Commodity della settimana: oro brilla sui nuovi massimi. Il quadro tecnico del future

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Il mercato dell’oro nel 2025 si trova al centro di una fase di intensa volatilità, alimentata da tensioni geopolitiche, politiche monetarie incerte ed un crescente interesse da parte di investitori istituzionali e banche centrali. Dopo aver raggiunto un picco storico oltre i $ 3.500/oncia durante il mese corrente, il prezzo dell’oro sta subendo una leggera correzione, attestandosi intorno ai $ 3.340/oncia, riflettendo un temporaneo allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, secondo molti analisti le prospettive a medio termine rimangono fortemente rialziste, con previsioni che indicano un possibile superamento dei $ 4.000/oncia entro il 2026.
I driver del rally corrente e le prospettive future
Il mercato dell’oro è al centro di forti pressioni commerciali dovute non solo alle caratteristiche intrinseche del metallo prezioso, ma soprattutto per il ruolo di riserva di valore globalmente riconosciuto. Uno dei principali motori della recente ascesa dell’oro è l’aumento della domanda da parte delle banche centrali. Secondo Goldman Sachs, l’acquisto mensile da parte di queste istituzioni ha raggiunto le 70 tonnellate, superando le aspettative precedenti. In particolare, le banche centrali asiatiche, guidate dalla Cina, stanno incrementando le loro riserve auree come strategia di diversificazione e protezione contro l’incertezza economica globale alimentata dalle recenti tensioni commerciali.
Le politiche tariffarie internazionali adottate dall’amministrazione Trump hanno infatti generato instabilità nei mercati finanziari, spingendo gli investitori verso asset considerati sicuri, tra cui l’oro. Anche la Fed di fronte a queste dinamiche ha dovuto rivedere le proprie strategie di politica monetaria, adottando un approccio più cauto: le ultime indiscrezioni prevedono due soli tagli dei tassi d’interesse nel corso del 2025. In questo scenario di tassi più bassi si rende l’oro, che non offre rendimenti, più attraente rispetto ad altri strumenti finanziari.
In un contesto ancora altamente volatile ed incerto anche le previsioni da parte degli analisti sono variegate tra loro. JP Morgan stima una media di $ 3.675/oncia nel quarto trimestre, con la possibilità per il metallo prezioso di superare i $ 4.000/oncia entro il secondo trimestre del 2026, sostenuto da una domanda robusta sia da parte degli investitori che delle banche centrali. Tuttavia, non tutti sono dello stesso avviso, a causa dei rischi che potrebbero invertire questa tendenza. Una potenziale ripresa economica più forte del previsto negli Stati Uniti dopo il recente rallentamento potrebbe infatti portare ad una riduzione degli acquisti da parte delle banche centrali diminuendo la pressione sui prezzi.
Di fronte alle recenti fluttuazioni, le solide fondamenta a sostegno dell’oro non lasciano comunque indifferenti gli investitori, i quali dovranno monitorare attentamente le evoluzioni macroeconomiche e le decisioni delle banche centrali per essere pronti ad eventuali improvvisi cambi di scenario.
Punto tecnico sul grafico del future dell’oro
L’oro si conferma il re del mercato in questo primo quadrimestre del 2025. Il metallo prezioso in questi mesi ha messo a segno nel complesso un +26% circa, confermandosi il bene rifugio per eccellenza in questo contesto economico altamente incerto e volatile.
Dopo una breve fase di accumulazione registrata nella parte finale del 2024, l’oro ha avviato un movimento rialzista contenuto all’interno di un canale ascendente (in verde) di breve periodo, che funge da trendline dinamica. Il comportamento dei prezzi in corrispondenza delle aree tecniche più rilevanti risulta particolarmente interessante: sia in prossimità del supporto che della resistenza del canale, l’oro ha spesso reagito con rapide correzioni verso la linea mediana di regressione, che sembra agire non solo da zona di equilibrio, ma anche da soglia per potenziali breakout in entrambe le direzioni. L’ultimo pullback sul supporto dinamico è stato respinto con decisione, trovando ulteriore sostegno anche sul livello statico in area $ 2.973,40/oncia (in nero). L’impulso generato da questo movimento ha dato la forza necessaria per un nuovo allungo che ha permesso di registrare il breakout sulla resistenza dinamica del canale portando il prezzo su nuovi massimi storici, oltre i $ 3.500/oncia. Nonostante il quadro tecnico del metallo prezioso non presenti segnali evidenti di inversione del trend, è giusto monitorare il comportamento dell’asset in prossimità delle principali aree chiave: in quest’ottica il range di accumulazione si riscontra all’interno del canale, mentre un’eventuale rottura della fascia compresa tra $2.975 e $2.930/oncia potrebbe aprire lo spazio a nuove pressioni ribassiste, con target potenziale in zona $2.760 l’oncia, alla ricerca di nuova liquidità ed interesse in acquisto.
Sul fronte dell’RSI a 14 periodi, si evidenzia una leggera divergenza (in rosso) rispetto al movimento sui massimi assoluti, che potrebbe suggerire un momentaneo stop del rally. Ciò nonostante, si sottolinea come questo non si debba leggere come segnale di inversione fintanto che non vengano registrate rotture ribassiste dei principali supporti sia sul grafico dell’oscillatore, sia sulla serie storica dei prezzi. Alla luce di questo sarà il mercato, come sempre, a decidere la direzione.