Notizie Notizie Mondo Wall Street: ecco luglio, il mese preferito dagli investitori Usa

Wall Street: ecco luglio, il mese preferito dagli investitori Usa

1 Luglio 2024 16:58

Oggi Wall Street dà il via al secondo semestre e al mese di luglio, storicamente uno dei migliori per l’azionario statunitense. I risultati trimestrali potrebbero dare nuova linfa al rally dell’equity, ma molto dipenderà anche dall’inflazione e dalle mosse della Fed.

Andamento positivo per Wall Street a giugno e nel 1° semestre

L’indice S&P 500 ha chiuso il primo semestre con un rialzo del 15,1%, guadagnando il 3,5% soltanto a giugno, un mese tradizionalmente sfavorevole per Wall Street.

Il Nasdaq ha realizzato un incremento del 6% a giugno e del 18,1% da inizio anno, grazie all’elevato contenuto di titoli tecnologici, che hanno trainato il mercato statunitense.

Il Dow Jones, che al contrario degli altri due è un indice price weighted, ha chiuso invece il semestre con un rialzo del 3,8% e il mese scorso con un +1,1%.

Il mercato Usa spesso sale a luglio

Come sottolineato da Ryan Detrick, Chief Market Strategist di Carson Group, luglio rappresenta un mese solitamente favorevole per l’equity statunitense.

L’S&P 500 è reduce da nove rialzi a luglio negli ultimi nove anni, e da undici in dodici anni (solamente nel 2014 ha registrato un calo dell’1,55%). Ma non si tratta di un’eccezione, come dimostrano le strisce di otto anni consecutivi negli anni ’30 e ’40 e il record di undici performance positive tra il 1949 e il 1959.

E non è tutto; negli ultimi dieci anni, infatti, luglio è stato in media il secondo mese migliore dell’anno, secondo solo a novembre. La performance media del decennio è stata pari a +3,1% a luglio e del +3,8% a novembre.

Le performance storiche di Wall Street a luglio

Estendendo l’orizzonte temporale a 20 anni, luglio diventa il mese migliore con un rialzo medio del 2,3%.

Andando ancora più indietro, dal 1928 al 2020, luglio conferma il primato con un guadagno medio dell’1,7%.

I rialzi sono particolarmente frequenti (75% dei casi) negli anni in cui cadono le elezioni presidenziali statunitensi (come quello corrente). In media, l’S&P 500 ha guadagnato il 7,3% nei tre mesi di giugno, luglio e agosto negli anni elettorali.

Risultati e disinflazione possono spingere l’azionario Usa

Uno dei motivi che spiegano questa performance storicamente migliore rispetto ad altri periodi dell’anno è legata ai risultati trimestrali. A luglio, infatti, le società americane pubblicano i conti del secondo trimestre e negli ultimi anni gli utili sono stati molto solidi. Questo ha contribuito spesso ad alleviare le preoccupazioni di inizio anno per un possibile rallentamento dell’economia (o addirittura una recessione), dando nuovo impulso ai listini azionari.

Quest’anno, potrebbe esserci un ulteriore fattore a sostegno di Wall Street: la disinflazione. Dopo gli scarsi progressi della prima parte dell’anno, infatti, i prezzi stanno evidenziando segnali di moderazione (si veda il core Pce diffuso venerdì). Se i prossimi dati dovessero confermare il trend di rallentamento dell’inflazione, le chance di tagli dei tassi da parte della Fed aumenterebbero, sostenendo con ogni probabilità la propensione agli acquisti degli investitori.

Attenzione ai tecnologici e alla volatilità

D’altra parte, osservando lo scenario da un’altra prospettiva, il Nasdaq Composite ha ottenuto storicamente performance meno brillanti a luglio, con un guadagno mensile inferiore all’1% dal 1971 ad oggi. Inoltre, il mese in corso dà il via a quello che, solitamente, rappresenta il peggior quadrimestre dell’anno per l’indice.

Jeffrey Hirsch dello Stock Trader’s Almanac, spiega come “l’inizio della seconda metà dell’anno porta un afflusso di nuovi capitali”, ma “negli ultimi 21 anni quasi tutti i guadagni di luglio si sono verificati nei primi 13 giorni di negoziazione del mese”, che risulta solitamente caratterizzato da “scambi instabili”.

Possibile pausa del rally di Wall Street

Come sottolineato da Adam Turnquist, Chief Technical Strategist presso LPL Financial, l’ultimo rally azionario di giugno è stato molto pronunciato in termini di performance ma deludente a livello di ampiezza, con pochi titoli (soprattutto le megacap tecnologiche) a trainare l’intero mercato. L’elevata concentrazione, come noto, può rappresentare un problema, in quanto la caduta dei prezzi di una manciata di azioni può avere effetti generalizzati.

Di conseguenza, scrive Turnquist, “penso che si possa assistere ad una pausa nel rally azionario durante l’estate e che un pullback sia sicuramente possibile”.

Per contro Dave Lundgren, Chief Market Strategist and Portfolio Manager per Little Harbor Advisors, sottolinea come molti titoli si trovino ancora in fase di ipervenduto, quindi potenzialmente pronti a proseguire un trend rialzista di lungo termine.