Trump nomina Bessent al Tesoro: Wall Street apprezza la scelta, dollaro giù
Alla fine, il presidente eletto Donald Trump ha scelto il nuovo segretario al Tesoro e il mercato sembra apprezzare la sua decisione. Si tratta un nome noto a Wall Street, investiore di lungo corso ora legato al mondo degli hedge fund: Scott Bessent. A capo dell’hedge fund Key Square Capital, Bessent è, infatto, considerato da più parti “un market-friendly”.
Ma cosa potrebbe significare per i mercati globali la scelta di Trump di nominare Bessent nuovo segretario al Tesoro?
Bessent al Tesoro
Bessent, 62 anni, è un veterano di Wall Street (ha lavorato tra altro a stretto contatto con il miliardario George Soros) ed è stato tra i più forti sostenitori e i più stretti consiglieri economici di Trump negli ultimi mesi. Lo stesso Trump l’ha descritto come “uno dei principali investitori internazionali e strategist geopolitici ed economici del mondo”. Una scelta che non è stata, invece, accolta bene da Elon Musk che a proposito della nomina ha dichiarato: è una “scelta di business as usual”.
Bessent ha avuto la meglio su una serie di altri nomi noti a Wall Street. Tra questi l’amministratore delegato di Apollo Global Management Marc Rowan e l’ex governatore della Federal Reserve Kevin Warsh (che sembrava in vantaggio, secondo alcuni media Usa). Ma anche Howard Lutnick, numero uno di Cantor Fitzgerald, e John Paulson, un altro gestore di hedge fund.
I mercati apprezzano la scelta di Trump: i commenti
Anche nel corso del primo mandato, il tycoon aveva scelto come segretario del Tesoro un altro nome d’esperienza a Wall Street, come l’ex banchiere di Goldman Sachs Steven Mnuchin. A Bessent andrà uno dei dipartimenti chiave della nuova amministrazione. Bessent ha consigliato a Trump di mettere in campo una “politica 3-3-3“, che il Wall Street Journal ha descritto come “la riduzione del deficit di bilancio al 3% del prodotto interno lordo entro il 2028, stimolando la crescita del Pil del 3% attraverso la deregolamentazione e producendo 3 milioni di barili di petrolio o suoi derivati al giorno”.
“I mercati stanno interpretando in ottica positiva per l’economia la scelta di Trump, poiché potrebbe provare a virare le politiche verso questioni più orientate alla crescita anziché misure più controverse”, ha affermato Jan von Gerich, analista capo di Nordea, ripreso sempre da “The Wall Street Journal”.
“Scott Bessent, che nella sua intervista all’Financial Times dello scorso ottobre aveva definito la minaccia dei dazi da parte di Trump come una minaccia ‘massimalista’ che verrebbe tarata in fase di negoziato di volta in volta aggiungendo, riguardo a Trump, una combinazione di parole che rende bene solo in inglese ‘It’s escalate to de-escalate’ – sottolinea Gianni Piazzoli, chief investment officer di Vontobel Wealth Management SIM – . Se da un lato c’è chi vede Bessent come un Segretario che andrebbe bene in un qualsiasi governo repubblicano, l’articolo dell’FT del weekend ricorda che potrebbe non essere tenero con la Fed dato che una proposta dello stesso candidato intendeva istituire un presidente-ombra della banca centrale”.
Intanto anche questa nomina che dovrà essere suggellata dal via libera del Senato. “Ci aspettiamo che il Senato si muova per confermare Bessent data la sua profonda esperienza nei mercati finanziari. La nomina di Bessent arriva dopo un intenso processo di ricerca, molto più intenso rispetto alla maggior parte delle altre nomine del presidente Trump – Bessent affronta il difficile compito di comunicare le incongruenze nella posizione del dollaro statunitense dell’amministrazione: il presidente preferisce un dollaro più debole, anche se la minaccia di tariffe e le dinamiche geopolitiche potrebbero causarne un ulteriore rafforzamento”, segnala Mark Haefele, chief investment officer, UBS Global Wealth Management.
La reazione del dollaro
Il dollaro, che ha terminato la settimana scorsa in rialzo aggiornando i massimi (principalmente sulla debolezza dell’euro (e della sterlina), ha inaugurato la nuova ottava in calo “in parte come ritracciamento dopo l’ampia ascesa recente in parte sul calo dei rendimenti a lunga in prospettiva di una politica di dazi e tagli fiscali più morbida del previsto da parte di Scott Bessent, indicato come nuovo Segretario del Tesoro”, segnala Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo.
“Gli effetti del “Trump Trade” hanno preso una breve pausa la scorsa settimana, con gli investitori che hanno supportato i Treasury e i mercati emergenti, colpiti da un forte sell off dopo le elezioni Usa – commentano gli esperti di Ebury -. La nomina di Scott Bessent a segretario al Tesoro da parte di Trump, noto “falco fiscale” che non ama i deficit e che ha criticato la politica della Fed come troppo indulgente, porta in discussione il percorso dell’inflazione del secondo mandato di Trump”.