Sondaggio Merrill: l’avversione al rischio ha raggiunto nuovi massimi
Gli investitori istituzionali sono più avversi al rischio ora di quanto non lo siano stati in tutti gli scorsi sette anni. E’ questo il risultato del Merrill Lynch’s Survey of Fund Managers di febbraio diffuso nella serata di ieri. I timori circa l’economia e la profittabilità delle aziende hanno stimolato un incremento della quota di liquidità in portafoglio, salita a una media del 4,7% dal 3,9% di gennaio, mentre il 30% dei gestori che hanno risposto al sondaggio si sono coperti contro ulteriori sell-off dell’azionario. Il 41% dei fund managers sono sovrappesati in cash. Si tratta del più alto livello dal settembre 2001. L’appetito per il rischio è sceso a nuovi minimi con un 40% degli intervistati che stanno prendendo un livello di rischio inferiore alla norma. L’indicatore FMS Composite, relativo a liquidità e rischio, è sceso a 31, il livello più basso da quando il sondaggio misura l’appetito per il rischio, ossia dall’aprile 2001. “L’avversione al rischio è così estrema e i livelli di liquidità (in portafoglio, ndr) così alti, che la sfida è ora identificare il catalizzatore che spingerà a un ritorno sul mercato azionario – spiega David Bowers, consulente indipendente di Merrill Lynch – mentre non è ancora chiaro quale sarà questo catalizzatore, non ci sono dubbi che poter tirare una riga sul credit crunch sarà un passo importante”.
Il 25% degli intervistati ritiene che l’azionario sia sottovalutato, tre mesi fa era solo il 5%. Contestualmente il 48% dei fund manager ritiene che l’obbligazionario sia sopravvalutato. Coloro che si attendono un deterioramento dei profitti aziendali nei prossimi 12 mesi sono cresciuti al 68% del campione dal 57% di gennaio. E’ inoltre raddoppiata la percentuale di gestori che giudicano l’economia già in recessione: ora la quota è pari al 16%. Il 28% ritiene invece che una recessione nei prossimi 12 mesi sia probabile (dal 19%). L’8% dei gestori dice di essere sottopesato di azioni, mentre le posizioni di sovrappeso sui mercati azionari emergenti hanno iniziato a essere ridotte.
Finita anche la luna di miele tra gli investitori e l’azionario europeo, durata 4 anni. Solo il 7% dei gestori è sovrappesato su azioni della zona euro, contro il 23% di gennaio. Il 49% degli investitori dell’Eurozona ritiene che la politica monetaria della Bce sia eccessivamente restrittiva. “Gli investitori dell’Eurozona chiedono un taglio dei tassi, non preoccupati dall’inflazione ma da un potenziale collasso della crescita – spiega Karen Olney, chief strategist di Merrill Lynch sull’azionario europeo. “Gli investitori stanno lanciando un chiaro segnale che si aspettano una serie di riduzioni alle previsioni di consensus sugli utili – il 96% ha detto che queste stime sono troppo alte”. “Il mercato – gli fa eco però l’economista di Merrill Lynch, Guillaume Menuet – sta prezzando un taglio dei tassi di 75 punti base, ma dato l’outlook sull’inflazione non crediamo che la Bce abbia spazio di manovra per portare a compimento tale taglio”.