UniCredit: in arrivo benedizione azionisti a Orcel, l’FT gli consiglia di far tesoro del caso Mustier. Tra le sfide maxi stipendio e grana Mps
Dopodomani, giovedì 15 aprile, Andrea Orcel diventerà ufficialmente nuovo ceo di UniCredit, con i soci della banca che, in occasione dell’assemblea ordinaria e straordinaria daranno la loro benedizione all’AD designato.
In vista dell’insediamento ufficiale nella banca, il Financial Times dedica un ampio articolo all’investment banker, ripercorrendo la sua carriera, ma rimarcando anche la necessità che il neo numero uno faccia ricorso a tutta la diplomazia possibile nel gestire le relazioni con il cda di cui prenderà le redini.
Orcel, infatti, “fa fronte a sfide immediate”, visto che “dovrà decidere velocemente quale sarà il ruolo che UniCredit ricoprirà nel processo di consolidamento del mercato bancario frammentato dell’Italia, preservando un buon rapporto con il nuovo cda altamente politicizzato. Qualcosa che il suo predecessore, Jean Pierre Mustier, non è riuscito a fare. E che alla fine gli è costato il posto di lavoro”.
“Per la prima volta – si legge nell’articolo dell’FT – le cariche più alte di UniCredit saranno ricoperte da due romani, anche se Orcel e il presidente designato Pier Carlo Padoan non si conoscono bene. La prima scelta di Padoan per la carica di AD era ricaduta, (tra l’altro), sull’ex ad di Credit Suisse Tidjane Thiam, in base a fonti vicine al processo di selezione dei candidati. Tuttavia il presidente della Commissione nomine di UniCredit Stefano Micossi – ricorda ancora il quotidiano britannico – ha preferito Orcel, litigando con Padon nel processo (di nomine). Micossi non è stato rinominato”.
Il quotidiano britannico continua, ricordando la questione spinosa del maxi-stipendio che la banca ha deciso di erogare a Orcel: 7,5 milioni di euro, un compenso che, se passerà all’assemblea di dopodomani, farà di lui “il banchiere italiano più pagato e tra i più generosamente premiati in Europa”. Lo stipendio è “decisamente più alto rispetto a quello di Mustier, che si è dimesso a febbraio e che, quando si insediò nella banca nel 2016, si tagliò lo stipendio fisso del 40% a 1,2 milioni di euro e che anche l’anno scorso ha ridotto la propria paga di un quarto, in risposta alla pandemia (Covid), rinunciando a 2,4 milioni di euro di bonus“. Al punto che “il compenso totale di Mustier nel 2020 è stato di 911.000 euro”, ricorda l’FT.
E che dire del piano strategico che il ceo rivelerà tuttavia al mercato soltanto dopo l’estate? Un’anticipazione ufficiale è contenuta nelle risposte che il cda ha dato alle domande pre-assembleari poste dagli azionisti.
“Analizziamo e valutiamo costantemente il nostro portafoglio di attività, al fine di individuare opportunità di ottimizzazione o di crescita. In caso di operazione di natura straordinaria, ne daremo tempestivamente informazione al mercato nel rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili”, si legge nella risposta alla domanda 19, che chiede: ‘Avete in progetto nuove acquisizioni e/o cessioni?’
Dalla risposta si evince chiaramente come Piazza Gae Aulenti non escluda operazioni straordinarie, e l’attenzione del mercato va subito al tema del risiko bancario, dunque a eventuali operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) a cui Orcel potrebbe star già guardando: un matrimonio con Mps, oppure con Banco BPM.
Occhio, riguardo al destino del Monte di Stato, all’osservazione che di recente ha fatto il presidente del Consiglio Mario Draghi.
I rumor su possibili nozze che vedrebbero come regista UniCredit hanno interessato nelle ultime settimane anche Mediobanca; in questo caso l’anello di congiunzione sarebbe il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio.
A tal proposito, un azionista di UniCredit ha riproposto l’eventuale opzione in una delle domande pre-assembleari. “Si è prospettata la possibilità di un’OPA su Mediobanca?“, ha chiesto.
La risposta di UniCredit è stata la seguente: “Non commentiamo indiscrezioni e speculazioni di stampa. Qualora perseguissimo un’operazione di natura straordinaria, ne daremo tempestivamente informazione al mercato nel rispetto delle leggi e regolamenti applicabili”, ha rimarcato ancora una volta il cda.
Fonti FT: Mps è priorità per Padoan. Opa su Mediobanca? Fantasie
Ma cosa deciderà di fare Andrea Orcel? L’FT riprende la patata bollente Mps, interpellando alcune fonti.
“Monte dei Paschi è una priorità per il presidente di UniCredit (Padoan) e per l’Italia“, ha detto un banchiere che venne sondato dal cacciatore di teste Spencer Stuart per il ruolo di AD di UniCredit – Non c’è un’altra banca (a parte UniCredit) che potrebbe rilevarla”.
Un altro banchiere, che conosce Oercel da più di 30 anni, ha affermato che un deal con Mps rappresenterebbe un “clean-up trade” per Orcel, visto che fu lui stesso l’artefice dell’operazione con cui Mps acquistò Antonveneta da Santander nel 2007, per 9 miliardi di euro (più 7 mld di debiti fidejussori), alla vigilia della crisi finanziaria: un accordo che molti ritengono all’origine dei continui problemi della banca senese.
