Notizie Criptovalute Tether chiama Elkann: ecco il piano ‘mjga’ per la Juve tra trumpismo e cripto miliardi (investendo su tre asset)

Tether chiama Elkann: ecco il piano ‘mjga’ per la Juve tra trumpismo e cripto miliardi (investendo su tre asset)

17 Febbraio 2025 12:26

Il colosso delle cripto Tether ha un cuore bianconero. Venerdì la società che gestisce la maggiore stablecoin al mondo ha annunciato di aver preso una quota di minoranza strategica nel capitale della Juventus. Una mossa che ha scaldato solo in parte il titolo Juve che invece oggi sfreccia a Piazza Affari (+6,3%) in virtù anche dei successi sul campo. La vittoria di misura sui campioni d’Italia dell’Inter proietta i bianconeri al 4° posto, agganciando la Lazio.

Contestualmente dall’AssiomForex è arrivata l’ennesima invettiva di Bankitalia, per bocca del governatore Fabio Panetta, sui rischi legati alle cripto attività.

Blitz nel capitale della Juventus, ecco cosa vuole fare Tether

Alle ore 15 di venerdì scorso è arrivato l’annuncio di Tether: “Abbiamo acquisito una quota di minoranza nella Juventus”. Nota accompagnata da importanti proclami sulla volontà di portare la sinergia tra sport e asset digitali “a un nuovo livello”, con l’impegno di Tether nel promuovere la tecnologia blockchain e l’adozione delle stablecoin in settori tradizionali come l’industria sportiva.

“In linea con il nostro investimento strategico nella Juve, saremo un pioniere nella fusione di nuove tecnologie, come gli asset digitali, l’intelligenza artificiale e le biotecnologie, con l’industria sportiva consolidata per guidare il cambiamento a livello globale. Esploreremo strade per collaborazioni innovative e il potenziale per rivoluzionare il panorama sportivo globale”. Con queste parole Paolo Ardoino, ceo di Tether, ha accompagnato l’annuncio, scrivendo poi sui social un proclama tutto in stile trumpiano “Make Juve Great Again” accompagnato da altri post con zebre scatenate nella corsa e qualche puntualizzazione.

Nel release infatti Tether non ha fornito dettagli su entità investimento e percentuale della quota. Ardoino ha specificato che Tether ha comunicato alla Consob la propria partecipazione nel capitale sociale della Juventus, una volta superata la quota del 5% dei diritti di voto.

La quota è stata acquistata sul mercato. Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli che detiene il 65,4% del capitale della Juventus, ha prontamente smentito la cessione di parte della sua quota di controllo.

I due cripto miliardari italiani che tifano Juve

La società ha sede a El Salvador ma ha un’anima tutta italiana. Il suo fondatore è Giancarlo Devasini, che è anche accreditato di avere la maggiore quota azionaria. Ex chirurgo plastico, Devasini grazie al successo di Tether ha scalato le classifiche dei miliardari tricolori e risulta al quarto posto con una ricchezza stimata di 9,2 miliardi di dollari. Nella classifica dei paperoni figura anche Paolo Ardoino, ceo di Tether, con 3,9 miliardi.

In un’intervista concessa oggi al Corriere, il ceo Ardoino spiega che Tether “ha la capacità finanziaria per sostenere la Juve nei prossimi 2000 anni”. Il manager ha precisato che ci sono stati scambi con dirigenza e proprietà per “una valutazione strategica”. “Vorremmo aiutare la dirigenza, chiedendo se sarà poi necessario acquisire una quota maggiore. Non siamo un fondo speculativo. Dunque, per una serie di fattori, a partire dal tifo: sia io che Giancarlo siamo tifosi. E poi perché la squadra, tra i club più importanti del mondo, ha potenzialità incredibili”.

Tether, conosciamola meglio

Decisamente meno conosciuta rispetto a Bitcoin & co, Tether gestisce Usdt, il terzo token per capitalizzazione di mercato (oltre 140 miliardi di dollari) e nettamente primo fra le cosiddette stablecoin, ossia criptovalute il cui valore è ancorato a quello di un altro asset, nel caso di tether al dollaro Usa; questo fa sì che sia un asset utilizzabile nei servizi finanziari basati su blockchain e nelle transazioni più comuni, come il pagamento di beni e servizi.

E come rimarca la stessa Tether, la sua base utenti di oltre 400 milioni di utenti è nei mercati emergenti dove funge da sostituto digitale del dollaro Usa.

Profitti monstre di Tether, ecco come fa

Tether arriva da un anno d’oro, chiuso con 13,7 miliardi di dollari di profitti, di cui ben 6 miliardi nel solo ultimo trimestre del 2024. Nel quarto trimestre del 2024 ha emesso 23 miliardi di dollari in Usdt, portando il totale di fine anno a 45 miliardi di dollari. La sua esposizione diretta e indiretta ai Treasury statunitensi ha raggiunto il livello record di 113 miliardi di dollari. Anche il buffer di riserva in eccesso dell’azienda ha superato i 7 miliardi di dollari, segnando un aumento del 36% nell’ultimo anno.

Tra i dubbi che in passato più volte sono stati sollevati su Tether è che la stablecoin non avesse in portafoglio sufficienti dollari USA per coprire l’intero valore di mercato di tutti gli USDT emessi. Tether deve ancora condurre audit completi che potrebbero fornire una valutazione approfondita dei suoi bilanci e lo scorso autunno il ceo Ardoino ha dichiarato a Fox Business che Tether era intenzionata a risolvere dubbi attraverso un audit con le Big Four (Deloitte, PwC, EY e KPMG). Tuttavia, le società di contabilità sono apparse riluttanti a lavorare con l’azienda perché temono che ciò danneggi la loro reputazione.

Il mix perfetto: Treasury, bitcoin e oro

Tether non ha divulgato quanto deteneva a fine anno di bitcoin e altri asset come l’oro. Ma dai dati alla fine del terzo trimestre 2024 emerge un aumento delle sue partecipazioni in Bitcoin e metalli preziosi rispettivamente a 4,8 miliardi di dollari e 5 miliardi di dollari.

L’emittente di stablecoin prevede di lanciare nuovi prodotti attraverso piattaforme di intelligenza artificiale, telecomunicazioni, istruzione e altre aree.

Il monito di Panetta (Bankitalia) sul rischio cripto

Sabato dal palco dell’AssiomForex il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ha toccato anche l’argomento criptovalute e dei rischi di un loro uso per fini illeciti. Per il governatore della Banca d’Italia ha spiegato che fino ad oggi i fallimenti e le irregolarità nel settore hanno avuto impatti limitati sul sistema finanziario per “merito della separazione tra i due ambiti e dell’intervento delle autorità europee e americane”. La situazione però potrebbe cambiare alla luce dell’orientamento della nuova amministrazione americana, orientata verso una maggiore diffusione delle criptovalute. “Gli arbitraggi normativi potrebbero risultare particolarmente insidiosi e difficili da contrastare”, argomenta il numero uno di Palazzo Koch che teme che “alcuni operatori potrebbero sfruttare le differenze regolamentari per adottare pratiche opache o altamente rischiose, con possibili conseguenze sui risparmiatori e sull’integrità del sistema finanziario”.