Notizie Notizie Mondo #StopHateForProfits fa tremare Zuckerberg, tracollo in Borsa per Facebook (e Twitter) dopo mossa Unilever

#StopHateForProfits fa tremare Zuckerberg, tracollo in Borsa per Facebook (e Twitter) dopo mossa Unilever

27 Giugno 2020 10:39

All’interno di un venerdì difficile per Wall Street, complici i rinnovati timori legati alla seconda ondata di contagi, spiccano le difficoltà dei titoli dei colossi social che in questi mesi sono risultati tra i titoli maggiormente immuni alla crisi Covid-19.

In forte affanno ieri a Wall Street il colosso Facebook scivolato di oltre l’8%, mentre Twitter ha ceduto il 7,4% sui timori di entrate pubblicitarie più deboli complici gli effetti della campagna #stopHateForProfit. A unirsi al boicottaggio dei colossi social per combattere la diffusione di razzismo, odio e disinformazione sul web. A dire stop alle AdV sui social si è aggiunto anche un peso massimo quale Unilever che stopperà la pubblicità su Facebook, Instagram e Twitter negli Stati Uniti almeno fino alla fine dell’anno.

Non solo Unilever

Unilever ha affermato che manterrà i suoi investimenti pubblicitari pianificati spostando le sue spese su altri media. Il colosso che detiene 400 marchi alimentari e di prodotti per la casa specifica che “a causa della polarizzazione dei contenuti e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali Usa, serve più impegno contro i discorsi d’odio”. Unilever si aggiunge in questa scelta ad altri grandi gruppi quali Verizon Communications, Patagonia e North Face. “The North Face sta interrompendo tutte le attività e la pubblicità pagata dagli Stati Uniti a Facebook fino a quando non verranno messe in atto politiche più severe per impedire a contenuti razzisti, violenti o carichi d’odio e disinformazione di circolare sulla piattaforma”, ha comunicato nei giorni scorsi il famoso marchio di abbligliamento.

 

Zuckerberg sotto accusa

La scorsa settimana, organizzazioni a difesa dei diritti civili come NAACP, Anti-Defamation League, Color of Change e Free Press hanno lanciato la campagna “Stop Hate for Profit”, sollecitando gli inserzionisti a sospendere le loro inserzioni su Facebook come protesta contro la brutalità della polizia e il razzismo si diffonde in tutto il paese. Sotto accusa soprattutto il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg. Il ceo di NAACP Derrick Johnson ha sottolineato che Facebook e il suo ceo, Mark Zuckerberg “non sono più solo negligenti, ma proprio compiacenti alla diffusione della disinformazione, nonostante il notevole danno alla nostra democrazia”.

Facebook dipende dalle inserzioni pubblicitarie che portano ricavi per circa 70 miliardi di dollari. Il colosso dei social ha annunciato una revisione delle proprie politiche per promuovere “equità e giustizia razziale”. Un primo segno è arrivato con l’oscuramento di un post di Trump potenzialmente in grado di istigare all’odio.