Notizie Notizie Italia Stipendi bancari, l’Abi replica alla Camusso: ai top manager “solo” 245 mila euro annui

Stipendi bancari, l’Abi replica alla Camusso: ai top manager “solo” 245 mila euro annui

30 Gennaio 2015 15:11
Botta e risposta tra Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, e l’Abi sugli stipendi dei top manager bancari. Il leader della Cgil nel corso di una manifestazione in occasione dello sciopero odierno dei bancari ha fatto riferimento ai livelli retributivi dei top manager nel settore del credito, parlando di un valore medio di 3,7 milioni di euro annui. 
Per gli amministratori delegati stipendi oltre quota 700mila euro
Non si è fatta attendere la replica dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, che rivendica  livelli retributivi decisamente meno elevati. Sulla base delle più recenti elaborazioni Abi su dati aziendali e rilevazioni Banca d’Italia – aggiornate al 2013 e basate su un campione di 435mila lavoratori italiani ed esteri, corrispondenti a oltre il 90% del personale delle aziende e dei gruppi bancari italiani che operano in Italia o all’estero – nell’anno preso in esame i livelli elevati (il cosiddetto “personale più rilevante”, in numero pari a 2.011 unità, lo 0,46% dell’organico aziendale complessivo del campione preso in esame) hanno ricevuto una retribuzione totale annua media pro capite pari a 245.400 euro. 
Nel dettaglio, gli amministratori delegati sono la componente di questo ristrettissimo gruppo cui va la retribuzione media più elevata, in media 703mila euro. Nel 2013 la componente fissa della retribuzione del top management delle banche è risultata pari a 187mila euro, mentre la quota variabile si è attestata a 58.400 euro (di cui 29.900 euro relativi a obiettivi 2013), Tali valori descrivono un rapporto del 31% della quota variabile sulla componente fissa della retribuzione.
I bancari incrociano le braccia per mancato accordo su rinnovo contratto 
Lo sciopero odierno è stato indetto dai dipendenti bancari contro la decisione unilaterale di ABI di dare disdetta e successiva disapplicazione dei Contratti collettivi nazionali di lavoro e a sostegno del diritto della Categoria al rinnovo dei CCNL. L’Abi ha ribadito oggi che se entro il 31 marzo non si perverrà ad un accordo per il rinnovo, il vecchio contratto verrà disapplicato.