Super Tuesday: Nikki Haley si ritira. Trump incontra Musk
Quello che emerge dopo il grande voto di martedì, conosciuto anche come “Super Tuesday” è che il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump si sfideranno di nuovo alle elezioni di novembre. Due nomi, che conosciamo bene, ma suscitano poco entusiasmo tra gli elettori americani. Il primo è considerato troppo vecchio dagli americani per un secondo mandato, mentre il secondo è stato accusato in quattro distinti procedimenti penali per un totale di 91 capi d’accusa.
La vera notizia in seguito al voto di ieri, tenutosi in 15 stati americani é la decisiva vittoria di Donald Trump e il successivo ritiro della sua sfidante repubblicana, Nikki Haley. Haley ha annunciato ufficialmente la sospensione della sua campagna elettorale ma non ha confermato il suo appoggio a Trump.
Super Tuesday, Biden e Trump vincono in quasi tutti stati
Sia il presidente attuale, Joe Biden che il suo rivale Repubblicano Trump hanno prevalso in quasi tutti stati per le nomination del Super Tuesday. Entrambi i candidati hanno registrato delle vittorie in Virginia, North Carolina, Tennessee e Utah dimostrando ancora una volta la presa che esercitano sui rispettivi partiti politici. Detto ciò le primarie non decidono in definitiva chi diventerà presidente, né scelgono direttamente i candidati per le elezioni di novembre. Invece, le primarie scelgono i delegati, che voteranno per il candidato vincitore alla convention di nomina di ciascun partito quest’estate.
Tornando ai risultati del voto di ieri, le vittorie di Trump e Biden sono state meno schiaccianti rispetto alle attese. Il colpo più notevole è stato quello delle primarie dei Repubblicani, dove Nikki Haley è riuscita a vincere lo stato di Vermont con un margine di circa il 50% contro il 46% di Trump.
Biden invece ha subito un’unica sconfitta nelle isole Samoa Americane da uno sconosciuto imprenditore del Maryland, Jason Palmer. Ricordiamo però che non si tratta di un risultato troppo importante in quanto le isole Samoa non sono uno stato ma solo un territorio e quindi i cittadini non potranno votare nelle lezioni di novembre ma potranno inviare 11 delegati che durante le convention estive sceglieranno i candidati da entrambi i partiti.
Ritornando sui Repubblicani, in gioco c’erano 865 delegati, quindi dopo il voto di ieri, Trump ha incassato un totale di 995 delegati. Il che vuol dire che molto probabilmente potrebbe arrivare alla quota sufficiente per la nomination ufficiale già il 12 marzo quando si voterà in quattro stati: alle Hawaii, in Mississippi, in Georgia e nello stato di Washington.
Biden invece ha bisogno di 1.968 delegati: nel Super Tuesday ha vinto quasi 1.420, quindi è quasi ufficialmente confermato alla nomination del partito Democratico.
Trump incontra Musk in cerca di fondi per la campagna elettorale
Mentre secondo quanto riporta il quotidiano americano, il Wall Street Journal, Donald Trump ha incontrato Elon Musk in cerca di donatori per la sua corsa alle presidenziali di novembre dove sfiderà di nuovo il presidente Joe Biden.
I dettagli dell’incontro, riportati per la prima volta dal New York Times, erano scarsi e non era chiaro se Musk si fosse impegnato a finanziare la campagna. L’imprenditore sudafricano si descrive come politicamente indipendente, anche se negli ultimi anni ha espresso il suo sostegno ai repubblicani e ha criticato in più occasioni i democratici e l’amministrazione Biden.
Musk ha detto di aver votato in precedenza per Biden, ma a gennaio ha scritto su X (ex Twitter) che non voterà di nuovo per Biden. Musk ha criticato anche Trump. Nel 2022 ha twittato che “è ora che Trump appendi il cappello al chiodo e salpi verso il tramonto”.
La campagna di Trump a gennaio si è conclusa con 30,5 milioni di dollari in contanti, dietro i 56 milioni di dollari di Biden.