Bce prepara altri due tagli tassi a inizio 2025, Villeroy si allea con i mercati
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Archiviata l’ultima riunione Bce del 2024, che ha portato con sé il quarto taglio dei tassi da 25 punti base, i mercati si interrogano già sulle prossime mosse dell’istituto nel 2025. La conferenza stampa di Christine Lagarde ha un po’ spiazzato gli investitori che speravano in toni più accomodanti. Tuttavia, le indiscrezioni circolate nelle ultime ore e le prime dichiarazioni dei funzionari, in particolare del francese Villeroy, forniscono qualche rassicurazione sui prossimi tagli, rispetto alla cautela manifestata dalla presidente.
Bce dovish, Lagarde più cauta
La Bce ha decretato ieri una riduzione di 25 punti base dei tassi di riferimento, la terza consecutiva, portando il riferimento sui depositi al 3,0%. Il comunicato stampa post riunione ha eliminato il passaggio sulla necessità di mantenere i tassi sufficientemente restrittivi al fine di riportare l’inflazione verso il target. La nuova policy si limita invece a sottolineare che “il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine”.
Nella successiva conferenza stampa, però, “la Presidente Lagarde non ha mostrato particolare urgenza sul prosieguo della fase di tagli, enfatizzando la necessità di essere prudenti”, come sottolineato da Mps Capital Services. Pertanto, “la combinazione del comunicato, con diversi elementi piuttosto dovish, e la conferenza stampa, ha prodotto una sorpresa negativa”. Questo ha innescato, tra l’altro, una risalita di oltre 10 bp del rendimento del decennale italiano e un lieve ampliamento dello spread Btp-Bund.
Bce verso due tagli tassi a gennaio e marzo
Già stamani però hanno iniziato a circolare indiscrezioni secondo cui i responsabili di politica monetaria dell’eurozona avrebbero in programma due nuovi tagli dei tassi nei primi due incontri del prossimo anno, a gennaio e a marzo.
Man mano che l’inflazione si stabilizza intorno al 2%, un approccio graduale sembra infatti la strada favorita dai funzionari per non penalizzare ulteriormente la crescita, a patto che le condizioni macroeconomiche si evolvano nella direzione prevista dalla Bce.
Le nuove proiezioni, diffuse ieri, indicano un’inflazione di fondo in calo dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e nel 2027. Il Pil invece è stato rivisto leggermente al ribasso ed è atteso a +0,7% nel 2024, +1,1% nel 2025, +1,4% nel 2026 e +1,3% nel 2027.
Per ora 25 bp, opzione 50 bp per le emergenze
Un eventuale taglio di mezzo punto percentuale, preso in considerazione già ieri, rimarrebbe un’opzione di emergenza nel caso l’economia dovesse manifestare un deterioramento eccessivo, ma la Bce vorrebbe evitare di spaventare i mercati con mosse troppo drastiche.
In ogni caso, come ribadito più volte anche ieri, l’approccio resta guidato dai dati e ogni decisione verrà presa di volta in volta sulla base delle informazioni disponibili, comprese quelle relative alle politiche di Trump una volta che si sarà reinsediato alla Casa Bianca.
Il ritmo di 25 bp sembra dunque un ragionevole compromesso, in grado di accontentare sia i falchi della Bce, preoccupati che l’inflazione torni a mordere, sia le colombe, che temono un rallentamento eccessivo dell’economia.
Villeroy a suo agio con previsioni tagli per oltre 100 bp
Qualche rassicurazione per i mercati è giunta dalle voci di alcuni funzionari (Villeroy, Muller, Kazaks), che “appaiono complessivamente tentare di correggere la percezione del mercato di una Bce timida sulle prossime mosse”, afferma Mps.
Secondo Villeroy, “ci saranno più tagli dei tassi nel 2025”, anche se non esiste una traiettoria predeterminata. Il governatore della banca centrale francese ha comunque affermato di sentirsi “piuttosto a suo agio con le previsioni dei mercati finanziari”. Mercati che al momento stimano almeno quattro riduzioni da 25 bp in altrettante riunioni (fino a giugno) e un allentamento monetario complessivo di circa 120 punti base entro ottobre.
Per Villeroy, la Bce può agire su tre fronti: dimensioni (dei tagli), comunicazione e ritmo. “Possiamo suonare su questi tre tasti del pianoforte contemporaneamente, lo abbiamo fatto finora e potremmo farlo l’anno prossimo”, ha affermato. Secondo lui i tassi sono ancora significativamente al di sopra del livello neutrale, stimato tra l’1,7% e il 2,5%.
La sua controparte estone, Madis Muller, ha ribadito che il costo del denaro è ancora relativamente elevato alla luce della crescita debole, mentre il lettone Martins Kazaks ha aperto a tagli più aggressivi laddove gli sviluppi economici lo richiedano, pur sottolineando che l’approccio attuale è molto appropriato.