Steinhoff, il titolo crolla fino a -72% dopo gli annunci del colosso. KO anche i bond: ed è una brutta notizia per la Bce
Alla borsa di Francoforte esplode lo scandalo Steinhoff International, il secondo colosso europeo attivo nel mercato dell’arredamento, nato in Sud Africa e diventato un gigante retail attivo in Australia, Europa e Stati Uniti.
La società rende noto di aver lanciato una indagine su presunte irregolarità contabili e l’AD Markus Jooste si dimette con effetto immediato. La notizia scatena un sell off sia sulle azioni che sui bond.
In particolare il titolo crolla a Francoforte fino a -72%, il che significa che, in termini di capitalizzazione, vengono bruciati più di 7 miliardi di euro. Steinhoff chiude poi con un tonfo del 64% a 1,08 euro: valore decisamente stracciato rispetto a quei 5,075 euro segnati alla fine del suo debutto alla borsa di Francoforte, avvenuto nel dicembre del 2015, quando la società decise di trasferire il titolo dalla borsa di Johannesburg.
Ko anche i debiti emessi da Steinhoff International: il valore dei bond senior non garantiti con scadenza nel 2025 è capitolato di 41 centesimi circa di euro, a 42 centesimi, prima di recuperare in modo comunque modesto.
Ma quanto rende il collasso più notevole è che queste obbligazioni sono state emesse appena sei mesi fa, a luglio, e hanno un rating investment-grade pari a Baa3, assegnato da Moody’s Investors Service.
Proprio il crollo dei corporate bond di Steinhoff, con scadenza nel 2025, torna ad alimentare diversi interrogativi sul piano con cui la Bce di Mario Draghi, oltre ad acquistare titoli di stato dei paesi membri dell’Eurozona, fa shopping di diverse obbligazioni societarie.
Dai dati di UBS emerge che la Bce in questo caso è il detentore numero uno di questi bond.
Non si tratta solo di un’indiscrezione. Un funzionario stesso della Banca centrale europea conferma che l’istituto detiene “alcuni” di questi bond, senza precisarne la quantità (il limite è comunque pari al 70% delle obbligazioni emesse).
Sempre Bloomberg riporta che la Bce ha acquistato i corporate bond di Steinhoff Europe AG a luglio, il mese stesso in cui è avvenuta l’emissione per un valore di 800 milioni di euro. E’ anche possibile che la Bce abbia effettuato l’acquisto direttamente da Steinhoff, bypassando il mercato secondario.
Tutto nella norma, in realtà. Ma quanto è costato alla fine alla Bce questo suo investimento? E, come chiede FTAlphaville, “potrebbe esserci altro che la Bce ha acquistato e di cui potrebbe alla fine pentirsi?”.
Il molto probabile imminente downgrade a junk delle obbligazioni di Steinhoff alimenta domande su quale sia la natura delle obbligazioni che ingolfano il bilancio della Bce, visto che la banca centrale detiene più del 40% del Pil europeo nel suo bilancio.
L’altro dubbio che scuote la comunità degli investitori è il seguente: cosa accadrebbe se il debito venisse convertito in azioni? La Bce si troverebbe suo malgrado a diventare un rilevante azionista del gruppo, senza avere nessun mandato per farlo.
Lo scandalo contabile travolge intanto direttamente il presidente Christo Wiese, il quarto uomo più ricco del Sud Africa e principale azionista di Steinhoff. Wiese prenderà il posto del dimissionario ceo Jooste diventando ceo a interim.
La notizia dell’indagine non è del tutto nuova. E’ dal 2015 che Steinhoff è caduta nel mirino delle autorità investigative tedesche per presunti reati di natura fiscale. La novità ora è che la società – conosciuta per essere la holding a cui fanno capo diverse aziende, come la catena francese di mobili Conforama, Mattress Firm degli Usa, e Poundland nel Regno Unito, e che ha alle due dipendenze 130.000 persone in tutto il mondo – ha incaricato PwC di far luce sulle irregolarità contabili attraverso una “indagine indipendente”, e ha appunto annunciato le dimissioni del suo AD Jooste.
Secondo quanto riportato da Reuters lo scorso mese, Steinhoff International non avrebbe informato gli azionisti su transazioni per un valore di quasi 1 miliardo di dollari.
Il colosso ha anche cancellato la deadline del 31 gennaio del 2018 per la presentazione del suo bilancio consolidato, affermando che la pubblicazione avverrà solo “quando sarà nella posizione di farlo”. Allo stesso tempo, rimane poco chiaro se Steinhoff sarà costretta a rivedere i bilanci degli ultimi anni.