UniCredit e Intesa SanPaolo: preview conti III trimestre. Margini di interesse rafforzati da Bce, ma c’è il problema NPL. E l’onnipresente doom loop
Attesa per i risultati delle banche italiane, in primis per le Big di Piazza Affari UniCredit e Intesa SanPaolo, in un contesto di sostegno alla redditività da parte della Bce, di esposizione verso la Russia e di timore di una crescita degli accantonamenti per far fronte a un eventuale probabile balzo degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati.
UniCredit e Intesa annunceranno i conti del terzo trimestre dell’anno rispettivamente i prossimi 26 ottobre e 4 novembre.
Così come è stato nel caso delle grandi banche americane, che hanno già snocciolato le trimestrali, le banche italiane beneficeranno del trend rialzista dei tassi di interesse, fattore di per sé che sostiene la redditività degli istituti, e che si riflette in particolare nel NII, margine netto di interesse.
L’effetto delle strette monetarie della Bce dovrebbe dunque essere evidente nei bilanci delle banche.
Dall’altro lato, tuttavia, come è emerso negli Usa, la paura per l’arrivo imminente di una recessione nel mondo dovrebbe aver reso le banche più prudenti, orientandole verso un accantonamento di maggiori riserve, in vista di un molto probabile boom dei crediti deteriorati.
Con la recessione che pare bussare alle porte di tutto il mondo, il rischio NPL è più che concreto visto che, in tempi di crisi, le aziende e le famiglie che hanno ricevuto credito dalle banche fanno decisamente più fatica a rimborsare i prestiti.
UniCredit e Intesa SanPaolo: permangono rischi Russia e BTP
Le banche italiane, inoltre, almeno le Big UniCredit e Intesa SanPaolo, scontano anche altri fattori: intanto, l’esposizione verso la Russia di Vladimir Putin.
Ancora, sull’intero sistema bancario made in Italy pende sempre anche la spada di Damocle del rischio politico, come un articolo di Bloomberg di qualche settimana fa metteva in evidenza:
“UniCredit, Intesa Dragged by 250-Bp Risks; ECB, Italy Budget Key”, era il titolo dell’articolo. Ovvero “UniCredit e Intesa zavorrate dal rischio di 250 punti base( soglia pericolo per la Bce ); fattori chiave sono la Bce e la legge di bilancio“.
Era la fine di settembre, e Bloomberg scriveva:
“La paura della sostenibilità del debito sovrano dell’Italia è ben lontana dall’essere scomparsa per le banche italiane, visto che i rischi di frammentazione, lo spread BTP-Bund per l’appunto, hanno raggiunto quota 250, nonostante il segnale lievemente positivo arrivato dalle elezioni: quello del minor successo incassato dalla Lega” di Matteo Salvini.
L’articolo lanciava un chiaro avvertimento all’Italia del #GovernoMeloni, sottolineando che “la legge di bilancio del nuovo governo sarà attentamente monitorata, visto che in ballo ci sono i $190 miliardi di finanziamenti (per l’Italia) del NextGenerationEU”.
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Oltre al rischio politico, c’è per gli istituti italiani anche quello del ben noto “doom loop”, ovvero dell’abbraccio mortale tra le banche italiane e i BTP presenti nei loro bilanci.
L’articolo di Bloomberg lanciava un avvertimento:
“Le banche italiane potrebbero cercare di diversificare i loro investimenti in bond sovrani, puntando su titoli di stato che non siano BTP, visto l’aumento dei rischi sul capitale che potrebbe derivare dagli aggiustamenti da effettuare al bilancio”.
Detto questo, “alcune banche che hanno investito pesantemente nei bond governativi dell’Italia fair-valued appaiono destinate a essere colpite“, incorrendo nel rischio di svalutazione del capitale.
Equita SIM: Preview conti UniCredit
Andrea Lisi di Equita SIM anticipa per UniCredit, banca guidata da Andrea Orcel, “un altro trimestre solido con attesa revisione della guidance”, ricordando che “Unicredit riporterà i risultati del terzo trimestre il 26 ottobre”.
“Ci aspettiamo un altro buon trimestre dal punto di vista operativo, con ricavi +4% su base annua principalmente grazie alla dinamica positiva del margine netto di interesse (sostenuto dall’incremento dello spread commerciale) e commissioni resilienti, grazie a una buona tenuta delle transactional e financing fees. Il cost to income C/I è atteso a un buon 52%. Sotto la linea operativa, sebbene ci aspettiamo che il CoR (costo del rischio) ‘underlying’ si mantenga su livelli estremamente contenuti, ipotizziamo un CoR in area 50bps con l’accantonamento di ulteriori overlays”.
Equita SIM riassume così le stime per i conti di UniCredit relativi al terzo trimestre del 2022:
- NII o margine netto di interesse: 2,6 miliardi (+4% su base trimestrale, +14% su base annua)
- Totale ricavi: 4.6 miliardi (-3% su base trimestrale, +4% su base annua)
- Utile operativo: 2,2 miliardi (-9% su base trimestrale, +11% su base annua), con C/I al 52%
- LLPs (accantonamenti per perdite su crediti): -577 milioni (50bps)
- Utile netto: €1 miliardo (€900 milioni ex Russia)
“Recentemente – ricorda Andrea Lisi – il CEO Orcel aveva dichiarato che con i risultati del terzo trimestre del 2022 la
guidance 2022 verrà rivista al rialzo (oggi Net Profit ex Russia a 4 miliardi circa) considerando il beneficio al margine netto di interesse NII dal rialzo dei tassi di interesse e ai progressi sulla riduzione dei costi operativi“.
