Commodity della settimana: rame, futures sostenuti da dazi Trump

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Il future del rame quotato al LME di Londra torna a rubare la scena, con l’approccio alla resistenza sulla soglia dei $ 10.000/tonnellata. A spingere i prezzi sono prevalentemente i driver macroeconomici: i dazi del governo Trump la fanno ancora da padroni e sostengono la corsa alle scorte negli USA, facendo salire i prezzi ed ampliando la forbice tra le quotazioni sul CME e sul mercato LME. Di seguito l’analisi sul grafico.
Driver macro sostengono la crescita del rame
Il mercato del rame sta attraversando una fase di significativa volatilità, influenzata da tensioni commerciali e previsioni contrastanti. Tra i principali driver a scuotere i mercati c’è la recente firma dell’azione esecutiva da parte del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha incaricato il Dipartimento del Commercio di valutare l’imposizione di dazi sul rame, analogamente a quanto già fatto per acciaio ed alluminio. Questa mossa ha generato preoccupazioni tra gli operatori del settore, portando ad un aumento dei futures sul rame quotati al COMEX di New York di quasi il 5%, il più grande guadagno intraday da maggio dello scorso anno.
Tra le conseguenze della decisione, c’è stato un ampliamento del divario tra i prezzi dei futures quotati al CME (Chicago Mercantile Exchange) e al LME (London Metal Exchange), con il prezzo del rame nel mercato americano salito di oltre $ 1.200/tonnellata rispetto a Londra. Questo disallineamento è attribuibile all‘aumento della domanda negli Stati Uniti per anticipare eventuali misure protezionistiche, il che ha creato opportunità di arbitraggio per gli operatori.
Quanto durerà il rialzo?
Le prospettive sul prezzo del rame appaiono altamente incerte. Citigroup prevede che il metallo prezioso possa sfondare quota $ 10.000/tonnellata nei prossimi tre mesi, attribuendo questa previsione ad un mercato globale ristretto e all’accumulo di scorte da parte degli importatori statunitensi per via dei dazi imposti. Tuttavia, la stessa banca d’affari suggerisce un ribasso delle stime per i restanti mesi del 2025 e prevede un prezzo medio nel range $ 8.750-8.500/tonnellata, con un calo dovuto alla fisiologica diminuzione della domanda una volta passata la momentanea “corsa alle scorte”. Questa revisione riflette le aspettative di una domanda più debole, a seguito dell’impatto dei dazi commerciali e di un rallentamento economico globale.
Il mercato del rame è quindi attualmente caratterizzato da incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi e alle previsioni economiche globali. Gli operatori dovranno monitorare attentamente l’evoluzione delle tariffe e le risposte dei mercati per adattare le proprie strategie in un contesto in continua evoluzione.
Punto tecnico sul grafico del future del rame
Il Future del rame quotato al LME di Londra prosegue il rally cominciato con l’inizio del 2025 e , al momento, registra una performance oltre il +13%. La pressione apportata dai vari driver di natura geopolitica e macroeconomica trova conferma anche dagli indicatori tecnici a livello grafico, i quali segnalano un rinnovato interesse da parte degli addetti ai lavori ed un ritorno dei compratori.
A livello grafico il primo segnale che si evince riguarda l’inversione dalla trendline ribassista (in blu) di breve periodo che ha caratterizzato l’andamento dell’asset dal periodo estivo 2024 fino a febbraio di quest’anno. Rispetto alla precedente analisi, giungono nuove conferme sugli sviluppi relativi ai pattern grafici individuati: in primo luogo, la rottura rialzista della trendline assume maggior significatività se letta congiuntamente con la conferma della presenza del testa e spalle rovesciato già evidenziato. Quest’ultimo ha già avuto modo di elaborare una movimentazione che ha portato in area target sul livello di $ 9.850/tonnellata circa. Il prezzo ha continuato poi a crescere infrangendosi sulla resistenza statica (in arancione) in area $ 10.000/tonnellata, raggiungendo il secondo target del pattern (seguendo l’estensione di Fibonacci sul livello 2,272).
Al momento non si registrano tentativi di attacco oltre tale soglia, la quale, qualora rotta al rialzo, andrebbe a definire la presenza di un secondo pattern di inversione rialzista in questo caso con un orizzonte temporale di medio termine: un doppio minimo. Si tratta ad ogni modo di una prospettiva prematura da prendere in considerazione, dal momento che si necessitano delle dovute conferme al di sopra del livello chiave indicato ma, qualora giungessero, l’obiettivo di prezzo supererebbe anche i livelli di massimo assoluto.
Sul fronte degli indicatori tecnici, il grafico dell’RSI a 14 periodi presenta una struttura rialzista ancora integra con l’oscillatore che si distanzia dal supporto dinamico (in verde) senza essere ancora entrato in area di iper-comprato. I volumi di negoziazione hanno invece seguito la configurazione tipica prevista per la formazione del testa e spalle rovesciato: al momento del breakout sulla neckline si è infatti registrata un’importante crescita a sostegno del movimento.
Grafico quindi che suggerisce un periodo rialzista per il metallo prezioso, ma attenzione tuttavia agli scenari macro in continua evoluzione. Il livello soglia da monitorare in questo caso rimane la resistenza in area $ 10.000/tonnellata, che fungerà da crocevia per potenziali nuovi rally o, viceversa, da contenimento per il movimento sviluppatosi finora.