Notizie Notizie Mondo Non si ferma sell off sui tecnologici, il peggiore da Brexit. A Piazza Affari Telecom non basta, STM -3%. Focus su Carige

Non si ferma sell off sui tecnologici, il peggiore da Brexit. A Piazza Affari Telecom non basta, STM -3%. Focus su Carige

6 Dicembre 2017 11:11

Avversione al rischio sui mercati, dopo l’ennesima batosta sofferta dai titoli tecnologici scambiati a Wall Street. Non per niente, sul Ftse Mib di Piazza Affari, STM si conferma per l’ennesima volta tra i peggiori, scontando l’atteggiamento di risk-off che si sta abbattendo soprattutto sull’hi-tech.

A pesare in generale sull’azionario europeo, sono i cali dei tecnologici e delle risorse di base. A Piazza Affari, le novità che riguardano Telecom, con il cda che ha dato il via libera a chiudere l’accordo con Mediaset sull’acquisto di contenuti, non è uno scudo sufficiente a sostenere l’indice Ftse Mib, anche se le notizie sostengono il titolo.

Titoli bancari sotto pressione. Fuori dal listino, occhio a Carige, dopo la notizia relativa alla vendita di un portafoglio di crediti deteriorati lordi che presentano un valore nominale lordo di 1,2 miliardi di euro al Credito Fondiario, per un corrispettivo di 265,7 milioni, il 22,1% del valore nominale lordo. Si tratta di un valore migliore rispetto a quello che era stato stimato nel piano industriale al 2020.

Dal fronte delle Ipo, all’indomani di Alkemy, che è sbarcata in Borsa segnando un rialzo del 5,6%, si mette oggi in evidenza il debutto di Gamanet sul segmento Star. Gamanet è uno dei maggiori operatori nel settore dei giochi regolamentati in Italia in termini di ricavi.

Tornando all‘azionario globale, non è stata una seduta positiva per Wall Street e tanto meno per l’azionario asiatico, tanto che l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific Index ha ceduto per l’ottava sessione consecutiva, la parentesi ribassista più forte dal 2015.

Male anche i mercati emergenti, con l’indice di riferimento che si sta avvicinando alla media mobile in 100 giorni.

Codice rosso per i tecnologici di tutto il mondo, con l’indice di riferimento globale del settore, l’MSCI World Tech index, che soffre il tonfo in quattro sessioni peggiore dalla Brexit.

I mercati non scontano soltanto il timore che le valutazioni di alcuni titoli siano ormai in condizioni di ipercomprato; in generale, diminuisce l’entusiasmo per la riforma fiscale Usa, votata al Senato nel fine settimana.

D’altronde, ora inizia forse la fase più delicata: quella delle trattative tra il Senato e la Camera, visto che le rispettive proposte sfornate dai due rami del Congresso Usa sono diverse. E sarà una la proposta che dovrà essere firmata dal presidente Donald Trump, per trasformarsi in legge.

Si riaccendono anche i timori sul rischio di uno shutdown del governo Usa, in assenza di un accordo sul tetto sul debito degli Stati Uniti.

Anche la geopolitica fa la sua parte sui mercati, soprattutto in vista dell’annuncio di Trump, ormai certo, relativo alla decisione di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di spostare lì, da Tel Aviv, la sede dell’ambasciata americana.

Il deterioramento del sentiment vede in primo piano anche la Cina, circondata da timori su un possibile rallentamento della sua economia.

Tale prospettiva zavorra le quotazioni dei metalli industriali e in particolare del rame, che precipita al minimo in tre mesi.