Notizie Notizie Italia Spread, tentacoli sempre più visibili: il caso emissione bond UniCredit e lo stop ad asta Grecia

Spread, tentacoli sempre più visibili: il caso emissione bond UniCredit e lo stop ad asta Grecia

29 Novembre 2018 13:36

Spread BTP-Bund sempre più potente, come dimostra l’emissione a tassi sestuplicati rispetto all’ultima emissione che UniCredit ha dovuto pagare per i suoi bond “senior non preferred”. A dispetto di chi ritiene che il differenziale sia solo uno strumento per spaventare i cittadini italiani, lo spread sta mostrando tutta la sua influenza e la sua potenza sull’economia reale e, come sempre, sulle banche italiane.

Si parte dal bond che che UniCredit ha emesso, ai costi totali che il rialzo dei tassi dei bond italiani ha imposto e imporrà in generale a tutti gli istituti di credito. Costi che, secondo un articolo del Sole 24 Ore di oggi, potranno superare il miliardo di euro nel 2019.

Fino ad arrivare alla decisione della Grecia di cancellare l’asta di titoli di stato, come riporta il Financial Times, proprio per le turbolenze che stanno interessando i mercati italiani. Ironia della sorte, questa volta non è l’Italia a temere la Grecia, ma la Grecia a temere l’Italia.

Iniziamo con ordine: Unicredit ha collocato giorni fa un bond Senior Non-Preferred a 5 anni per un importo pari a 3 miliardi di dollari Usa nell’ambito del suo US Global MTN Program destinato a un primario investitore istituzionale. L’intero ammontare è stato sottoscritto da Pimco: il grande asset manager americano è stato l’unico acquirente della vendita a sorpresa di obbligazioni a cinque anni da parte della banca guidata da Jean Pierre Mustier.

E già questo fattore porta il celebre sito di finanza Zerohedge a scrivere l’articolo dal titolo non poco allarmistico, ovvero: “Traders Shocked As Largest Italian Bank Forced To Pay Six Times More Interest To Sell Bonds”. Tradotto: trader scioccati, con la banca italiana più grande costretta a pagare interessi sei volte più alti per vendere i bond”.

“Per trovare un acquirente (desideroso di acquistare i suoi bond) – la banca ha dovuto pagare l’equivalente di 420 punti base oltre il tasso euro s3wap, che è sei volte tanto i 70 punti base sopra gli swap che ha pagato per i bond senior non-preferred a cinque anni, lo scorso gennaio”.

Lo spread sulla nuova emissione – continua Zerohedge – è stato uno shock, visto che ha rappresentato un premio di quasi 150 punti base rispetto agli attuali tassi di mercato, e una indicazione di quanto perfino le banche italiane più solide siano costrette a pagare, nella speranza di accedere ai mercati dei capitali, durante questa continua fase di incertezza politica”.

Intervistato da Bloomberg Tom Kinmonth, strategist di ABN Amro, ha commentato la sorprendente emissione dei bond di UniCredit sottolineando che è possibile che la banca abbia deciso di procedere ora alla transazione, per il rischio che il rating dell’Italia venga colpito prima o poi da un downgrade. Uno scenario non proprio impossibile, vista la bocciatura della manovra del governo M5S-Lega da parte di Bruxelles, e la minaccia concreta che Roma diventi destinataria di una procedura di infrazione Ue per violazione delle regole sul debito.

In questo contesto, lo strategist di Abn Amro ha apprezzato la decisione dell’emissione del bond, sebbene il costo che la banca ha sostenuto sia stato ben superiore a quello di mercato, fattore che inciderà sulla redditività di UniCredit. L’apprezzamento si spiega con il fatto che l’emissione, secondo Kinmonth, “ha messo la banca in una posizione migliore in termini di capitale, per un periodo prolungato di tempo”.’emissio

Praticamente, come ha confermato Bloomberg, la vendita di bond da parte di UniCredit può essere considerata un successo.

Detto questo, le banche italiane hanno emesso dall’inizio dell’anno bond per un valore di appena 60,5 miliardi di euro, al minimo dal 2013, a dimostrazione dei timori sui costi della raccolta obbligazionaria.

Così scrive Il Sole 24 ore riferendosi al bond di UniCredit:

“Il gruppo ha emesso un bond ‘senior non preferred’ come aveva fatto lo scorso gennaio”. Nel ricordare il costo elevato che la banca ha sostenuto, il quotidiano scrive per l’appunto che “il nodo sta nel costo: la stessa banca per emettere lo stesso tipo di titolo ha dovuto sestuplicare il tasso di interesse”. E “non perchè UniCredit sia peggiorata da gennaio, ma perchè il mercato considera un rischio-Italia maggiore”.

Tanto che il Sole riporta i commenti dei banchieri italiani:

“Noi non possiamo permetterci di fare operazioni con tassi così alti”, ha detto ieri il ceo di Banco BPM Giuseppe Castagna. Il tasso pagato da UniCredit ‘è impressionante’ ha aggiunto il numero uno in Italia di Credit Agricole, Giampiero Maioli”.

Oltre alle banche italiane, a fare i conti con lo spread e con le tensioni sui bond italiani è stata nelle ultime ore anche la Grecia. Così scrive il Financial Times:

“Il governo della sinistra di Syriza aveva sperato di emettere un bond benchmark a 10 anni entro poche settimane dall’uscita del paese, ad agosto, dal terzo bailout da 86 miliardi di euro, per confermare agli investitori che la Grecia era tornata alla normalità”.

Ma – continua l’FT – l’aumento dei tassi dei bond italiani ha dispiegato i suoi effetti sui mercati della Grecia, facendo salire i tassi dei bond greci a 10 anni ben al di sopra del 4%, il doppio rispetto al Portogallo, definito dai banchieri di Atene “un tasso impossibile”.

La risposta del governo è stata che il governo ellenico ha deciso per ora di non procedere all’emissione, tanto che “ora banchieri e analisti ritengono che la Grecia probabilmente rimarrà assente dai mercati dei capitali globali per i prossimi mesi”. E questo, grazie all’Italia e al timore che, in caso di crisi, questa tornerà di nuovo a valicare i confini nazionali contagiando il resto dell’Europa.