Tim, il ritorno all’utile (nel secondo semestre) spinge il titolo. Occhi su manovre Vivendi e dialogo con Poste

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Titolo Telecom Italia torna sotto i riflettori a Piazza Affari con un deciso rialzo in avvio di seduta. Ieri il consiglio di amministrazione di Tim ha approvato i risultati 2024 che confermano i dati preliminari di febbraio a livello operativo, con un importante segnale nella seconda parte del 2024 (si tratta del primo semestre post cessione della rete). Ovvero, il ritorno all’utile pari a 139 milioni di euro.
Titolo sotto i riflettori anche alla luce dei movimenti nell’azionariato del gruppo. Dopo una girandola di indiscrezioni, a metà febbraio Poste si è fatta avanti, con lo scambio azionario con Cassa Depositi e prestiti (CDP): una mossa che ha visto il gruppo guidato da Del Fante e controllato dal Mef che ha rilevato il 9,81% circa delle azioni ordinarie Tim dalle mani di CDP (società che detiene il 35% del capitale di Poste Italiane ed è a sua volta controllata dal Mef). Allo stesso tempo, il board ha deliberato la cessione dell’intera partecipazione detenuta da Poste Italiane in Nexi pari al 3,78%. Con Poste, ora secondo socio di Tim, che ha iniziato sin da subito a portare avanti il dialogo con Vivendi.
Proprio i francesi sono di recente tornati all’attacco sulla questione cessione rete. Secondo quanto riportato da Reuters, il gruppo francese, primo socio di Tim con quasi il 24%, ha presentato a inizio febbraio ufficialmente appello contro la sentenza del Tribunale civile di Milano che lo scorso gennaio ha bocciato il ricorso di Vivendi contro la decisione del consiglio di amministrazione di Tim di cedere la rete fissa senza passare per l’assemblea dei soci.
Quando sono trascorse circa due ore dall’avvio delle contrattazioni a Piazza Affari, il titolo Tim avanza di quasi il 2% a 0,2633 euro (limando i forti rialzi visti in avvio che avevano portato l’azione oltre quota 0,27 euro).
Il 2024 di Tim: ecco i conti in sintesi
“Il gruppo conferma i risultati esaminati dal cda in sede di preconsuntivo e il miglioramento del business, post cessione di NetCo, che ha portato un significativo aumento della marginalità operativa e un ritorno all’utile consolidato nel secondo semestre dell’esercizio“. Inizia così la nota del gruppo tlc diffusa ieri nella quale sono stati confermati i risultati analizzati dal board in sede di preconsuntivo. Con il Gruppo che firma il ritorno all’utile nel secondo semestre del 2024, evidenziando un risultato netto consolidato di 139 milioni di euro.
Guardando nel dettaglio ai conti dell’esercizio 2024, Telecom Italia ha registrato ricavi di Gruppo pari a 14,5 mld (+3,1% YoY), Ebitda AL a 3,7 mld (+10,1% YoY), Ebit di gruppo per 1,5 mld (+15,1% YoY) e con una posizione finanziaria netta after lease a 7.266 milioni. “Il risultato netto consolidato nella seconda metà del 2024, che rappresenta il primo semestre post cessione di NetCo, è stato positivo per 139 milioni di euro. Su base annua si registra una perdita che, per l’intero esercizio, è in calo del 67% anno su anno a 364 milioni”, sottolinea la società.
Altra voce da monitorare è quella relativa al debito. Da Tim indicano che l’indebitamento finanziario netto rettificato è stato di a 10.126 milioni di euro al 31 dicembre 2024, in diminuzione di 15.530 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023 (25.656 milioni di euro). “Tale riduzione è dovuta principalmente all’operazione di cessione NetCo perfezionata in data 1° luglio 2024 – spiegano – che ha comportato un deleverage pari a 15,3 miliardi di euro – comprensivo di: 5,5 miliardi di euro di trasferimento prestiti obbligazionari all’acquirente, 4,2 miliardi di euro di incasso closing consideration, 3,7 miliardi di euro di deconsolidamento della posizione finanziaria netta di Fibercop e 2 miliardi di euro di deconsolidamento del debito finanziario netto per contratti di leasing iscritto in applicazione dell’IFRS16 – a cui si somma la positiva dinamica della gestione operativa-finanziaria”.
“Il gruppo si attende di tornare all’utile nel 2025 a livello consolidato, mentre a livello di SpA ci aspettiamo un sostanziale break-even nel 2025 e ritorno all’utile dal 2026”, ricordano gli analisti di Equita SIM che confermano la valutazione buy su Tim, con target price di 0,36 euro.
Confermato slittamento assemblea a fine giugno
Intanto la settimana è iniziata con una conferma: lo slittamento dell’assemblea di Tim a fine giugno. Il cda ha, infatti, deciso di posticipare l’assemblea ordinaria degli azionisti, già programmata per il 10 aprile, al 24 giugno 2025. Il motivo? La società spiega che “lo spostamento si rende necessario per aggiornare e completare le attività di engagement verso i soci alla luce delle recenti evoluzioni della compagine azionaria, con l’obiettivo di valorizzare al meglio l’efficienza e la completezza del confronto assembleare”.
Le mosse di Vivendi e il dialogo con Poste
E’ di inizio settimana anche l’indiscrezione riportata da Reuters, secondo cui Vivendi avrebbe presentato il ricorso alla sentenza di primo grado del tribunale di Milano circa la vendita della rete a KKR. “A gennaio, nella decisione di primo grado, il Tribunale di Milano aveva respinto il ricorso di Vivendi, dichiarandolo inammissibile “per difetto di interesse ad agire e per difetto di legittimazione ad agire”, si legge su Reuters. Vivendi rimangono fermi nella loro posizione e ribadiscono che la decisione di cedere la rete fissa avrebbe dovuto essere sottoposta al voto degli azionisti. Una decisione che era in ogni caso attesa e prevista, come sottolineano da Banca Akros.
Prosegue intanto il dialogo tra Vivendi e Poste Italiane. Secondo quanto si legge su “Il Giornale“, sebbene la prima opzione per i francesi resti quella di vendere la quota in Tim, potrebbe esserci anche un’apertura nel valutare di rimanere nell’azionariato. A d una condizione però. “La cosa però non potrebbe prescindere da un ripensamento dell’attuale board, che quanto meno dovrà aprirsi all’ingresso di un rappresentante di Poste la quale ha intenzione di diventare sempre più rilevante nelle decisioni societarie”, scrive il quotidiano.