Vale la pena di ricordare che Andrea Orcel, nato a Roma nel 1963, ha la fama di deal maker avendo partecipato a molti round di M&A in passato. Tra i tanti deal spicca anche la fusione tra Credito Italiano e Unicredito nel 1998 che portò alla nascita di Unicredito Italiano e la successiva acquisizione di Capitalia.
Riguardo all’opzione di un’Opa di UniCredit su Mediobanca, l’FT puntualizza che i rumor sul dossier si sono intensificati nelle ultime settimane, aggiungendo tuttavia come diversi banchieri vicini a Mediobanca e a Orcel abbiano snobbato le indiscrezioni, definendole “chiacchiere fantasiose” , alimentate solo sulla scia del desiderio delle autorità di regolamentazione di un risiko tra le banche italiane.
“Se volesse rafforzare la divisione di investment banking di UniCredit, Orcel potrebbe sfilare qualche banchiere a UBS. Non c’è davvero bisogno di acquistare Mediobanca – ha commentato un altro banchiere – Per UniCredit il problema è che è una banca commerciale, dunque assorbire una banca di investimenti piccola non risolverà davvero la questione”.
Piano Orcel solo dopo l’estate, UniCredit rimarca roadmap ESG
Ipotesi FT a parte, ci vorrà ancora tempo prima che il mercato conosca la strategia del ceo designato di UniCredit: il piano strategico dovrebbe essere svelato, come hanno anticipato giorni fa alcuni broker dopo una call con i vertici (il cui esito non è stato entusiasmante), non prima dell’estate.
In un’altra risposta alla domanda di un azionista, la banca ha comunque risposto in che modo la strategia cambierà a seguito della pandemia Covid :
“Il COVID-19 ha innescato un cambiamento nella mentalità, nel comportamento e nelle esigenze dei clienti. Il percorso di digitalizzazione già intrapreso con Transform 19 e rafforzato con Team 23 intensamente impegna il Gruppo con l’obiettivo di fornire servizi basati su tecnologie innovative e processi più semplici e sicuri. Il costante rafforzamento della nostra infrastruttura tecnologica, in termini di aggiornamento evolutivo e stabilità, rappresenta un pilastro centrale della strategia di sviluppo del Gruppo. UniCredit continua a potenziare la digitalizzazione e l’accesso da remoto all’offerta bancaria consentendo ai clienti di scegliere i canali preferiti. Il modello di servizio risponderà alle esigenze dei diversi segmenti, con l’obiettivo di promuovere l’adozione del digitale e l’integrazione dei diversi canali di distribuzione, con una rinnovata attenzione alla consulenza da remoto e al ruolo del contact center. Come parte della strategia generale, UniCredit ha una chiara roadmap ESG che aderisce ai più elevati standard globali e si impegna anche a tutelare il capitale naturale e fornire soluzioni di finanziamento sostenibili. Un percorso di lungo periodo volto alla definizione di una nuova strategia ESG è stato lanciato. Esso rappresenta una componente chiave di una più ampia revisione della strategia in corso. L’attuale Piano Strategico di Gruppo – viene sottolineato -verrà comunque aggiornato per tenere conto del nuovo scenario / contesto macroeconomico e di eventuali ulteriori azioni strategiche“.
Polemica maxi-stipendio Orcel, UniCredit risponde
Diverse le domande degli azionisti sul maxi stipendo di Andrea Orcel, pari a 7,5 milioni di euro, che tante polemiche ha innescato.
La banca ha risposto che “la struttura retributiva prevista per il 2021 è strettamente legata al primo anno del mandato ed è volta a garantire il giusto livello di competitività e attrazione per un dirigente di alto livello. In tale contesto, in sostituzione della remunerazione variabile standard per il 2021 e al fine di favorire l’allineamento degli interessi tra il ceo designato e gli azionisti attraverso la dinamica dei prezzi delle azioni (al rialzo e al ribasso), già nel primo anno nel ruolo, è prevista un’assegnazione una tantum basata su azioni, che consentirà ad Orcel di soddisfare le linee guida sull’azionariato del gruppo, che prevedono che il ceo mantenga un controvalore pari al 200% della retribuzione fissa in azioni”.
Da segnalare che, alla fine di marzo, i due consulenti Glass Lewis e Iss hanno raccomandato di votare contro la politica di remunerazione prevista per il nuovo ceo (2,5 mln fissi e 5 mln la parte variabile in azioni). Parallelamente, però, entrambi i proxy advisors hanno raccomandato di votare a favore della lista proposta che include Orcel come nuovo ceo. E gli analisti di Intesa SanPaolo hanno confermato il loro giudizio sul titolo: “Non crediamo che la nomina di Orcel sia a rischio e ci aspettiamo che venga nominato ceo dopo l’assemblea degli azionisti di aprile”, hanno scritto in una nota, confermando la view neutral sul titolo con target price a 10,1 euro.
Nel dettaglio Orcel riceverà uno stipendio fisso annuo di 2,5 milioni di euro insieme a una remunerazione variabile fino al doppio dell’importo in azioni, secondo i documenti rilasciati prima dell’assemblea. Solo per il primo anno la remunerazione variabile non è soggetta ad alcuna condizione di performance o clausola di claw-back.
“La generosità di UniCredit nei confronti del suo nuovo ceo si scontra con l’attuale contesto globale, la raccomandazione della Bce sulla retribuzione dei dirigenti e la sobrietà dell’era Mustier“, aveva sottolineato l’altro influente proxy adviser Institutional Shareholder Services (ISS).