Notizie Notizie Italia Telecom: attesa per conti 2010 e business plan, Equita non vede miglioramenti in Italia

Telecom: attesa per conti 2010 e business plan, Equita non vede miglioramenti in Italia

31 Gennaio 2011 08:50

Febbraio sarà un mese decisivo per comprendere meglio le mosse future di Telecom Italia. Il mercato, infatti, è già proiettato verso il prossimo 24 febbraio quando il gruppo tlc guidato da Franco Bernabè riporterà i risultati dell’esercizio 2010 e svelerà il nuovo business plan 2011-2013. Equita però non si aspetta grosse novità rispetto all’andamento registrato nel terzo trimestre dello scorso anno. Tradotto: debolezza in Italia, conferma della leadership in Brasile. “Ci aspettiamo che il quarto trimestre confermi operazioni domestiche deboli – scrive oggi la sim milanese – con wireline in calo del 4% e mobile dell’8%”.
 
Sempre Equita ha ridotto la raccomandazione su Telecom Italia a reduce (target price a 1,20 euro) e il titolo dell’ex monopolista lascia sul parterre di Borsa lo 0,85% a 1,045 euro. Gli analisti della sim milanese si aspettano un Ebitda 2010 a 11,7 miliardi di euro, in crescita del 3% grazie al consolidamento di Telecom Argentina, un utile netto di 2,4 miliardi di euro, +51% rispetto al 2009 dove però avevano pesato svalutazioni consistenti, e un debito netto a 32,1 miliardi di euro. Inoltre Equita pensa che il dividendo verrà incrementato ad almeno 5,5 centesimi per le ordinarie (dai 5 centesimi del 2009) e a 6,6 centesimi per le risparmio.
 
Analizzando invece la performance del titolo, che da inizio anno ha avuto una performance discreta, Equita sottolinea che “i multipli sono contenuti ma pensiamo siano destinati a restare tali finché non ci saranno concreti segnali di una stabilizzazione del business domestico, che non ci aspettiamo nel primo semestre del 2011”. Per quanto riguarda la strategia del prossimo triennio, i punti chiave resteranno la riduzione del debito e la disciplina dei costi, in modo che l’indebitamento di Telecom potrebbe scendere entro il 2012 sotto i 28 miliardi di euro.


Non si fermeranno, quindi, i tagli della forza lavoro in Italia, dopo una riduzione del 10% realizzata negli ultimi anni. “Lo facciamo per essere competitivi – aveva spiegato qualche mese fa Bernabè – in un’arena diversa dal passato. Essere sempre più snelli consentirà di trasferire i vantaggi della maggiore efficienza ai clienti e agli azionisti”. Il Ceo, inoltre, ha sempre sottolineato come Telecom abbia sempre operato in modo ordinato, “negoziando con le forze sindacali”.