Commodity della settimana: uranio, futures al rialzo tra domanda energetica e tensioni geopolitiche

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A rubare la scena il mercato dell’uranio, il quale si trova in una fase di grande trasformazione: stimolato da un crescente interesse per il nucleare civile, sostenuto dalla spinta delle politiche “green”, ma esposto alle tensioni geopolitiche, in particolare quelle legate alle crisi in Medio Oriente ed agli attacchi alle centrali iraniane. Questa combinazione sta alimentando un rally dei prezzi ed alimentando la necessità di rafforzare le supply chain. Di seguito uno sguardo al grafico del future quotato al Comex.
Mercato dell’uranio: la geopolitica sotto i riflettori
Tiene banco il recente conflitto tra Israele ed Iran, il quale ha aggiunto un nuovo fattore di rischio sul mercato urbano dell’uranio. Fonti del Financial Times evidenziano che il destino del programma nucleare iraniano, ed in particolare la sorte dei 408 kg di uranio arricchito al 60 %, è ora incerto : la possibilità che l’Iran sposti o nasconda le proprie scorte può interrompere i percorsi di approvvigionamento regionale, favorendo rialzi di prezzo per incertezza e speculazione. In parallelo, la prospettiva di intervento USA — il cui focus principale sarebbe distruggere o contenere il programma nucleare iraniano — aumenta sensibilmente il rischio geopolitico globale
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Sul fronte macroeconomico nel primo trimestre del 2025 il mercato dell’uranio ha evidenziato segnali di crescita significativa nella domanda globale. La World Nuclear Association (WNA) stima un aumento del 28 % della richiesta di uranio tra il 2023 e il 2030, portando la domanda da circa 65.650 tonnellate nel 2023 a 83.840 tonnellate entro il 2030. Questo trend è spinto dal forte sviluppo della capacità nucleare, in particolare con l’aggiunta di nuovi reattori in Cina, India, Corea e Medio Oriente.
Lato offerta, sebbene il sistema nucleare globale continui ad espandersi, le capacità estrattive mostrano ancora forti vincoli. Secondo l’International Energy Agency (IEA), la generazione di energia nucleare ha raggiunto nel 2025 un livello record, grazie al completamento di impianti in Giappone, Francia e Stati Uniti, raddoppiando rispetto al precedente picco del 2006. Tuttavia, le proiezioni indicano che, senza nuovi investimenti significativi in esplorazione e miniere di uranio, le capacità addizionali potrebbero restare limitate nei prossimi anni. Nel Q1 2025, il principale produttore – il Kazakhstan – ha già rivisto al ribasso la sua guidance annuale del 17 %, a causa di problemi logistico-amministrativi e carenza di acido solforico.
Il mix tra domanda in crescita, offerta concentrata e tensioni geopolitiche in Medio Oriente concorre a creare un contesto di mercato rialzista accrescendo la pressione sui futures.
Punto tecnico sul grafico del future
Con una performance da inizio anno di circa +5,5%, il future sull’Uranio quotato al Comex rompe finalmente una lunga fase correttiva iniziata dai massimi assoluti di inizio 2024. Il contesto tecnico mostra segnali di rinnovata forza, con il superamento di una struttura ribassista ben definita che potrebbe ora lasciare spazio a nuovi allunghi nel medio termine.
Dopo aver disegnato un canale discendente (in rosso) partito dai massimi storici, il prezzo ha confermato la fase di debolezza con la rottura della trendline rialzista di breve periodo (in blu). Tuttavia, il rimbalzo sulla successiva trendline di medio periodo (in blu) ha dato avvio ad un recupero progressivo, culminato nella rottura rialzista del canale correttivo. Il breakout è avvenuto su un livello contestuale alla neckline (in azzurro) del pattern di inversione testa e spalle rovesciato (in nero), il quale attribuisce maggior significatività al momento rialzista proiettando il prezzo verso l’area target sul livello di $ 84,00/libbra.
Sul fronte dell’RSI a 14 periodi, quest’ultimo ha rotto al rialzo sia il supporto dinamico discendente (in verde) che quelli statici (in viola), avvicinandosi ora all’area di ipercomprato. Il segnale conferma l’inversione positiva del momentum, già suggerita dall’uscita dal canale discendente e l’approccio dell’area dei massimi relativi a sette mesi.
La struttura mostra quindi un sostanziale cambio di sentiment per l’uranio nelle ultime settimane, con una proiezione rialzista nel medio termine: la tenuta dei supporti statici e della trendline di medio periodo, combinata con un momentum in accelerazione, aumenta infatti le probabilità di prosecuzione del trend. Attenzione tuttavia ad eventuali invalidazioni e rientro nell’area ribassista, lasciando come sempre l’ultima parola al mercato.