Tim sui massimi. Il mercato guarda all’assise e punta alle sinergie con Poste

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A una settimana dall’assemblea, Telecom Italia corre a Piazza Affari e aggiorna nuovi massimi dell’anno a quota 0,40 euro in rialzo di oltre 5 punti percentuali. A supportare l’azione le attese per l’assise, ordinaria e straordinaria, che andrà in scena il 24 giugno dopo un rinvio legato all’ingresso di Poste Italiane nell’azionariato della società al posto dei francesi di Vivendi con il 24,8%. Il mercato guarda con interesse alle sinergie tra i due gruppi e all’asse in via di formazione.
Non solo. All’orizzonte potrebbe anche prendere vita la fusione tra FiberCop e Open Fiber e questo, ricorda Akros, potrebbero generare degli earn-out per Tim fino a 2,5 miliardi di euro, a seconda del livello di sinergie realizzate nell’integrazione.
Le tappe e le sinergie
La liaison tra Tim e Poste che ha risollevato le sorti del titolo della società di tlc – che solo l’autunno scorso languiva in area 0,22 euro – si è sviluppata in due passaggi: l‘acquisizione, a febbraio, di una quota del 9,81% da Cassa Depositi e Prestiti, e poi l’accordo con Vivendi per rilevare un ulteriore 15%, a marzo 2025. Mossa, quest’ultima, che ha portato Poste a diventare il principale azionista con il 24,81%. E che ora prepara il terreno a nuove importanti sinergie.
“La presenza di Poste come primo azionista garantisce una governance più solida (facilitando dunque il processo di ottimizzazione della struttura di capitale e remunerazione degli azionisti), apre ulteriore spazio per sinergie industriali e potenzialmente per sostenere opzioni di consolidamento nel settore tlc”, dicono gli analisti di Equita. Di operazione “positiva” parla anche Akros che sottolinea il passaggio come una liberazione da una “Vivendi ostile che non creava né sinergie né valore per il gruppo”.
D’altra parte, le novità potrebbero essere molte. In primis, i due gruppi a maggio hanno firmato “un Memorandum of Understanding” per un nuovo contratto, che garantirà a Postepay l’accesso all’infrastruttura di rete mobile di Tim a partire dal 1 gennaio 2026.
Poi Poste “ha dichiarato che punta a generare sinergie con Tim, supportando il consolidamento del mercato italiano delle telecomunicazioni”, con Iliad che resta il principale indiziato a una fusione. E che potrebbe anche fare il suo ingresso in Tim come terzo socio di riferimento.
Al momento si parla di risparmi di costo di 200-300 milioni di euro dall’utilizzo della rete di 12.400 uffici postali di Poste Italiane, oltre a un incremento dell’ebitda di circa 200 milioni di euro dalla migrazione del contratto operatore virtuale di PostePay dalla rete Vodafone a quella di Tim con un beneficio complessivo del 20-24% dell’ebitda al domestico di Tim e del 10-12% a livello di gruppo. Per Mediobanca le sinergie “saranno esplorate nella rete (con Poste che lascerà Vodafone), nel consumer (facendo leva sui 13mila uffici postali) e nell’enterprise (partendo dalla connettività, dal cloud e dalla cyber security)”.
L’ordine del giorno
Tornando all’assise, i soci saranno chiamati a votare diversi punti all’ordine del giorno tra i quali l’approvazione del bilancio 2024, la politica di remunerazione e il piano di incentivi e stock option, oltre a modifiche statutarie: tra queste, la riduzione del numero massimo dei componenti del cda e la modifica della percentuale di possesso azionario per la legittimazione alla presentazione delle liste. Inoltre, sul tavolo ci sarà la modifica del perimetro dell’oggetto sociale, in modo da poter successivamente vendere più servizi di Poste, dopo l’ingresso nel capitale dal gruppo guidato da Matteo Del Fante.
Chi voterà contro la modifica dell’oggetto sociale avrà la possibilità di esercitare il diritto di recesso. Il valore è già quantificato: si tratta di 0,2884 euro per le azioni ordinarie e 0,3295 euro per le azioni di risparmio, valore medio del prezzo di Borsa negli ultimi sei mesi che, con questi nuovi corsi, risulta poco conveniente.