Tassi mutui, per l’Abi possibile un calo già a gennaio
Ci sono speranze per i tutti gli italiani che hanno un mutuo a tasso variabile. Le tensioni che tuttora segnano il mercato interbancario (e quindi il tasso Euribor) sono infatti parzialmente venute meno a e i tassi sui mutui potrebbero ridursi già a gennaio. A dirlo è un rapporto del centro studi e ricerche dell’Abi pubblicato oggi. Nel frattempo però gli italiani fanno i conti con tassi sui mutui che lo stesso bollettino mensile dell’Abi segnala a fine dicembre nuovamente in crescita, al 5,72% dal 5,66% di novembre.
Il rapporto stima che si assisterà a un deterioramento del tasso di crescita dell’attività bancaria, che dalla vivacità di fine 2007 dovrebbe registrare una lieve variazione nel biennio 2008-2009. In questo contesto a fare bene dovrebbe essere ancora il credito al consumo, che dal +6% previsto in chiusura di 2007 dovrebbe avere una ripresa all’8,6% per il 2008 “a riflesso degli effetti del progressivo mutamento delle abitudini di spesa delle famiglie italiane, che tendono a sfruttare maggiormente le diverse opzioni di pagamento nell’acquisto di beni”. Gli impieghi complessivi, saliti nel 2006 del 10,9%, dovrebbero espandersi quest’anno del 10% ed evolvere ad un tasso medio tra il 7,5 e l’8% nel successivo biennio.
In modo parallelo al rallentamento degli impieghi corrisponderanno minori necessità di raccolta dal lato dell’offerta. Sul fronte della composizione nel outlook dell’Abi si prevede un’espansione dei depositi del 4,5% in media d’anno nel biennio prossimo (4,9% nel 2007 contro il 5,2% del 2006), mentre il ripiegamento potrebbe essere più sensibile per quanto concerne le obbligazioni.
L’esercizio di previsione, si legge nel bollettino mensile dell’Abi, prospetta la conferma della buona dinamica della raccolta sull’estero che, seppur in decelerazione rispetto all’anno passato (+26,3% nel 2006), dovrebbe segnare una crescita a due cifre anche nel 2007 (+17%), per poi rallentare in misura maggiore nel successivo biennio (rispettivamente l’8,5 e l’8,9% nel 2008 e nel 2009). Il rallentamento dei flussi creerà l’esigenza di governare il portafoglio titoli in maniera tale da garantirne un’espansione più modesta rispetto a quella messa in pratica negli ultimi due anni: per il 2008-09 si prefigura un aumento intorno all’1% annuo contro il 5,9% nel 2007 ed il 3,8% nel 2006.