Rubriche e analisi Commodity della settimana: rame, arbitraggio tra i mercati spinto dai dazi. Il prezzo è pronto a partire?

Commodity della settimana: rame, arbitraggio tra i mercati spinto dai dazi. Il prezzo è pronto a partire?

Pubblicato 20 Febbraio 2025 Aggiornato 4 Marzo 2025 15:27

Al centro della scena del mercato delle commodities per questa settimana torna il rame, asset entrato in una fase ad elevata volatilità dovuta alle indiscrezioni su nuovi dazi dell’amministrazione Trump, nonché dalla correlazione con gli altri metalli preziosi che sono tornati a salire sulla spinta dell’oro. Dinamiche di mercato che hanno già subito forti ripercussioni con una forbice tra il prezzo dei futures quotati al CME e quelli quotati al LME che ha cominciato ad allargarsi. Di seguito uno sguardo anche al grafico per commentarne gli sviluppi in termini di configurazione di figure tecniche.

Il rame paga dazio, gli effetti sui prezzi e sul mercato Usa

Rame tornato a rubare la scena del mondo commodities, con il prezzo del future che è tornato a spingere in scia ad una serie di fattori geopolitici e macroeconomici da monitorare. In un periodo durante il quale i metalli preziosi hanno ripreso a correre con vigore sui mercati, con il prezzo dell’oro su nuovi massimi storici, anche il prezzo del rame risente di rinnovato interesse. Gli investitori monitorano con attenzione la possibilità che l’amministrazione Trump possa imporre nuove tariffe sulle importazioni di rame negli Stati Uniti, ampliando il divario tra il prezzo del metallo sulle diverse borse internazionali.

Come riportato da ING, il rischio di dazi ha già influenzato le dinamiche del mercato, con un aumento del differenziale di prezzo tra i futures quotati al CME (Chicago Mercantile Exchange) ed al LME (London Metal Exchange) fino a livelli record: il prezzo del rame nel mercato americano è salito di oltre $ 1.200/tonnellata rispetto al LME, con un incremento del 10% sul confronto con Londra. Questo disallineamento riflette l’aumento della domanda di metallo negli Stati Uniti per anticipare eventuali misure protezionistiche e garantirsi forniture a prezzi competitivi, favorendo, inoltre, lo sviluppo di opportunità di arbitraggio per gli speculatori.

Secondo ING, Trump ha dichiarato che le tariffe sul rame richiederanno più tempo rispetto a quelle già annunciate su acciaio e alluminio, ma il mercato, come prevedibile, ne ha già scontato gli effetti. Inoltre, questo scenario ha innescato una corsa all’accumulo di scorte, le quali hanno attualmente superato le 100.000 tonnellate. L’applicazione di nuovi dazi sul rame porterebbe i consumatori americani a dover fronteggiare un aumento dei costi delle importazioni, con effetti a cascata sui settori industriali, come quello delle costruzioni e dell’elettronica.

Il potenziale impatto dei dazi non si limiterebbe tuttavia al solo mercato del rame ed ai soli Stati Uniti. Un aumento delle tensioni commerciali potrebbe avere ripercussioni più ampie sull’economia globale, con implicazioni per le politiche monetarie della Federal Reserve. Ciò andrebbe ad incrementare la pressione sui prezzi dei futures con una nuova dinamica inflazionistica da gestire ed una produzione interessata a soddisfare le maggiori richieste del mercato interno americano; la dinamica innescherebbe pertanto un impulso rialzista immediato, seguito da una fase di assestamento.

Punto tecnico sul grafico del future del rame

Dopo un 2024 all’insegna della volatilità, il 2025 si presenta ancora con elevata pressione sul mercato del rame, con un andamento caratterizzato da una sequenza di sali-scendi ma che ad oggi registra una performance del +7,5% circa per il future quotato al LME. Nonostante il differenziale di prezzo creatosi tra i diversi mercati, da un punto di vista prettamente grafico la movimentazione ha originato segnali analoghi.

Sono numerosi i segnali tecnici che giungono dal grafico dei prezzi e che offrono importanti spunti operativi. In primis, si noti come dopo un primo tentativo di rottura ribassista della trendline (in blu) di lungo periodo ad inclinazione positiva il prezzo sia velocemente rientrato nel range violando, oltretutto, la trendline di correzione di breve termine.

Questa movimentazione, oltre ad essere stata sostenuta da volumi decrescenti fino al breakout, ha dato origine ad un pattern di matrice bullish, un “testa e spalle rovesciato”. La presenza di questa figura tecnica proietta il prezzo verso una crescita di breve termine con un primo target price in area $ 9,895/tonnellata ed un secondo in area $ 10,050/tonnellata. Quest’ultimo, qualora raggiunto e violato a sua volta al rialzo (in arancione), coinciderebbe con la conferma di un secondo segnale tecnico a matrice rialzista: un doppio minimo. Si tratta ad ogni modo di un movimento da osservare con un orizzonte temporale di investimento a più lungo termine e che necessità delle opportune conferme strada facendo.

Ad oggi, quel che si può osservare è la rinnovata forza da parte dei compratori, come evidenziato dal grafico dell’RSI a 14 periodi, all’interno del quale, oltre ad essere tornati in zona neutrale con direzione iper-comprato, si è assistito alla rottura delle resistenze statiche (in viola) e di quella dinamica (in verde). Questi segnali hanno preannunciato il breakout rialzista fornendo un segnale anticipatorio rispetto al movimento di prezzo configuratosi.

Scenario che va pertanto monitorato in particolare in concomitanza delle principali aree chiave ma che nel breve termine potrebbe avere risvolti al rialzo come suggerito anche del contesto macroeconomico. Mercato permettendo.