Upb stronca NADef. Savona: “Bce azzeri spread”, mentre scattano più controlli su banche italiane
Il verdetto temuto (più dai mercati che non dal governo M5S-Lega, in realtà), anticipato ieri da alcune indiscrezioni stampa, è arrivato: l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha bocciato la NADef dell’esecutivo, dopo che pareri contrari piuttosto espliciti erano arrivati in giornata anche da Bankitalia e dalla Corte dei Conti.
Ironia della sorte, la manovra del governo Conte è stata bocciata in casa, prima che ufficialmente da Bruxelles (che comunque ha già stroncato la nota di aggiornamento al Def).
Tuttavia, stando alle dichiarazioni rilasciate dopo l’annuncio del verdetto, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini non hanno battuto ciglio, mostrando piuttosto tutta l’intenzione di andare avanti con la legge di bilancio.
Meno convinto sul da farsi si è invece rivelato a sorpresa il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, che ha dato l’impressione di essersi arreso alla forza dello spread nel momento in cui, durante la registrazione di Porta a Porta, ha ammesso che “se lo spread ci sfugge allora sarà necessario apportare modifiche alla manovra”.
Allo stesso tempo, Savona ha rilanciato l’importanza del ruolo salvifico della Bce, sottolineando che Mario Draghi & Co dovrebbero far scomparire lo spread, portandolo a zero.
Irremovibile invece Salvini: “Noi andiamo avanti – ha ribadito – chi si ferma è perduto”.
Idem Di Maio, che non si è lasciato impressionare dalla bocciatura che, in realtà, era arrivata anche prima, nel corso delle audizioni sulla NADef, da Bankitalia (attaccata tra l’altro da Di Maio) e dalla Corte dei Conti.
Quest’ultima in particolare era rimasta perplessa sulle stime reputate piuttosto ottimistiche, da parte del governo, sulla crescita del Pil, oltre a non essere niente affatto rassicurata dalla traiettoria del debito.
Ma a una domanda sull’ipotesi di uno spread a 400, Salvini ha risposto che uno scenario del genere non accadrà.
“Non accadrà, noi andiamo avanti tranquillamente”. Anzi, il vicepremier ha detto chiaramente che “se lo spread continuerà a salire non staremo fermi, abbiamo più di un’idea”.
Il riferimento è stato alla “forza dell’Italia, che Francia e Spagna non hanno, rappresentata da “un risparmio privato senza eguali al mondo, silenzioso o investito in titoli stranieri”.
A tal proposito, il ministro dell’Interno ha detto di essere sicuro che gli italiani siano “pronti a darci una mano se serve”. Aggiungendo:”Stiamo messi meglio dei francesi, se gli speculatori attaccano noi anziché i francesi è perché il nostro è un governo scomodo”.
Dal canto suo, prima del vertice sulla manovra che si è tenuto ieri, Di Maio ha ribadito una frase già proferita qualche giorno fa:
“I mercati vogliono molto più bene all’Italia di tanti euroburocrati quindi non credo assolutamente nel fatto che l’Italia sia a rischio dal punto di vista finanziario. Noi mettiamo al centro i cittadini”.
Detto questo, l’ottimismo del governo si scontra con alcuni rumor riportati nelle ultime ore da Reuters, secondo cui “le autorità di vigilanza bancaria europee hanno intensificato il monitoraggio dei livelli di liquidità delle banche italiane”.
La fonte di alto livello interpellata da Reuters ha precisato che per ora “non vi è motivo di preoccupazione”. I controlli sono avvenuti comunque “più intensamente del solito” e si starebbero concentrando sui depositi dei correntisti e sulla liquidità delle banche italiane.
Ufficio parlamentare bilancio boccia Nadef
Com’era stato anticipato da alcune indiscrezioni stampa, l’Ufficio parlamentare di bilancio ha annunciato la decisione di non validare le previsioni macroeconomiche 2019 contenute nel quadro programmatico della Nota al Def.
L’ufficio ha spiegato la sua bocciatura con le stime troppo ottimistiche che il governo M5S-Lega ha formulato nel NaDef sulla crescita del Pil. In particolare, il numero uno dell’Upb Giuseppe Tesauro si è così espresso:
“I significativi e diffusi disallineamenti relativi alle principali variabili del quadro programmatico rispetto alle stime elaborate dal panel dei previsori rendono eccessivamente ottimistica la previsione di crescita sia del Pil reale (1,5%) sia di quello nominale (3,1%), variabile quest’ultima cruciale per la dinamica degli aggregati di finanza pubblica”.
Ancora:
“Nel caso lo sforzo di bilancio per il 2019 venisse confermato nel Documento programmatico di bilancio (DPB) e se tale sforzo fosse giudicato dalla Commissione Ue chiaramente al di sotto di quanto raccomandato dal Consiglio a luglio (aggiustamento strutturale di 0,6 punti), essa potrebbe considerare come “particolarmente grave” il mancato rispetto delle regole del Patto”.
A questo punto, la decisione del governo potrebbe essere comunicata già in mattinata dallo stesso ministro dell’economia Giovanni Tria che, in una nuova audizione attesa per le 10 di stamattina, potrebbe rendere nota la volontà di recepire le indicazioni dell’Upb oppure quella di snobbarle e spiegare di nuovo il contenuto della NADef, di fronte alle Commissioni di bilancio di Camera e Senato.
Intanto, su Facebook si mette in evidenza un post del M5S:
“Ricordiamo bene chi ha nominato Giuseppe Pisauro, Alberto Zanardi e Chiara Goretti, rispettivamente Presidente e consiglieri dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo teoricamente indipendente che valuta le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo. Furono Pietro Grasso e Laura Boldrini nell’aprile 2014, durante il governo Renzi. Cosa potevamo aspettarci da un organismo che risponde ancora ad una ex maggioranza oggi ridotta a rabbiosa opposizione?”.