Notizie Notizie Mondo Tassi Fed: ancora rischio inflazione, porta aperta a possibili rialzi. Si avvicina Jackson Hole

Tassi Fed: ancora rischio inflazione, porta aperta a possibili rialzi. Si avvicina Jackson Hole

17 Agosto 2023 10:54

“Rischi in aumento legati all’inflazione”. Questo il messaggio principale contenuto nei verbali della Fed pubblicati ieri sera relativi alla riunione di fine luglio (in cui la banca centrale Usa la ha alzato i tassi di 25 punti base nel range 5,25-5,5%), con cui si sono svegliati stamattina le principali Borse europee. Un’indicazione che getta una certa incertezza e solleva dubbi sul cammino futuro della banca centrale Usa in termini di rialzi dei tassi. Insomma, la maggioranza dei partecipanti si è soffermata sui “significativi rischi al rialzo sull’inflazione” che, se materializzassero, potrebbero portare a nuovi rialzi dei tassi. Se una nuova stretta nel meeting di settembre sembra poco probabile (l’attesa è di una nuova pausa come è accaduto a giugno), l’esito delle future riunioni resta ‘aperto’.

Uno dei passaggi chiave è questo: “Con l’inflazione ancora ben al di sopra dell’obiettivo di lungo periodo del Comitato e il mercato del lavoro ancora teso, la maggior parte dei partecipanti ha continuato a vedere significativi rischi al rialzo per l’inflazione, che potrebbero richiedere un ulteriore inasprimento della politica monetaria”. Con l’inflazione, si legge ancora nel documento, che “è rimasta su un livello inaccettabilmente alto”.

Le attese

Come ricordano gli strategist di Mps Capital Services, al momento “i future sui Fed Fund non prezzano pienamente un altro rialzo nel 2023 e si limitano a ridimensionare l’entità dei tagli per il 2024 (circa 100pb sono prezzati per il prossimo anno, con quasi 25pb che sono stati cancellati nell’ultima settimana)”.

Osservando il FedWatch Tool della CME, le possibilità che i mercati si attendono una nuova pausa nel sentiero dei tassi americani nella riunione del prossimo 20 settembre sono all’86,5%, mentre quelle per una nuova stretta nel meeting del primo novembre restano sotto il 40% (circa il 36,2%). Per dicembre (il meeting è in calendario il 13) c’è una spaccatura maggiore: una bassissima percentuale, pari a meno del 5%, inizia a indicare la probabilità di un primo taglio dei tassi, circa il 58% si attende tassi al livello attuale e il 33% un’ulteriore stretta nel range tra 5,5-5,75% e solo un 4% vede un rialzo ancora più forte con i Fed fund nella forchetta tra 5,75-6%.

Anche per ING pausa a settembre

“La Federal Reserve cita i timori sull’inflazione come motivo per tenere sul tavolo ulteriori rialzi dei tassi, ma iniziano a crearsi delle spaccature all’interno del Fomc”, segnala James Knightley, chief international economist di ING, che in linea con il mercato si attende una nuova pausa nel ciclo di rialzi dei tassi della Fed nel meeting di settembre. “La preoccupazione è che possa andare troppo oltre (come sottolineato da alcuni funzionari in queste minute) e aumentare le possibilità di recessione – spiega l’esperto della banca olandese -. Alla luce di questo rischio e degli sviluppi positivi sull’inflazione e sul costo del lavoro, riteniamo che la Fed resterà in attesa per alcuni mesi”. ING ribadisce che il suo scenario base vede un taglio dei tassi di interesse da marzo 2024 in poi.

Appuntamento a Jackson Hole a fine agosto

Adesso il mercato si orienta verso l’appuntamento tradizionale di fine agosto a Jackson Hole. Come ogni anno nel Wyoming si tiene il simposio estivo dei banchieri centrali (in calendario quest’anno dal 24 al 26 agosto). E cresce l’attesa soprattutto per l’intervento di Jerome Powell, numero uno della Fed, che potrebbe probabilmente discuterà dello stato di salute dell’economia Usa e sulla politica monetaria.