Venerdì da dimenticare per Telecom dopo incontro con i sindacati
Dopo una timida partenza in territorio positivo (+0,33% a 1,828 euro), Telecom Italia ha già frenato Piazza Affari e in questo momento cede il 2,52% a 1,776 euro. Torna così subito alla mente la seduta di venerdì 15 febbraio, giorno in cui le azioni del primo operatore di telefonia italiano sono arrivate a cedere oltre sette punti percentuali viaggiando sotto quota 1,80 euro per azione, livelli che la tlc del Belpaese non toccava da cinque anni a questa parte (marzo 2003), per poi chiudere le contrattazioni in leggero recupero rispetto a 1,818 euro, in flessione del 4,6%.
Un tonfo che non ha rispecchiato l’andamento del settore delle telecomunicazioni né in Italia né in Europa (in ribasso ‘solo’ dell’1,9%), ma che ha avuto origine dalle dichiarazioni degli esponenti sindacali, in seguito all’incontro con l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè. Nel giro di poche ore sono arrivate due secche smentite da parte della società telefonica nostrana. Nel primo comunicato diffuso nel pomeriggio “Telecom Italia ha precisato che nell’incontro tenutosi con i sindacati Franco Bernabé non ha fatto alcun riferimento alla politica dei dividendi, ad aumenti di capitale o alla sostenibilità del debito”. Nel secondo, arrivato poco dopo, si appreso: “con riferimento a notizie diffuse in data odierna da agenzie di stampa a seguito di un incontro avuto dall’amministratore delegato con le organizzazioni sindacali e già smentite dalla società, Telecom Italia comunica di avere dato mandato ai suoi legali per assumere tutte le iniziative a tutela della stessa Società e del mercato in relazione alla disciplina degli abusi di mercato”.