Panetta (Bankitalia): previsioni economiche? “Non siamo meteorologi”. Le frasi sulla Bce

Fonte immagine: Getty Images
“Chi si occupa di previsioni economiche – a differenza dei meteorologi – non ha certezza nemmeno sui dati del presente”. Così nel corso della conferenza per i 50 anni di Prometeia, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta.
In un contesto globale ancora segnato da un’elevata instabilità, la politica monetaria dell’area euro si trova ad affrontare nuove e complesse sfide. Le più recenti proiezioni dell’Eurosistema indicano che l’inflazione nei prossimi mesi resterà al di sotto dell’obiettivo del 2%, mentre la dinamica produttiva appare debole e incerta.
Il quadro macroeconomico resta esposto a rischi significativi, difficili da quantificare e valutare. Tra i principali fattori di instabilità, da un lato vi sono i segnali contraddittori provenienti dalla politica commerciale statunitense, e dall’altro l’escalation del conflitto in Medio Oriente tra Israele e Iran.
La risposta della Bce all’incertezza: flessibilità e prudenza
La parola incertezza protagonista indiscussa del discorso del governatore di Bankitalia, che la cita numerose volte per descrivere lo scenario attuale. E proprio alla luce di questo contesto, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha scelto di mantenere un approccio flessibile. Nella sua più recente riunione, ha confermato l’intenzione di calibrare le decisioni di politica monetaria riunione per riunione, senza impegnarsi in un percorso prestabilito. Le opzioni restano aperte, con l’obiettivo di adattarsi in modo reattivo ai mutamenti del contesto economico.
Nel corso del suo intervento il numero uno di via Nazionale ha riflettuto sul ruolo delle previsioni economiche e dei modelli econometrici. Ha ricordato come, negli anni più recenti – durante la pandemia e nella fase di alta inflazione del 2022-2023 – i modelli abbiano registrato errori significativi. Ciò ha riacceso il dibattito sulla loro affidabilità.
Nonostante gli errori iniziali, Panetta ha evidenziato alcuni segnali incoraggianti: studi della Banca d’Italia dimostrano che la capacità di adattamento è migliorata sensibilmente. Rispetto alla crisi finanziaria del 2008 e a quella dei debiti sovrani, durante la pandemia le previsioni sono state corrette con maggiore tempestività. L’errore, ha sottolineato, è in larga misura inevitabile, ma la capacità di apprendere da esso rappresenta la vera leva di miglioramento.
Come migliorare le previsioni: nuove strade e tecniche
La discussione ha fatto emergere diversi percorsi per aumentare l’affidabilità delle previsioni. Tra questi, la valutazione sistematica delle fonti di errore, l’integrazione tra modelli macro e microeconomici e l’uso di scenari alternativi in condizioni di incertezza. Una delle principali lezioni emerse dalle crisi pandemica ed energetica riguarda la necessità di affinare le tecniche previsive per anticipare meglio l’andamento di variabili esogene chiave – in particolare i prezzi energetici. Questi ultimi, notoriamente volatili, hanno un peso cruciale sull’inflazione. Panetta ha sottolineato come, oltre agli shock straordinari, le previsioni siano complicate dalle limitazioni insite nei dati utilizzati, che sono spesso stime soggette a revisioni.
L’importanza della narrazione economica
“Chi si occupa di previsioni economiche – a differenza dei meteorologi – non ha certezza nemmeno sui dati del presente”, ha osservato Panetta con una nota di realismo. Le sfide future impongono l’uso di strumenti ancora più evoluti. Diventerà fondamentale comprendere l’impatto delle tendenze di lungo periodo, come la transizione ecologica, e sfruttare al meglio i progressi nell’elaborazione dei dati.
L’intelligenza artificiale apre prospettive interessanti per modellizzare dinamiche complesse e non lineari – come già accaduto nel campo meteorologico. Tuttavia, in ambito monetario, la possibilità di offrire una narrazione economica resta irrinunciabile. Anche i modelli più avanzati dovranno essere affiancati da strumenti interpretabili e teoricamente fondati.
Una previsione sempre imperfetta
Prevedere l’economia non sarà mai un esercizio esatto. A differenza delle leggi fisiche, gli agenti economici reagiscono alle politiche, formulano aspettative, si influenzano a vicenda. L’errore, quindi, resterà parte integrante del processo.
E proprio per questo motivo – ha concluso Panetta – il lavoro sui modelli non potrà mai considerarsi concluso. Come ricorda ironicamente una celebre battuta: “È difficile fare previsioni, soprattutto quando riguardano il futuro”.