Spread Btp-Bund sotto 100, Meloni esulta. Ma il merito è del bazooka tedesco

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Traguardo raggiunto. Lo spread tra Btp e Bund scende sotto la fatidica soglia dei 100 punti base. Un importante traguardo che premia la stabilità politica ed economia attuale dell’Italia anche se l’ultima spinta al restringimento del differenziale stamattina è tutta merito della Germania.
Arriva il bazooka fiscale tedesco
Oggi il mercato obbligazionario ha aperto con forti vendite e quindi rendimenti in rialzo in scia all’annuncio arrivato ieri sera da Berlino di un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro in dieci anni, con impatti attesi dal 2026. Un vero e proprio bazooka fiscale su cui Cdu e socialdemocratici si sono messi d’accordo in vista della nascita del nuovo governo. Ci sarà anche un allentamento del ‘freno al debito’ previsto dalla costituzione, escludendo la spesa per la difesa. Entrambe le misure richiedono una maggioranza di due terzi nel parlamento tedesco.
“Le misure annunciate fornirebbero al governo lo spazio fiscale necessario per accogliere la spesa per difesa e infrastrutture e per ora non compromettono i fondamentali del credito molto solidi del governo”, ha detto Yesenn El-Radhi, vicepresidente del Sovereign Group di Morningstar Dbrs. “Allo stesso tempo, la futura coalizione di governo non dovrebbe perdere di vista altre importanti sfide a medio termine, come affrontare la carenza di manodopera, ridurre i costi energetici e ridurre la burocrazia, compresa la semplificazione delle normative aziendali”.
“A livello macro, questa manovra riduce il rischio di peggioramento dell’economia e potrebbe limitare la necessità di tagli profondi da parte della BCE, con effetti positivi per le banche italiane ed europee”, argomenta Luigi De Bellis, Co-Head Research Team di Equita.
Rally dei rendimenti del Bund decisivo per il calo dello spread
La reazione del mercato è stata repentina. I fondi messi in campo sono superiori a quanto atteso e queste spese extra aumenteranno significativamente le emissioni di Bund.
Il rendimento dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni è schizzato in alto stamattina di 20 punti base in area 2,7% trainando verso l’alto anche i rendimenti degli altri titoli di Stato europei, ma meno rispetto alla controparte tedesca con conseguente restringimento degli spread. Stando ai dati di Borsa Italiana lo spread Btp-Bund stamattina è sceso sotto 100 (minimo a 98,85) per poi risalire in area 103. Una discesa sotto 100 non avveniva dal lontano settembre 2021 durante il governo Draghi.
In questa settimana i dati Istat hanno certificato che il rapporto tra deficit e Pil nel 2024 è sceso più di quanto previsto dal governo nel Piano Strutturale di Bilancio: -3,4% contro il -3,8% atteso e a fronte del -7,2% dell’anno precedente. Anche il debito pubblico è meglio del previsto, al 135,3% del Pil dal 134,6% del 2023, ma inferiore a quello indicato dal governo nelle stime del Psb, pari a 135,8.
Verso un cambio radicale del modo di intendere i Bund
“Questo cambiamento radicale altererà in modo permanente il modo in cui vengono scambiati i Bund”, taglia corto Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price in merito alla piano da 500 miliardi. Al momento, gran parte dello stock di Bund è ancora di proprietà del settore pubblico. Le banche centrali straniere ne possiedono circa il 30% a fini di gestione delle riserve, mentre l’Eurosistema ne possiede circa il 25% a seguito delle passate politiche di QE. Il settore privato possiede meno del 50% dello stock in circolazione. Ma la domanda di Bund è molto alta. “Ciò significa che il comportamento del Bund sul mercato obbligazionario è stato notevolmente distorto in passato – argomenta Wieladek – con i Bund che spesso sono scesi in territorio negativo. In passato, nonostante i mercati fossero disposti ad acquistarli, il governo non si muoveva e ne manteneva limitata l’offerta. Ma la situazione è chiaramente cambiata con l’annuncio di ieri sera. In futuro i bund inizieranno a essere negoziati più in linea con gli altri bond rifugio. Tutto questo ha importanti conseguenze per i titoli sovrani dell’area euro e per i mercati obbligazionari globali”.