Tim: Barclays alza ancora l’asticella, ora il target sale a 0,4 euro. Le ragioni

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Telecom Italia mostra i muscoli a Piazza Affari e avanza di oltre il 6% a 0,2973 euro, rimettendo nel mirino i massimi dell’anno toccati lo scorso 13 febbraio a quota 0,3173 euro. A spingere al rialzo il titolo della big italiana delle telecomunicazioni il nuovo report firmato da Barclays che ha nuovamente rivisto al rialzo il target price di Tim, portandolo a 0,40 euro da 0,37 euro (sia per le azioni ordinarie sia per le risparmio). Confermato, invece, il rating overweight sulle ordinarie ed equal weight sulle risparmio.
“Continuiamo a vedere un rischio/rendimento molto interessante e aumentiamo il nostro target price a 0,40 euro per azione“, scrivono gli analisti della banca d’affari inglese.
Sotto i riflettori oggi anche le parole del sottosegretario all’Economia, Federico Freni. “Poste può essere un partner chiave per Telecom Italia, con un ruolo sia finanziario sia strategico”, ha affermato Freni parlando a margine dell’evento per i 50 anni della Consob a Milano.
Barclays alza ancora il target su Tim. I fattori da considerare
Nel report dal titolo “Solid trends ahead and optionalities“, gli analisti di Barclays si sono soffermati sul mercato in cui Tim opera e hanno sottolineato come “la concorrenza rimanga impegnativa nel segmento domestico nel B2C, ma una forte crescita nel B2B nazionale dovrebbe più che compensare e consentire la crescita“. Secondo l’analisi degli esperti della banca inglese, “con una serie di opzioni positive sul piatto (vittoria per il canone di concessione, earn-out e potenziale consolidamento) e un downside risk limitato (leva finanziaria di circa 2x a fine 2024 e ci aspettiamo un free cash flow positivo e in crescita dal 2025 in poi), continuiamo a vedere un rischio/rendimento molto interessante”.
La mossa di Poste e il consolidamento del settore
C’è poi sempre la recente questione dell’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Tim. Dallo scorso febbraio il gruppo guidato da Matteo Del Fante e controllato dal Tesoro, è,infatti, il secondo maggiore azionista di Tim con una partecipazione del 9,81% (il primo azionista resta Vivendi che ha nelle mani quasi il 24% di Tim).
“Sebbene la recente acquisizione da Poste Italiane della quota CDP potrebbe potenzialmente rappresentare un ostacolo per Tim nel perseguire il consolidamento, ci sono molte altre possibilità con il ROCE (return On Capital Employed, ovvero è il rendimento sul capitale investito n.d.r.) del settore delle telecomunicazioni italiano vicino allo zero”, sottolineano da Barclays, secondo cui il mercato ha bisogno di consolidarsi e l’Antitrust appare più costruttivo (su questa opzione).
Restando su questo fronte, spuntano oggi anche le dichiarazioni del sottosegretario all’Economia, Federico Freni, a margine dell’evento Consob di oggi a Milano. Rispondendo a una domanda sul dialogo tra Poste e Vivendi sul futuro della partecipazione dei francesi nel capitale del gruppo italiano ha detto: “Il dialogo con Vivendi mi sembra avviato verso una certa linea ormai, da un po’ di tempo. Vivendi non è mai stato un investitore, un partner strategico industriale in Tim”.
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Le nuove stime di Barclays
Nel report firmato oggi da Barclays sono state riviste anche le stime. In particolare, la banca inglese “ha incrementato i ricavi B2B per il 2026-2027, rispettivamente del 2% e del 5%, ma in linea con le indicazioni del management per il 2025 a livello di gruppo”. Da Barclays hanno, invece, mostrato ancora una certa cautela sul B2C, dove non prevedono alcuna stabilizzazione dei ricavi. Nel complesso, Barclays ha poi ridotto le stime sui ricavi di circa -1% per il 2025-2027 e ha lasciato quelle relative all’Ebitda reported sostanzialmente invariate.
Barclays ha anche aggiornato le stime sui dividendi per riflettere pienamente la guidance: ovvero 0,35 miliardi di euro di dividendi straordinari pagati nel 2026 e circa 1,1 miliardi di dividendi ordinari tra il 2027 e il 2027.
“Non includiamo nelle nostre stime l’annunciato riacquisto di azioni di Tim Brasil a cui Tim non prevede di partecipare: ciò potrebbe rappresentare circa 0,1-0,2 miliardi di debito netto extra entro la fine dell’anno 2025 ma con una partecipazione in Tim Brasil di circa il 2% in più (attualmente il 67%)”, ha precisato Barclays indicando che le stime pubblicate si basano sul forex e non sulle ipotesi di Tim.
La view degli analisti sul titolo Tim
Un 2025 che continua ad essere positivo per Tim in Borsa: da inizio anno il titolo ha messo a segno un rialzo di oltre il 20%, tenendo così lontani i “ricordi” di un anno fa. Nel marzo del 2024 il titolo era crollato dopo la pubblicazione del nuovo piano industriale di Tim, piano che non aveva allora convinto appieno il mercato su alcuni target relativi al debito.
Intanto la view degli analisti resta positiva su Tim: con il 70% di giudizi buy, il 30% di rating hold, e nessun buy. Al momento, il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg, assegna per Telecom Italia un target price di 0,35 euro (inferiore al nuovo tp assegnato da Barclays) con un potenziale upside di quasi il 17%.