Notizie Notizie Italia Ubs rivede le strategie sull’azionario americano: focus su sanità, oro e tech cinese

Ubs rivede le strategie sull’azionario americano: focus su sanità, oro e tech cinese

29 Maggio 2025 16:32

Il 2025 ha regalato molte sorprese in campo finanziario. Con il lancio di DeepSeek a gennaio e l’arrivo dei dazi di Trump, le borse globali hanno avuto diverse oscillazioni che hanno cambiato radicalmente i piani degli investitori di tutto il mondo. Da qualche mese i mercati, specie quelli europei, stanno tornando a crescere, come Piazza Affari che ha raggiunto i 40mila punti, cifra che non toccava dal 2007.

Ma è in America che la situazione appare più precaria, con diversi analisti che stanno abbassando il giudizio sulle azioni statunitensi. E lo ribadisce anche la Monthly Letter di Ubs, raccomandando comunque di “mantenere una piena esposizione strategica ai mercati azionari”, scrive Mark Haefele, Chief Investment Officer di Ubs.

Le difficoltà degli Usa

Nonostante sia arrivata in mattinata lo stop da parte della Corte federale del commercio degli Stati Uniti ai dazi, affermando che sono illegali, la paura che Trump possa mettere tariffe a livello settoriale resta. Una paura che allontana gli investitori dall’azionario statunitense e soprattutto dal dollaro, che sta attraversando una fase di particolare debolezza. Ubs ha abbassato il giudizio sul biglietto verde, da neutrale a poco interessante. Nonostante si stia stabilizzando, “ci attendiamo che ricominci a deprezzarsi, a fronte del rallentamento dell’economia americana e della crescente preoccupazione per il doppio disavanzo”, spiega Haefele.

E a subire un taglio non è solo il dollaro, ma l’intero comparto azionario degli Stati Uniti. Ubs aveva inizialmente espresso un giudizio interessante sull’azionario americano, in base alla convinzione che il mercato scontasse un eccessivo pessimismo legato al conflitto commerciale. Il 12 maggio è stato poi abbassato a neutrale. Ora l’S&P 500 si attesta a circa il 3% sopra i livelli precedenti l’annuncio dei dazi del “Giorno della Liberazione” e circa il 17% sopra il successivo minimo. “L’incertezza sul piano commerciale e fiscale rimane alta e potrebbe far risalire la volatilità dei mercati nelle prossime settimane”.

Su quali settori puntare

Questo significa che non bisogna puntare sull’azionario americano? Non esattamente, perchè Ubs prevede comunque un rialzo contenuto dei mercati da qui alla fine dell’anno, tenuto conto della forte performance registrata di recente e delle persistenti incertezze legate alla politica commerciale e fiscale, nonché alle prospettive di crescita economica. “Guardando al 2026, ci attendiamo un’accelerazione dei mercati sostenuta da una crescita strutturale degli utili, da una maggiore stabilità nelle politiche di governo e da un contesto di tassi d’interesse Fed più favorevoli”, spiega Ubs.

Il focus rimane su alcuni segmenti del mercato statunitense, in particolare tecnologia e sanità, oltre che sul comparto tecnologico cinese e sugli indici di India e Taiwan. Tra i settori da tenere d’occhio ci sono l’intelligenza artificiale, transizione energetica, gestione delle risorse e longevità.

Il settore sanitario fino a qualche mese era un terreno molto scivoloso, visti i timori legati ai dazi Usa sui prodotti farmaceutici, alla regolamentazione dei prezzi dei farmaci e alle dinamiche del sistema assicurativo. Ma adesso potrebbe essere il loro momento. “Riteniamo però che il ribasso sia stato eccessivo rispetto ai fondamentali del settore, soprattutto considerando che molte delle proposte avanzate dall’amministrazione Trump in materia di prezzi dei medicinali potrebbero essere oggetto di ricorsi legali”, spiega Haefele.

Occhi sull’IA, anche cinese

Proprio il settore dell’IA sembra tornare in salute, dopo i pesanti ribassi di qualche mese fa innescati dal lancio di DeepSeek. I risultati dell’ultima stagione degli utili rafforzano la fiducia nelle prospettive dell’intelligenza artificiale, anche a seguito della buona trimestrale di Nvidia. Le principali aziende tecnologiche hanno in gran parte confermato le previsioni di spesa, segnalando una domanda di soluzioni IA ancora molto sostenuta.

Anche in Cina si intravedono importanti opportunità. A seguito delle restrizioni Usa all’export di tecnologie, il Paese ha accelerato gli sforzi per raggiungere l’autosufficienza nell’IA, con un focus particolare sulla creazione di un ecosistema nazionale nel campo della potenza di calcolo. “Secondo le nostre previsioni, la capacità di autosufficienza della Cina in ambito IA potrebbe passare dall’attuale 33% a circa il 90% entro il 2029, facendo crescere il valore del mercato domestico da 6 a 81 miliardi di dollari”, afferma Haefele.

L’oro resta un valido bene rifugio

Infine, Ubs analizza anche la situazione dei rendimenti obbligazionari, con quelle investment grade e con rating elevato che offrono un buon equilibrio tra rischio e rendimento, risultando utili anche in ottica difensiva durante eventuali fasi recessive. Un occhio di riguardo va a quelle a media scadenza, essendo quelle a lungo termine maggiormente esposte ai rischi fiscali.

In questo scenario di tensioni geopolitiche e incertezze legate ai dazi, l’oro si è confermato una solida protezione contro i rischi sistemici e crediamo che continuerà a offrire un’efficace diversificazione anche nel medio-lungo termine. Da mesi continua a macinare nuovi record, nonostante il leggero calo degli ultimi giorni; ma resta comunque uno dei beni rifugio a cui fare affidamento.