Ue: “debito Italia motivo di preoccupazione. Per 2018 necessaria correzione deficit strutturale di almeno 0,3”
Il verdetto finale sulla Legge di Bilancio del 2018 arriverà solo a maggio, dopo le elezioni politiche italiane. Un giudizio parziale di Bruxelles sulla manovra, tuttavia, è appena arrivato e non è dei più confortanti. Il vicepresidente Ue Valdis Dombrovkis e il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, hanno confermato quanto trapelato nei giorni scorsi: la Commissione europea ha inviato a Roma una lettera con richiesta di chiarimenti. Destinatario della missiva: il ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan.
La questione, come aveva anticipato anche Dombrovskis in un’intervista esclusiva rilasciata all’Ansa, è che “l’alto debito dell’Italia è un motivo di preoccupazione“, in quanto non sta scendendo in base a alle “regole dell’Unione europea”. L’Italia fa dunque parte di quei cinque paesi dell’Unione europea che sono a “rischio di inadempienza” sugli obiettivi di Bilancio del 2018.
Ciò significa che c’è il pericolo di una “significativa deviazione” da parte del paese rispetto al miglioramento dei conti pubblici concordato.
“Torneremo a valutare il rispetto, da parte dell’Italia, delle regole Ue sul taglio del debito nella primavera del 2018”, conferma Bruxelles, stimando tuttavia la necessità di una correzione del deficit strutturale, per il 2018, di “almeno 0,3 punti”.
Nell’anticipazione all’Ansa, Dombrovskis aveva manifestato già il suo scetticismo:
Nell’opinione sulla legge di bilancio 2018, dopo aver preso in considerazione “”i fattori rilevanti come l’incertezza sulla stima dell’output gap, il bisogno di bilanciare l’aggiustamento con il sostegno alla crescita, siamo dell’opinione che serva un aggiustamento fiscale di almeno 0,3 punti l’anno prossimo – aveva detto il numero due della Commissione europea – E’ lo stesso pianificato dall’Italia, ma attualmente non lo vediamo ancora interamente presente“. Le previsioni sono così di una correzione inferiore, pari a 0,1 punti, come sottolinea anche Moscovici.
Dombrovskis spiega ancora che, nella lettera firmata da lui e da Moscovici, “chiediamo (all’Italia) di non annacquare” gli sforzi di risanamento dei conti pubblici, e di attenersi alle riforme già applicate, in particolare quella delle pensioni”. Tale riforma “è importante per la sostenibilità del debito italiano”, viene infatti sottolineato.
Così aveva affermato Dombrovskis sulla situazione in cui versa l’Italia all’Ansa, prima che le raccomandazioni dell’Ue verso il paese diventassero ufficiali:
“Il debito italiano è un grande costo per l’economia. Al momento viviamo in un ambiente di tassi bassi, ma se c’è un cambio nella politica monetaria, se l’inflazione risale, questo si somma ai costi e può essere fonte di instabilità. Perciò è importante usare questa congiuntura economica per far scendere il debito”.
Anche perchè, aveva messo anche in evidenza, se è vero che crescerà quest’anno e il prossimo, l’economia italiana “resta ancora sotto la media Ue”, a fronte di una disoccupazione che scende “ma resta sopra la media Ue”.
In tutto questo, il debito “resta fonte di vulnerabilità” che toglie al Paese nel 2017, solo per il suo servizio, il 3,8% del Pil.
Da segnalare che gli altri paesi che, secondo la Commissione europea, sono a rischio di “deviazione significativa” rispetto al percorso di risanamento dei conti concordato con l’Ue sono Belgio, Austria, Portogallo e Slovenia.