Spread non dà tregua al governo, Salvini: “Non mi preoccupa”. Ma sondaggi iniziano a castigare Lega e M5S

Sembrava una giornata di riflessione sul fronte spread, con differenziale tra Btp e Bund che in avvio era tornato sotto 300 pb, ma le pressione rialziste sono presto tornate a prevalere. A metà seduta lo spread ha testato così i nuovi massimi a a 5 anni a quota 316 pb. Il rendimento del Btp a 10 anni è schizzato fino al 3,7%, mentre quello del biennale risulta dell’1,6%.
In mattinata il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito che “lo spread non preoccupa”. “Responsabili sì, ma niente marce indietro. Siamo convinti che le misure che abbiamo previsto creeranno lavoro e ricchezza”, si legge sul profilo Twitter di Salvini riprendendo quanto detto dal leader della Lega a Lione per il G6 dei ministri dell’Interno.
Affondo del FMI e rischio bocciatura DEF da parte dell’Upb
Il FMI ha rimarcato come il taglio delle stime sull’Italia (Pil 2019 visto a +1,2%) è legato al “deterioramento della domanda esterna e interna e all’incertezza sull’agenda del nuovo governo”. “Abbiamo visto lo spread aumentare e questo ha contribuito al taglio delle stime”, ha spiegato il capo economista del Fondo monetario internazionale, Maurice Obstfeld.
E’ emersa poi la possibilità che l’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) bocci la NaDef (nota di aggiornamento al Def) targata M5S-Lega. Nel dossier di cui parla oggi Il Sole 24 Ore si fa riferimento all’assenza di dati chiave, spesso imposti dalle leggi di contabilità: non pervenuta, in particolare, l’articolazione per sottosettori del quadro programmatico in relazione all’aggiornamento degli obiettivi e né la quantificazione puntuale delle clausole Iva che restano per contenere l’indebitamento netto. Niente viene detto, inoltre, su quando sarà riavviato il cammino verso il pareggio di bilancio.
Effetto spread su partiti di governo, scendono per la prima volta i consensi
Il varo del DEF e le tensioni sui mercati sembrano evidenziare dei primi contraccolpi sul governo. L’ultimo sondaggi di SWG evidenzia cali dei consensi per entrambi i partiti di governo. Il M5S passa dal 29,8 precedente al 29%. Nella rilevazione di una settimana conclusasi l’8 ottobre emerge un passo falso anche per la Lega che scende e in maniera più forte passando dal 32,2 al 31 per cento. La Lega negli ultimi mesi aveva visto salire costantemente i propri consensi. In risalita il Pd che torna sopra il 17% (17,2% dal 15,7% della precedente rilevazione).