Trump innesca rally forsennato di Bitcoin & co., verso riserva strategica di cripto. Ecco le 5 prescelte

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Donald Trump innesca il grande rimbalzo delle criptovalute. Il presidente Usa ieri ha annunciato la creazione di una riserva strategica di criptovalute indicando nel dettaglio quali cripto verranno incluse. E’ la prima volta che Trump ha dettaglio quello che era stato il proclama d’intenti generico fatto durante la campagna elettorale.
L’annuncio di Trump
“Una riserva di criptovalute degli Stati Uniti eleverà questo settore critico dopo anni di attacchi corrotti da parte dell’amministrazione Biden, motivo per cui il mio ordine esecutivo sugli asset digitali ha indirizzato il gruppo di lavoro presidenziale ad andare avanti su una riserva strategica di criptovalute che includa XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA)“, ha dichiarato in un post su Truth Social. “Farò in modo che gli Stati Uniti siano la capitale mondiale delle criptovalute”.
Tra le valute digitali elencate inizialmente mancavano le due più grandi e in un post successivo è arrivata l’aggiunta. “E, ovviamente, BTC ed ETH, come altre preziose criptovalute, saranno al centro della Riserva”, ha affermato in un post successivo. “Amo anche Bitcoin ed Ethereum!”.
Trump ha specificato che si tratterà di una “riserva” di criptovalute e non una “scorta”. Mentre il primo presuppone l’acquisto attivo di criptovalute in maniera regolare, una scorta semplicemente non venderebbe nessuna delle criptovalute attualmente detenute dal governo degli Stati Uniti (Attualmente il governo detiene già quasi 200mila bitcoin che non sono stati acquistati, ma provengono da sequestri giudiziari di fondi derivanti da crimini).
La reazione delle cripto coinvolte
Immediatamente è scattata la corsa alle cripto menzionate da Trump. Rispetto a Bitcoin ed Ether, le altre non era scontato che fossero incluse nel novero. Così XRP è salito del 33% dopo l’annuncio, mentre il token legato a Solana è balzato del 25%. La moneta di Cardano è salita addirittura di oltre il 60%.
Impennata non di poco conto anche per il Bitcoin, reduce da un periodo di pronunciata debolezza (oltre -18% a febbraio e flessione di quasi il 30% rispetto ai massimi storici del 20 gennaio a 109mila dollari). La cripto più grande al mondo è arrivata a guadagnare nella giornata di ieri il 10% a 94.343 dollari, per poi assestarsi poco sopra area 92mila questa mattina. Venerdì aveva toccato i minimi a tre mesi sotto quota 80mail.
Molto bene anche l’Ether, tra i peggiori performer da inizio anno complice anche l’hack di ether da 1,5 miliardi sull’exchange cripto Bybit, ha guadagnato il 13% riagguantando ieri area 2.500 dollari (stamattina viaggia a 2.400).
Svolta storica e altri paesi potrebbero fare altrettanto
La mossa di Trump segna un cambio di rotta nella politica statunitense nei confronti delle criptovalute, che negli anni era stata caratterizzata da una diffidenza da parte delle autorità regolatorie. Andare a creare una riserva strategica suggerisce che gli Stati Uniti stanno iniziando a considerare le criptovalute come un’opzione legittima per la diversificazione delle riserve finanziarie.
Inoltre, la mossa degli Stati Uniti di creare una riserva di criptovalute potrebbe spingere altri paesi a fare altrettanto, portando a una maggiore integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario globale.
Appuntamento il 7 marzo con il primo Crypto Summit
Maggiori dettagli sulla riserva dovrebbero arrivare venerdì 7 marzo, quando Trump ospiterà il primo vertice sulle criptovalute alla Casa Bianca. Questo evento è atteso con grande interesse dal settore, poiché potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla gestione della riserva strategica e sulle future politiche statunitensi relative alle criptovalute. Tra i partecipanti ci saranno fondatori, ceo e investitori di spicco del settore crypto, nonché membri del gruppo di lavoro del Presidente sugli asset digitali.