Valute emergenti, La pressione al ribasso sarà più contenuta nel 2016. Migliori prospettive per lira turca e rublo
Anche se il deprezzamento dovrebbe essere inferiore rispetto a quanto avvenuto nel 2015, per le valute emergenti sarà un nuovo anno di sfide. Ma, dato il forte ribasso già registrato, ci si aspetta che la pressione nel 2016 sarà più contenuta. E’ questo il giudizio espresso in un report da Société Générale. Che però aggiunge: “Il cocktail 2016, caratterizzato da una politica di restringimento della Fed, una crescita dell’economia cinese sotto le attese, una svalutazione del Reminbi e un aumento del rischio di corporate defaults, genererà debolezze nei Mercati emergenti durante tutto il primo semestre”.
Molteplici minacce
SocGen dipinge il quadro delle prossime settimane: “Ulteriori ribassi nel prezzo del petrolio potrebbero rappresentare una nuova minaccia; la volatilità rimarrà elevata e la bassa propensione al rischio, con una tendenza al disinvestimento, affliggerà ancora i Mercati emergenti. “Tuttavia – spiega ancora SocGen – tutti questi rischi sono stati in gran parte prezzati, ma bisogna considerare un possibile risvolto negativo nell’ipotesi che la situazione peggiorasse ulteriormente“. Le valute che soffrono di un più forte deprezzamento hanno come principali caratteristiche comuni la forte esposizione al prezzo delle commodities, e in alcuni casi importanti disavanzi delle partite correnti. “Ma alti deprezzamenti non rappresentano un motivo sufficiente per puntare sui Mercati emergenti, a meno che non emerga un catalizzatore“, aggiungono gli analisti.
Le prospettive peggiori…
SocGen ha analizzato quindi le singole valute. Per quanto riguarda il Brasile gli analisti non prevedono alcuna politica di easing nel 2016 e ritengono che il Paese abbia meno probabilità di avere un sostegno fiscale e monetario nel breve termine che possa aiutare una ripresa della crescita nel medio termine. “La politica interna e la prospettiva economica saranno i principali motori delle performance della moneta durante il 2016 – dice SocGen – Nel complesso ci aspettiamo condizioni di trading tattiche per il prossimo anno”. Per quanto riguarda il Sud Africa, disoccupazione elevata, incertezza della domanda interna, una crescita debole, crollo del petrolio, esposizione all’economia cinese, vengono in parte mitigati solo da un’esposizione limitata in dollari al debito.
… e le prospettive migliori
Secondo SocGen la Turchia è uno dei pochi Paesi emergenti a beneficiare di una discesa nel prezzo delle commodities. Le previsioni sono quindi di un recupero della valuta dopo la formazione di un governo stabile. Si prevede anche un’accelerazione dell’economia nel primo semestre 2016 grazie alla materializzazione di investimenti e domanda privata previsti per il 2015. “Questi fattori andranno a favore della lira turca – spiegano gli analisti – anche se i bisogni finanziari importanti (25% del Pil) e un debito a breve termine elevato (16% del Pil) rendono la Turchia vulnerabile a potenziali shock esterni”. Scenario rialzista anche per il Rublo, a condizione che i prezzi del petrolio comincino ad aumentare fino a 50 dollari al barile entro la fine del 2016; che il restringimento della Fed sia progressivo; e che la Banca centrale russa non interferisca con il mercato per ricostituire le riserve internazionali. “Un brusco rialzo del cambio USD/RUB, potrebbe ancora una volta rappresentare un rischio per l’inflazione e i tassi russi, così come per la sua stabilità finanziaria”, conclude SocGen.