Di conseguenza, “alla luce delle nostre attese sul terzo trimestre e delle indicazioni fornite dalla società, abbiamo rivisto le nostre stime 2022-23-24 ex Russia del 18%-6%-9% rispettivamente, principalmente per riflettere maggiore NII (beneficio da incremento dei tassi), parzialmente compensato da una dinamica più prudente sull’evoluzione delle investment fees e un CoR (costo del rischio) 2023-24 incrementato in media di 13bps p.a. nel 2023-24“.
Equita SIM indica che, “incorporando le nuove stime e un Ke più elevato per riflettere l’aumento dei tassi risk free, il target price è stato alzato del 3% a 15,3 euro per azione, a fronte di un P/E 2023 pari a 7.3 volte e un P/TE di 0,45 volte con ROTE superiore al 7%).
Il rating buy assegnato al titolo UniCredit si spiega con:
- l’eccellente profilo di capitale e asset quality, con presenza di significativi overlays non rilasciati (attesi per un valore superiore a €1 miliardo a fine 2022) e safety buffers per affrontare un peggioramento dello scenario macro.
- La significativa accelerazione della performance operativa
- Multipli compressi (2023E P/TE 0,33x circa) e remunerazione attraente (> 50% dell’attuale capitalizzazione di mercato in arco piano).
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Equita: preview conti Intesa SanPaolo
Gli analisti della SIM milanese Equita ritengono che nei primi nove mesi del 2022 Intesa SanPaolo abbia già raggiunto “la parte bassa della guidance, nonostante un rallentamento delle fee (commissioni) e un costo del rischio (CoR) in crescita”. Il margine netto di interesse è stimato in crescita del 5% su base trimestrale, “supportato dal rialzo della curva dei tassi”. E’ quanto emerge dalla nota di Equita dedicata alla banca guidata da Carlo Messina, firmata anche in questo caso da Andrea Lisi.
“A livello di commissioni, al netto della stagionalità trimestrale”, si prevede “una buona tenuta delle fee bancarie tradizionali a fronte invece di un rallentamento delle commissioni da investimento”.
“Ipotizziamo invece -proseguono da Equita SIM- una debole contribuzione da trading, alla luce dell’elevata volatilità dei mercati nel trimestre. Sotto la linea operativa, riteniamo che anche per il terzo trimestre il costo del rischio si sia confermato su livelli contenuti, tuttavia non escludiamo che nel trimestre Intesa SanPaolo possa considerare prudentemente maggiori accantonamenti e coprire ulteriormente le esposizioni in Russia (€1,1 miliardi circa nel primo semestre del 2022, leggi precedente impatto Russia-Ucraina sui conti)”.
“Complessivamente ci aspettiamo quindi un costo del rischio in area 60 punti base. Sul fronte del capitale, ci aspettiamo un CET1 in leggero calo rispetto al 12,5% del secondo trimestre, per l’impatto dell’aumento dello spread sulla riserva FVOCI (fair value con impatto sulla redditività complessiva)”.
Riassumendo, le stime di Equita SIM sulle voci principali di bilancio di Intesa SanPaolo sono le seguenti:
- Margine di interesse o NII: 2,2 miliardi, in crescita del 5% su base trimestrale
- Fatturato: 4,9 miliardi (-9% su base trimestrale, per via di minori commissioni e trading)
- Utile operativo: 2,3 miliardi, con rapporto cost to income ( rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione) al 54%
- LLPs (loan loss provision, accantonamenti per perdite sui crediti): 700 milioni. (CoR a 60bps).
- Utile netto: 800 milioni
Sulla base di queste previsioni, Equita SIM sottolinea che, “se il terzo trimestre dovesse essere coerente con le nostre attese, Intesa SanPaolo raggiungerebbe la parte bassa della guidance, ovvero un utile netto superiore a 3 miliardi nell’ipotesi di passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione alla Russia”.
Tale fattore, spiegano gli analisti, “darebbe quindi maggiore visibilità sul raggiungimento della parte alta della forchetta (> 4bn)”.
Nella preview sui conti della banca guidata dall’AD Carlo Messina Equita SIM, comunica di aver rivisto al rialzo “la bottom line 2022 a €4,1 miliardi (rispetto ai precedenti €3.9 miliardi), dopo aver incrementato l’NII (il margine netto di interesse) del 4% e ridotto le LLPs (gli accantonamenti per perdite sui crediti) del -2%”.
Ancora: “incrementiamo marginalmente le stime 2023-24 (2%/1% rispettivamente), con una significativa revisione dell’NII (+17% in media), compensata da minori commissioni e, prudentemente, maggiori LLPs (accantonamenti)”.
Equita SIM conferma il target price sul titolo Intesa SanPaolo a €2,7 euro per azione, a fronte di un P/E nel 2023 pari a 9,8 volte e un P/TE pari a 1 volta con ROTE al 10,8%).
In occasione della pubblicazione della trimestrale relativa al secondo trimestre dell’anno, Intesa SanPaolo aveva detto di prevedere un utile netto di oltre 4 miliardi di euro per l’anno in corso, assumendo che non fossero intervenuti cambiamenti critici nell’offerta di materie prime- energia e un utile netto ben superiore a 3 miliardi di euro con l’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione.
La banca guidata da Carlo Messina aveva precisato anche di prevedere una solida posizione patrimoniale, con un obiettivo di Common Equity Tier 1 ratio fully phased-in superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3- Basilea 4.
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