Il summit Ue visto da Exane: necessario andare oltre ciò che il mercato già si aspetta
Attualmente il mercato si aspetta che nel Summit UE sia confermata l’operatività dell’ESM entro il 9 luglio (come affermato dall’Eurogruppo il 21 giugno), l’implementazione del fiscal compact entro fine anno e la presentazione delle linee guida per la redazione di un patto per la crescita che dovrebbe basarsi suquattro fonti di finanziamento principali (Budget UE, BEI, bond per il finanziamento delle infrastrutture e tassa europea sulle transazioni finanziarie). Dato che i mercati prezzano già da tempo tale newsflow, gli annunci su tali temi non dovrebbero rappresentare una sorpresa.
La situazione europea necessita di ulteriori step per trovare una via d’uscita alla crisi in corso. Il prossimo step potrebbe riguardare l’alleggerimento delle pressioni dell’UE sulla Grecia che, aprendo la strada a una moratoria sul pagamento degli interessi, costituirebbe un segnale positivo per i mercati. Un ulteriore step sarebbe un impegno formale dei responsabili politici europei ad iniziare le negoziazioni sul tema dell’unione fiscale e politica (inclusa un’unione bancaria), piccoli passi che condurrebbero verso la mutualizzazione del debito pubblico. Non dimentichiamoci che la Germania ha dichiarato che l’integrazione politica e fiscale è sia l’obiettivo finale dell’Unione Europea sia la condizione sine qua non per la mutualizzazione del debito pubblico. Inoltre i paesi dell’Eurozona potrebbero raggiungere un accordo per mettere in piedi una task force per analizzare il progetto degli Eurobills e del Debt Redemption Fund.
In assenza di nuove iniziative politiche per fronteggiare i crescenti costi del debito pubblico, gli investitori rischiano ancora una volta di rimanere avvolti in un’aurea di incertezza mentre i mercati finanziari navigherebbero ancora in brutte acque. Tuttavia la volontà di intervenire attivamente e di fornire stabilità sul mercato obbligazionario nel breve periodo dovrebbero essere accolti dal mercato come segnali positivi, indipendentemente dal fatto che l’intervento avvenga attraverso la BCE, i fondi di bailout già esistenti o attraverso nuovi veicoli di finanziamento. Qualora l’azione dei responsabile politici aumentasse la visibilità sul futuro dell’Euro, i mercati equity del Vecchio Continente ne sarebbero positivamente influenzati.