Tesla, record di vendite ma Musk non è contento
A Wall Street andamento contrastato per Tesla che al momento in pre-market si trova in calo del 2% trovandosi così a quota 200 dollari ad azione.
Nella giornata di ieri, Tesla ha pubblicato il rapporto sulla produzione e le vendite di veicoli relativamente al primo trimestre per il 2023, riportando 422.875 consegne (con una produzione totale del primo trimestre a quota 440.808 unità). Un dato record anche se leggermente al di sotto delle stime dettate dal Ceo Elon Musk, che si aspettava un ritmo di produzione più rapido in modo da garantire un incremento del 50% rispetto all’anno scorso.
Le consegne di Tesla sono risultate essere in linea con le aspettative degli analisti, che secondo una media stilata da FactSet le stime variavano in una forbice compresa tra 410.000 e 451.000 consegne previste.
Guardando nel dettaglio i numeri del primo trimestre del 2023 vediamo come le vendite totali nel periodo rappresentano un aumento del 36% delle vendite rispetto alle 310.048 consegne registrate nello stesso periodo dell’anno precedente; oltre che una crescita del 4% delle vendite rispetto all’ultimo trimestre del 2022 (405.278 veicoli venduti).
Vendite spinte dal taglio dei prezzi
Il primo trimestre del 2023 è stato caratterizzato da ripetute e importanti riduzioni dei prezzi da parte di Tesla negli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Cina. Da questo punto di vista è chiaro che questi tagli di prezzo hanno ravvivato la domanda in un mercato automobilistico in rallentamento, favorendo l’incremento delle vendite trimestrali di Tesla che hanno raggiunto un nuovo record storico.
Tesla ha dichiarato di aver prodotto 19.437 veicoli Model S e X e ben 421.371 dei suoi veicoli Model 3 e Y per il periodo che termina il 31 marzo 2023. Ricordiamo che da gennaio Tesla ha tagliato i prezzi di tutta la sua gamma di veicoli, ma proprio sui modelli Model 3 e Y si sono concentrati gli sconti di Tesla che sono arrivati quasi al 20%.
Teniamo presente che le vendite delle berline Model 3 e i crossover Model Y hanno rappresentato circa il 97% delle consegne del primo trimestre dell’azienda.
Gli sconti aggressivi praticati da Tesla hanno scatenato una vera e propria “guerra dei prezzi” nei veicoli elettrici, sfidando i concorrenti, tra cui Ford e General Motors, che stanno cercando di guadagnare quote di mercato nel segmento dei veicoli completamente elettrici.
Tesla ha infatti più spazio di manovra rispetto alla maggior parte dei produttori di automobili per giocare con i prezzi, e questo grazie a margini operativi relativamente elevati, oltre che un robusto cuscinetto di cassa.
Tuttavia, sono ormai tre anni che Tesla non lancia sul mercato un nuovo veicolo passeggeri, un lungo periodo di tempo rispetto a quelli che sono gli standard del settore. Questo ha alimentato le preoccupazioni di alcuni analisti sulla capacità di Tesla di mantenere la sua traiettoria di crescita senza tagliare ulteriormente i prezzi.
“Le consegne dovranno accelerare”
Ma la produzione dovrà aumentare ulteriormente! Questo è quello che si aspetta lo stesso Elon Musk che per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di produzione aprirà nuovi stabilimenti.
Al momento Tesla vende quattro modelli, che vengono prodotti in due stabilimenti negli Stati Uniti (dove produce i modelli S, X, 3 e Y), uno a Shanghai (Cina, dove produce i modelli 3 e Y) e un altro fuori Berlino (Model Y).
Tuttavia, ricordiamo che a marzo, la società aveva annunciato l’intenzione di voler costruire una nuovo polo industriale a Monterrey, nel nord del Messico.
Di recente, Tesla ha avviato la produzione del nuovo autocarro pesante, il Semi, presso il suo stabilimento di batterie a Sparks, Nevada. In tal senso, ricordiamo che Tesla ha già iniziato a consegnare i nuovi modelli del Semi già a partire da dicembre 2022.
Analisi tecnica: prezzi verso i $230
Le azioni Tesla sono aumentate di oltre il 60% nel primo trimestre, chiudendo venerdì a 207,46 dollari prima del rapporto sulla produzione e le consegne. In caso di proseguimento della forza sul titolo, il breakout con volumi dell’area di resistenza posta a quota 215 dollari ad azione, livello da cui transita anche la media mobile a 200 periodi, potrebbe riportare il titolo verso il target prima a quota $230 e poi verso i 250 dollari, prezzi di settembre 2022. Al contrario i supporti più importanti si trovano a quota psicologica dei $200.