Terre rare: il “tesoro di Kiev” nell’accordo Trump-Zelensky

Fonte immagine: Getty Images
Il governo ucraino avrebbe raggiunto un accordo con quello americano per formare una joint-venture finalizzata allo sfruttamento delle “terre rare” del paese europeo, ricche di minerali come litio, titanio, petrolio e gas naturale, nell’ambito del piano di pace concepito dall’amministrazione di Donald Trump.
Come riporta Bloomberg, citando persone informate sulle discussioni, l’esecutivo di Kiev dovrebbe dare il via libera oggi alla firma dell’accordo, e il suggello dovrebbe arrivare venerdì, quando il Presidente Volodymyr Zelensky volerà a Washington per incontrare Trump.
Nella bozza dell’accordo non sarebbero tuttavia menzionate garanzie per la sicurezza ucraina.
Un controverso piano di pace ma tutto è ancora in divenire
Lo sfruttamento delle terre rare ucraine è uno dei punti chiave del piano di Trump per la cessazione delle ostilità tra Russia e Ucraina, di cui peraltro non molto altro è noto concretamente. Il nuovo presidente americano nelle ultime due settimane ha agito con il suo solito stile irruento e imprevedibile, in cerca di un rapido accordo di pace, una delle sue ostentate promesse elettorali.
Ha riavviato i rapporti diplomatici con la Russia per la prima volta dall’inizio della guerra e ha parlato direttamente al telefono con Putin. Ha inviato il segretario di stato Marco Rubio a Ryadh per incontrare il suo omologo Sergey Lavrov e stabilire un percorso diplomatico per arrivare alla pace.
La forma ha irritato sia Zelensky che l’Unione Europea, tenuti esplicitamente in secondo piano e non invitati in Arabia Saudita. Molti hanno interpretato questo come una volontà di segnalare a Mosca che la partita si giocherà esclusivamente tra le due potenze.
Negli stessi giorni il segretario al Tesoro Scott Bessent è stato inviato a Kiev a perorare la causa delle sfruttamento terre rare, coerente con la visione del mondo a somma zero di Trump, il “non farsi fregare”: gli Stati Uniti devono trarre un qualche beneficio economico dai miliardi di sostegno militare dati all’Ucraina in questi anni.
Inizialmente Trump aveva chiesto a Kiev di impegnarsi a ripagare Washington per un ammontare pari a 500 miliardi di dollari derivanti dalle estrazioni minerarie. Questo, insieme all’adozione di una narrativa da parte dell’amministrazione Trump più aperta al punto di vista di Mosca, ha creato ulteriori tensioni con Zelensky e gli alleati europei, culminate in uno scambio di messaggi su X in cui il presidente ucraino ha accusato Trump di essere troppo esposto alla “bolla di disinformazione” russa e Trump ha ribattuto definendo il presidente ucraino “un dittatore”, esortandolo a tenere elezioni per legittimarsi.
Nella nuova bozza di documento il riferimento ai 500 miliardi di dollari sembra essere stato abbandonato, e si parlerebbe invece della creazione di un fondo congiunto tra i due paesi per gestire i futuri proventi dalla sfruttamento delle risorse naturali ucraine. Inoltre, parlando con i giornalisti ieri dallo Studio Ovale, Trump ha detto che impegnandosi all’accordo sui minerali gli ucraini si sono garantiti “il diritto a continuare a combattere”. Sembra quindi che l’approccio dell’amministrazione Trump, come spesso accade, dopo un inizio esplosivo si riveli più moderato.
Va anche ricordato che il sostegno concreto all’Ucraina da parte americana non è stato per ora mai interrotto.
Accordo commerciale di lungo termine è di fatto una garanzia alla sicurezza ucraina?
Secondo funzionari americani che hanno parlato con il Financial Times, legare Ucraina e Stati Uniti da un importante accordo commerciale garantirebbe uno scudo di sicurezza di fatto.
Justin Logan, esperto di difesa e politica estera del Cato Institute, da una lettura di politica interna alle ultime mosse di Trump. “La sostanza sembra essere meno di quanto sembri” ma permetterebbe al presidente di “venderla come una vittoria politica”, in particolare se vorrà chiedere al Congresso ulteriore sostegno per Kiev se le negoziazioni con Mosca andranno per le lunghe.
L’accordo potrebbe anche essere valutabile in chiave di competizione con Pechino, dato che la Cina è in una posizione molto vicina al monopolio per quanto riguarda minerali necessari per la fabbricazione di telefonini e altri apparecchi elettronici. “È chiaro che Europa, Giappone e Stati Unit dipendono tutti dalla Cina per i minerali di terre rare”, ha detto al New York Times Serhiv Vyzhva, direttore dell’Istituto di Geologia all’Università Taras Shevchenko di Kiev.
Titanio, Litio e Uranio tra i minerali rari in Ucraina
Secondo uno studio della Kyiv School of Economics riportato dal New York Times, l’Ucraina controlla oltre 100 grandi depositi minerari e anche alcune piccole riserve di petrolio e gas naturale.
L’accordo potrebbe essere un primo passo verso una collaborazione più ampia con Washington
L’idea di offrire lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine in cambio del sostengo militare è stata già proposta da Zelensky al parlamento ucraino per al prima volta lo scorso autunno. Allora il presidente ucraino ne aveva probabilmente esagerato il valore, parlando di “migliaia di miliardi” di dollari. Quel valore, disse allora, sarebbe stato appannaggio “o della Russia e dei suoi alleati o dell’Ucraina e del mondo libero”, a seconda di chi avrebbe vinto la guerra.
Il valore reale delle riserve ucraine è difficile da stimare, ma in molti sono d’accordo nel dire che le cifre dette da Zelensky siano state esagerate.
In ogni caso a Kiev sembrano convinti che l’accordo raggiunto con Washington sia molto più favorevole rispetto a quanto si pensasse nei giorni scorsi e non si limiti solo ai minerali.
“L’accordo sui minerali è solo una parte della questione. Abbiamo sentite molte volte da parte dell’amministrazione che è parte di una contesto più ampio”, ha detto al Financial Times Olha Stefanishyna, vice primo ministro ucraino.