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Ue: Pil Italia meglio del previsto nel 2023

13 Febbraio 2023 11:35

Italia in rimonta. Secondo le ultime previsioni economiche dell’Ue, per la precisione della Commissione europea, nel 2023 il Belpaese segnerà una crescita del Pil dello 0,8% e dell’1% nel 2024, mentre l’inflazione è attesa al 6,1%, per andare poi al 2,6% nel 2024.

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Nelle precedenti previsioni di autunno l’attesa era di una crescita del Pil dell’Italia allo 0,3% nel 2023 e all’1,1% nel 2024.  Così ha  il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, presentando le Previsioni Economiche Inverno 2023 della Commissione ue.

“In Italia la crescita si è contratta marginalmente nell’ultimo trimestre del 2022, ma si prevede che quest’anno si riprenda gradualmente e che si eviti una recessione tecnica per il 2023. Il Pil reale dovrebbe crescere dello 0,8% grazie alla domanda privata ma anche ai progetti di investimento pubblico inclusi nel Piano di ripresa e resilienza (PNRR) del Paese. Le prospettive del Pil per il 2024 rimangono praticamente invariate rispetto all’autunno con una crescita prevista all’1%”.

Nella nota con cui ha diramato le stime sul Pil dell’Italia e dell’Ue e dell’Eurozona, la Commissione europea ha così scritto:

“A quasi un anno dall’inizio della guerra di aggressione all’Ucraina da parte della Russia, l’economia dell’UE entra nel 2023 su una base migliore di quella prevista in autunno. Le previsioni intermedie d’inverno alzano le prospettive di crescita per quest’anno allo 0,8% nell’UE e allo 0,9% nell’area dell’euro. Entrambe le aree sono ora destinate a evitare per poco la recessione tecnica prevista per la fine dell’anno. Le previsioni abbassano inoltre leggermente le proiezioni sull’inflazione sia per il 2023 che per il 2024″.

Maggiore resilienza, dunque, da parte dell’economia del blocco:

Dopo la robusta espansione della prima metà del 2022, la dinamica di crescita si è attenuata nel terzo trimestre, anche se leggermente meno del previsto. Nonostante gli eccezionali shock negativi, l’economia dell’Ue ha evitato la contrazione del quarto trimestre prevista nelle previsioni d’autunno. Il tasso di crescita annuale per il 2022 è ora stimato al 3,5% sia nell’UE che nell’area dell’euro”.

Il contesto europeo

Gli sviluppi favorevoli successivi alle previsioni d’autunno hanno migliorato le prospettive di crescita per quest’anno – sottolinea la nota Ue – La continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il forte calo dei consumi hanno lasciato i livelli di stoccaggio del gas al di sopra della media stagionale degli anni passati e i prezzi del gas all’ingrosso sono scesi ben al di sotto dei livelli prebellici. Inoltre, il mercato del lavoro dell’Ue ha continuato a registrare ottimi risultati e il tasso di disoccupazione è rimasto al minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022. La fiducia sta migliorando e le indagini di gennaio indicano che l’attività economica dovrebbe evitare una contrazione nel primo trimestre del 2023”.

I venti contrari, tuttavia, continua la nota, rimangono forti. I consumatori e le imprese continuano ad affrontare gli elevati costi dell’energia e l’inflazione di fondo (inflazione nominale al netto dell’energia e degli alimenti non lavorati) è ancora aumentata a gennaio, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie. Con il persistere delle pressioni inflazionistiche, la stretta monetaria è destinata a continuare, pesando sull’attività delle imprese ed esercitando un freno sugli investimenti”.

Per quanto riguarda l’inflazione, dopo il picco del 2022, l’indice dei prezzi al consumo comunque si ridurrà nell’orizzonte di previsione.

“Tre mesi consecutivi di moderazione dell’inflazione complessiva indicano che il picco è ormai alle spalle, come anticipato nelle previsioni d’autunno. Dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% in ottobre, l’inflazione è diminuita e la stima flash di gennaio è scesa all’8,5% nell’area dell’euro. Il calo è stato determinato principalmente dalla diminuzione dell’inflazione energetica, mentre l’inflazione di fondo non ha ancora raggiunto il suo picco”.

Le previsioni sull’inflazione sono state riviste leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente gli sviluppi del mercato energetico.

L’inflazione globale dovrebbe scendere dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’UE.

Nell’area euro, si prevede una decelerazione dall’8,4% nel 2022 al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024.

“I rischi per l’inflazione rimangono in gran parte legati agli sviluppi dei mercati energetici, rispecchiando alcuni dei rischi identificati per la crescita. Soprattutto nel 2024, prevalgono i rischi di rialzo dell’inflazione, in quanto le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più ampie e radicate del previsto se la crescita dei salari dovesse attestarsi su tassi superiori alla media per un periodo prolungato”, conclude la Commissione Ue.