Notizie Notizie Mondo Wall Street tra Fed e dati macro: il punto di eToro

Wall Street tra Fed e dati macro: il punto di eToro

20 Febbraio 2023 12:32

Gabriel Debach, market analyst di eToro, fa notare il dietrofront del sentiment a Wall Street, confermato dall’ennesima settimana di contrattazioni che si è conclusa all’insegna dei ribassi per l’indice benchmark S&P 500:

Seconda settimana consecutiva di correzione sul principale listino americano, con lo S&P 500 in flessione di uno 0,28% trascinato dai maggiori timori per un’economia americana troppo robusta per poter assistere ad un cambio di rotta da parte della sua banca centrale“, si legge nella nota.

L’analista di eToro fa notare come i “dati americani sul mercato del lavoro e quelli sulle vendite al dettaglio, accompagnati dagli interventi dei vari membri della Fed”,  non aiutino certo “quella narrativa sul tasso terminale e pivot che dallo scorso anno tendono ad essere rivisti al rialzo”.

In questo quadro, a Wall Street “restano tuttavia alcune sfumature. In particolare, nonostante le pressioni del mondo obbligazionario, con i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni in rialzo da circa 4 settimane consecutive, i settori statunitensi Growth hanno continuato a sovraperformare quelli Value, con la scorsa settimana che ha registrato una chiusura in rialzo tra gli ETF IWF (Russell 1000 Growth) e IWD (Russell 1000 Value) del +0,45%, così come del Nasdaq 100″.

Detto questo, “il potenziale di una Fed più energica e il recente aumento delle aspettative sui tassi potrebbero essere un catalizzatore di nuova volatilità, il che giustifica un atteggiamento maggiormente protettivo“.

Debach fa notare che “i tradizionali settori difensivi (utilities, beni di prima necessità, sanità) sono gli unici, insieme all’energia, ad essere in calo quest’anno. Tuttavia, fino a quando non sarà più chiaro fino a che punto la Fed vorrà spingersi oltre, questi settori potrebbero tornare in auge”.

Va anche detto che, “nonostante prevalga uno scenario maggiormente ottimistico sul futuro dell’economia americana, tra atterraggio morbido o perfino assenza di recessione, i dati di venerdì offerti dalla Fed di St. Louis riportano attese per una crescita del PIL statunitense (Real GDP Nowcast) per il primo trimestre in deciso territorio negativo (-1,1% a/a)“.

Per quanto riguarda l’Europa, Gabriel Debach mette in evidenza che, a dispetto del “chiaro prossimo percorso al rialzo dei tassi della BCE”, si rileva un “deciso buon umore” tra chi punta sulle borse del Vecchio Continente, tanto che il rapporto tra l’indice benchmark Stoxx 600 e quello Usa dello S&P 500 “registra la migliore performance europea settimanale dalla prima settimana di gennaio”.

Si tratta diun chiaro segnale delle maggiori opportunità europee, le quali restituiscono valutazioni maggiormente economiche su ciascun singolo settore, accompagnate da tassi di crescita simili o persino migliori”.

Wall Street oggi chiusa, i dati macro della settimana da monitorare

L’attuale settimana si preannuncia interessante, sebbene corta per i mercati statunitensi, con Wall Street chiusa oggi per il Presidents Day”.

“Negli Stati Uniti, i verbali della riunione del FOMC (atteso per mercoledì) e i discorsi dei funzionari della Fed saranno sotto i riflettori, dopo che i dati economici più caldi hanno alimentato la speculazione di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve più consistente rispetto all’inizio del mese e più prolungato”.

A seguito delle “pubblicazioni sull’inflazione al consumo e alla produzione della scorsa settimana gli investitori osserveranno le pubblicazioni dell’indicatore dell’inflazione CPE, maggiormente favorito dalla Fed, atteso per mercoledì, per meglio analizzare l’evoluzione dei prezzi statunitensi”.

Debach sottolinea che “è evidente che la riduzione dell’inflazione sta procedendo a un ritmo più lento rispetto alle previsioni, ma questo non altera la tendenza della disinflazione. Tuttavia, il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione stabilito dalla Fed non sarà un percorso facile e lineare. Gli investitori sono ora convinti che il picco dell’inflazione sia stato superato, e quindi la velocità con cui l’inflazione diminuirà diventa sempre più rilevante”.

Sempre a Wall Streetgli investitori presteranno inoltre molta attenzione ai dati sulla spesa personale e sul reddito, che dovrebbero mostrare una spesa per i consumi in ripresa dopo l’eccezionale rapporto sulle vendite al dettaglio di gennaio”.

“Inoltre, la prossima settimana sarà presentata la seconda stima del PIL del quarto trimestre, con gli analisti che prevedono una revisione al rialzo al 2,9% dal 2,8% preliminare. Si terrà anche la lettura finale del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan e dei PMI globali di S&P per il mese di febbraio. PMI che potrebbero offrire volatilità sul mercato, in bilico tra rischio recessione (inversione curva dei tassi) e di un’economia valutata ancora troppo calda”.

Il market analyst di eToro conclude facendo notare che “di solito si vorrebbe vedere un’espansione nel numero PMI, ma con la FED apparentemente decisa a cercare di danneggiare l’economia per far scendere l’inflazione, un numero caldo potrebbe essere visto come negativo. Al contrario, se si tratta di un altro mese al di sotto di 50 e di un valore inferiore a quello del mese scorso, gli operatori di mercato potrebbero considerare positivo il fatto che la Fed non debba iniziare ad alzare i tassi in modo più aggressivo”.