Unicredit-Commerz, nein di Merz. E Orcel ora si allontana anche da Bpm

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Risiko in salita per Unicredit. In Germania, Friedrich Merz ribadisce per la prima volta da Cancelliere quanto aveva ripetuto prima della sua elezione, da capo della Cdu: la scalata di Unicredit a Commerzbank non “s’ha da fare”. E in parallelo, il numero uno di Gae Aulenti, Andrea Orcel, abbassa le mire su Bpm: “Al momento, per come la vedo io, la probabilità di proseguire con l’Ops su Banco Bpm “è al 20% o meno”.
Il dossier tedesco
Secondo il Cancelliere, l’approccio di Andrea Orcel è stato “non coordinato e ostile” e dunque “inaccettabile”. La presa di posizione, che conferma l’inamovibilità del governo tedesco, è arrivata in una lettera del Cancelliere al presidente del comitato aziendale di Commerzbank, Sascha Uebel. Nella missiva, datata 26 maggio, Merz fa sapere ai sindacati che sia lui, sia il governo tedesco “prendono molto seriamente” le preoccupazioni di Uebel in merito all’indipendenza di Commerzbank e al futuro della Germania “come centro di business e finanziario”, anche alla luce dell’ “importanza sistemica” di Commerzbank e del suo ruolo “di primo piano” nel finanziamento della piccola e media impresa tedesca. Merz afferma quindi di condividere l’opinione del ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, secondo cui una manovra non concordata come quella di Unicredit, che tra azioni e derivati ha rastrellato il 29,9% di Commerz, “è inaccettabile”, soprattutto perché riguarda una banca “sistemica”.
“Il governo federale è impegnato a favore di una Commerzbank forte e indipendente”, di cui accoglie “con favore gli ambiziosi obiettivi” del piano industriale e i “risultati incoraggianti” del primo trimestre, “prova del successo dello sviluppo della banca”, scrive Merz, che ricorda come Unicredit resti per ora sotto la soglia dell’Opa e come il suo ministro delle Finanze “stia monitorando attentamente gli ulteriori sviluppi” pronto a informarlo “di eventuali cambiamenti significativi”.
Una presa di posizione che non sembra comunque fermare Orcel che prevede di poter ottenere un “probabile via libera a salire fino al 30% di Commerzbank entro la fine del mese”, ha detto alla Goldman Sachs European Financial Conference 2025 in corso a Berlino. “Abbiamo ancora la gran parte della quota in derivati – ricorda – e il 10% in azioni e in estate prenderemo una decisione se arrivare al 30% o meno, decideremo”. “Se consolidiamo la nostra posizione – sottolinea – arriveremo al 30% in azioni fisiche”.
Il caso Bpm
Sempre più in salita anche il dossier Bpm. L’offerta per Banco Bpm ha fatto nuovamente tappa al Tar del Lazio, di fronte al quale il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha impugnato la delibera Consob che ha congelato per 30 giorni l’offerta di Unicredit. La decisione sul ricorso, discusso di fronte alla seconda sezione quater del Tar, dovrebbe arrivare oggi. Sul dossier Orcel sembra meno ottimista. Al momento, per come la vedo io, la probabilità” di proseguire con l’Ops su Banco Bpm “è al 20% o meno. A questo punto, dovete considerare che se il golden power non viene chiarito in qualche modo ci ritireremo”, sottolinea.
“Se mi chiedono di cessare le attività in Russia rispondo che abbiamo effettivamente interrotto i prestiti dal 2022 – spiega – ma se ho un mutuo di 20 anni non posso accelerare su questo”. “Mi debbono spiegare esattamente che cosa vogliono sulla Russia – argomenta – perché non possiamo interrompere i pagamenti perché ci sono imprese in Germania, Italia e Francia che stanno ancora operando là e per loro ci dobbiamo essere”.
Una mano a Orcel potrebbe arrivare dall’Europa che il 19 giugno, nell’ambito del vaglio Antitrust, potrebbe contestare all’Italia un uso strumentale e contrario alle regole comunitarie del golden power.