Usa: Pil 1Q in calo (-0,3%), prima contrazione dal 2022

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Giornata ricca di spunti macroeconomici negli Usa, in una settimana densa di appuntamenti. Dopo i dati negativi di ieri sulle offerte di lavoro Jolts e sulla fiducia dei consumatori, oggi sono stati diffusi i dati Adp sui nuovi occupati del settore privato e quelli sul Pil del primo trimestre, che segnano una contrazione dello 0,3%, peggio delle attese. In rallentamento a marzo il core Pce, la misura di inflazione preferita dalla Fed per le sue decisioni di politica monetaria.
Pil Usa -0,3%, pesano importazioni e spesa consumatori
Secondo la prima stima preliminare del Bureau of Economic Analysis, nei primi tre mesi del 2025 il prodotto interno lordo statunitense ha registrato un calo su base trimestrale annualizzata dello 0,3%. Gli analisti si aspettavano una flessione più contenuta, pari allo 0,2%, mentre nel quarto trimestre del 2024 il Pil era cresciuto del 2,4%.
Per l’economia statunitense si tratta della prima contrazione dal primo trimestre del 2022. A frenare il GDP ha contribuito un’impennata delle importazioni (+41% su base annua) subito prima dell’introduzione dei dazi. Pesa anche la riduzione della spesa dei consumatori.
In particolare, le esportazioni nette hanno sottratto quasi 5 punti percentuali al Pil, il valore più alto mai registrato, mentre la spesa al consumo, che pesa circa per due terzi sull’economia Usa, è aumentata dell’1,8%, il ritmo più debole da metà 2023.
Occupati Adp sotto le attese, Pce core in calo
Separatamente sono stati diffusi i dati di Automatic Data Processing sui nuovi impieghi nel settore privato nel mese di aprile, pari a 62 mila, peggio di qualsiasi stima degli analisti che mediamente si aspettavano 115 mila nuovi occupati. La rilevazione di marzo è stata rivista da 155 mila a 147 mila unità.
Pubblicati anche i numeri di marzo sui prezzi al consumo per spese personali, una metrica attentamente monitorata dalla Federal Reserve per tracciare l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni sui tassi di interesse. Il core Pce, che esclude le componenti più volatili (alimentari ed energia), ha rallentato al 2,6% su base annua (dal 3%), fermandosi per la prima volta da quasi un anno, appena prima dell’introduzione delle tariffe.
Fed alla finestra, prepara tagli tassi in estate
I dati forniscono una prima istantanea degli effetti delle politiche commerciali del presidente Donald Trump sull’economia a stelle e strisce. I dazi rischiano di avere un impatto negativo sul mercato del lavoro e alimentare l’inflazione, due elementi che non farebbero piacere alla Fed.
Al momento i futures scontano quasi quattro tagli dei tassi nel corso del 2025 anche se la banca centrale guidata da Powell dovrebbe mantenere invariato il costo del denaro nella prossima riunione di maggio ed effettuare la prima riduzione solo tra giugno e luglio.