Notizie Notizie Italia Voto non così vicino, Mattarella pensa anche al jolly Draghi per governissimo. Tre scenari per lo spread

Voto non così vicino, Mattarella pensa anche al jolly Draghi per governissimo. Tre scenari per lo spread

12 Agosto 2019 10:25

Se venerdì scorso l’ipotesi di elezioni anticipate già in autunno sembrava la via maestra e ha portato al tonfo di Piazza Affari e al contestuale balzo dello spread, le ultime 48 ore stanno rendendo lo scenario post crisi di governo più fluido di quanto apparso in un primo momento. L’affondo di Matteo Renzi a favore di un governo istituzionale che metta in sicurezza i conti pubblici ha contribuito a sparigliare le carte in tavola, così come la ferma posizione dei Beppe Grillo che conferma l’intenzione dei grillini di fare di tutto per non interrompere subito l’attuale legislatura.
I numeri per un sostegno in parlamento di un governo istituzionale sono tutti da trovare vista l’opposizione del segretario Pd, Nicola Zingaretti, ad accordicchi, ma impazzano le possibili soluzioni di governo e si palesano anche i primi nomi, anche di notevole spicco, di possibili futuri premier.

Dopo il dibattito in parlamento con la mozione di sfiducia presentata dalla Lega al premier Conte, la palla passerà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Quali le ipotesi sul tavolo del Quirinale?

Mattarella è ancora in vacanza in Sardegna, ma lo scenario che si prospetta è di un giro di consultazioni non così scontato e quindi elezioni anticipate tra ottobre e novembre non necessariamente prima opzione considerando l’incombere della delicata legge di bilancio 2020 con 23 mld di euro di clausole di salvaguardia da disinnescare.

Una prima opzione di breve respiro è quella di un governo di garanzia elettorale e La Stampa – che oggi parla di 4 carte che Mattarella ha un mano per eventuali esecutivi con differenti scopi – ci sono i nomi di due ex presidenti della Corte Costituzionale: Valerio Onida e Giovanni Maria Flick. Possibile però anche l’incarico a Giuseppe Conte (Conte bis) o a Giovanni Tria. Nel caso l’esito elettorale non garantisse subito una nuova squadra di governo, Tria potrebbe restare in carica per definire la manovra. Il centrodestra compatto, rimarca il quotidiano torinese, non darebbe l’appoggio a questo esecutivo. La seconda carta si chiama ‘governo no Tax’, in carica fino a febbraio-marzo. In questo caso il candidato premier sembra poter essere solo uno: il professor Carlo Cottarelli che già nel maggio 2018 entrò col trolley al Quirinale per poi uscirne dopo la nascita del patto Lega-M5S.

Cresce il fronte per un governo Istituzionale…

La terza carta, prosegue La Stampa, è il governo istituzionale ipotizzato da Renzi e da Grillo. Il voto slitterebbe a maggio del 2020 e avrebbe in agenda alcune importanti riforme: la legge di bilancio, il taglio dei parlamentari, condizione imprescindibile per i 5 Stelle, e correzione della legge elettorale che diventerebbe un proporzionale puro. IN questo caso tra i possibili premier ci sarebbero la presidente del Senato Elisabetta Casellati oppure quello di Roberto Fico. Ma il Capo dello Stato potrebbe tirare fuori dal mazzo un jolly: la vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, 56 anni, entrata alla Corte nel 2014 nominata proprio da Mattarella. Una soluzione innovativa.

Ma la vera suggestione è il governissimo con guida illustre

Infine, ipotesi «governissimo» in carica fino al 2022 con una carta choc per tutti: Mario Draghi, che a novembre lascerà la guida della Bce. In alternativa anche Giuseppe Conte, il nuovo leader del Movimento. Rimane l’incognita di trovare i numeri per il sostegno a un governo elettorale o in alternativa di legislatura. Renzi tenterebbe di trovare una sponda dal gruppo misto e da Forza Italia, oltreché nei grillini.

La suggestione di un governo di legislatura è stata avanzata anche da Goffredo Bettini, uno dei consiglieri più ascoltati dal segretario del Pd. Un esecutivo che duri fino al 2022. Bettini, nell’intervento pubblicato ieri sull’Huffington Post, ipotizza una “operazione limpida”, che dovrebbe verificare “se i 5Stelle sono in grado di cambiare radicalmente il gruppo dirigente che ha fallito, di abbandonare i temi più demagogici ed eversivi, di concordare un programma di ferro per la rinascita del Paese”. Un vero governo Pd-5Stelle, rimarca oggi Repubblica, che presuppone un passo indietro di Di Maio (e magari uno avanti di Roberto Fico), con poche priorità programmatiche decise insieme. Il premier potrebbe essere «una figura di grande autorevolezza democratica, nazionale e internazionale» scrive Bettini. I nomi già circolano, tra tutti quello di Raffaele Cantone, l’ex presidente dell’Anticorruzione.

Tre scenari per lo spread

Lo spread oggi si muove in lieve contrazione dopo il boom di venerdì scorso che lo aveva fatto balzare a 240 pb. Quali le prospettive a seconda dei differenti scenari? Secondo gli economisti di Ing sono tre le possibili evoluzioni dello spread: se avremo le elezioni in ottobre (scenario 1), allora il periodo di incertezza sarà probabilmente “breve ma intenso”. “La retorica elettorale della Lega acquisirà importanza data la sua incidenza sul bilancio 2020 – rimarca un report di Ing diffuso venerdì sera – . Esiste la possibilità che l’agenda economica della Lega possa in definitiva essere percepita positivamente dagli investitori, ma i rischi a breve termine che circondano le elezioni dovrebbero dominare l’azione dei prezzi, soprattutto perché le elezioni italiane coinciderebbero con la scadenza per la Brexit”. In questo scenario lo spread potrebbe sfondare i 300bp.

Nel caso in cui l’attuale coalizione sopravviva alla crisi (scenario 2) fino a dopo l’approvazione del bilancio 2020, Ing vede la probabilità di uno scontro tra il governo in autunno sia elevata ma gestibile data l’azione della BCE. “Dubitiamo che in questo caso sia probabile un ritracciamento dello spread al di sotto di 200 pb, poiché la posizione rafforzata di Salvini gli darà più margine di manovra per le sue esigenze fiscali. In questo scenario, lo spread rimane intorno ai 250 pb”, è la previsione di Ing.

 

Lo scenario più favorevole è il terzo: il presidente Mattarella riuscirà a radunare un governo tecnocratico con l’obiettivo principale di approvare un bilancio per il 2020 che non consenta all’UE di riavviare la procedura d’infrazione contro l’Italia. In questo scenario, Ing vede lo spread 10Y tra Btp e Bund ritornare all’interno di 200 bp.