3% 8,2%
Italgas 4,97 0,3520 7,1% 0,3870 9,9% 7,8%
Banca Mediolanum 10,70 0,7000 6,5% 0,7760 10,9% 7,3%
Enel 6,61 0,4300 6,5% 0,4670 8,6% 7,1%
Eni 14,40 0,9400 6,5% 1,0360 10,2% 7,2%
Poste italiane 12,41 0,8000 6,4% 1,0130 26,6% 8,2%
Snam 4,38 0,2820 6,4% 0,3000 6,4% 6,9%
Azimut 21,78 1,3800 6,3% 1,5270 10,7% 7,0%
BPER Banca 4,93 0,3000 6,1% 0,5120 70,7% 10,4%
Generali Assicurazioni 23,78 1,2800 5,4% 1,4600 14,1% 6,1%
A2A 2,01 0,0958 4,8% 0,1000 4,4% 5,0%
Banca MPS 5,17 0,2500 4,8% 0,7420 196,8% 14,4%
FinecoBank 14,74 0,6900 4,7% 0,7360 6,7% 5,0%
Tenaris (*) 12,64 0,6000 4,7% 0,6600 10,0% 5,2%
Inwit 10,64 0,4800 4,5% 0,5490 14,4% 5,2%
Terna 7,63 0,3396 4,5% 0,3730 9,8% 4,9%
ERG 23,36 1,0000 4,3% 1,0350 3,5% 4,4%
Hera 3,39 0,1400 4,1% 0,1500 7,1% 4,4%
Unipol Gruppo 9,28 0,3800 4,1% 0,7060 85,8% 7,6%
Pirelli&C 5,39 0,1980 3,7% 0,2810 41,9% 5,2%
UniCredit 36,15 1,0829 3,0% 2,6350 143,3% 7,3%
Iveco Group 9,05 0,2200 2,4% 0,4900 122,7% 5,4%
Recordati 51,40 1,2000 2,3% 1,4880 24,0% 2,9%
Moncler 55,60 1,1500 2,1% 1,3390 16,4% 2,4%
Leonardo 22,05 0,2800 1,3% 0,3140 12,1% 1,4%
STMicroelectronics (*) 27,92 0,3600 1,3% 0,3010 -16,4% 1,1%
Diasorin 101,40 1,1500 1,1% 1,0830 -5,8% 1,1%
Prysmian 61,82 0,7000 1,1% 0,8950 27,9% 1,5%
Amplifon 28,76 0,2900 1,0% 0,3710 27,9% 1,3%
Brunello Cucinelli 90,50 0,9100 1,0% 1,1280 24,0% 1,3%
Campari 8,06 0,0650 0,8% 0,0740 13,8% 0,9%
Interpump Group 38,26 0,3200 0,8% 0,3510 9,7% 0,9%
Ferrari 431,10 2,4430 0,6% 2,9740 21,7% 0,7%
Nexi 6,14 0,0210 0,3%
Saipem 2,06 0,0700 3,4%
Telecom Italia 0,23 0,0010 0,4%

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 23 agosto 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene dunque calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib calcolato prendendo in considerazione il reinvestimento di dividendi.