Notizie Notizie Italia Ftse Mib tra speranza doppio minimo e rischio che ‘la storia si ripeta’

Ftse Mib tra speranza doppio minimo e rischio che ‘la storia si ripeta’

28 Novembre 2018 17:37

Rimane delicata la situazione per il Ftse Mib che sembra aver intrapreso una fase laterale in attesa di spunti che possano determinare una direzione precisa al rialzo o al ribasso. A differenza di quel che abbiamo visto però negli scorsi mesi, qualcosa di positivo da fine ottobre si sta verificando a livello grafico sul nostro listino.

 

Certo, sull’indice italiano rimane difficile fare previsioni proprio perché, da una parte gli investitori professionali rimasti sul mercato italiano sono diminuiti parecchio (lo si vede dai volumi di scambi), rendendo più “emotivo” il mercato. Dall’altra la situazione di scontro tra Governo e Ue, se pur con qualche segnale di distensione, rende incerto lo scenario futuro. Per queste ragioni, situazioni come l’attuale possono portare a repentini cambiamenti di sentiment sul mercato in grado di stravolgere pattern grafici in formazione, rendendo di fatto meno efficace la base statistica su cui l’analisi tecnica si fonda. Questo ovviamente non significa che l’analisi tecnica non sia utile in queste fasi, ma che sicuramente bisogna avere un approccio molto cauto e prestare ancora più attenzione alla gestione delle posizioni.

 

Detto questo, come abbiamo anticipato, qualche segnale positivo sul mercato lo abbiamo avuto, anche se siamo ancora ben lontani dal poter dire che il pericolo di ulteriori ribassi sia scampato. In primis è stato positivo, tra mercoledì 24 e giovedì 25 ottobre, la formazione di un piercing line sul grafico del Ftse Mib. Un pattern grafico di inversione che ha avuto conferma con un giorno di ritardo il lunedì 29 ottobre (venerdì 26 ottobre infatti la seduta era stata caratterizzata dalle attese per il giudizio di Standard & Poor’s sul merito di credito italiano a mercato chiuso. Una seduta dunque particolare) e che ha portato effettivamente ad un apprezzamento circa del 5%.

Più importante, si vede sullo sfondo la formazione di un doppio minimo. Pattern grafico d’inversione che necessiterà però di un break con forti volumi della neck line in area 19.600 punti a conferma della figura. Solo in tal caso il pattern avrà realizzazione e target minimo l’altezza del canale ribaltata dalla neck line. Target dunque poco sotto i 21.000 punti.

Doppio massimo sui rendimenti BTP avvalora ipotesi doppio minimo su Ftse Mib

Anche il comportamento dei rendimenti dei Titoli di Stato italiani sembra suggerire lo sviluppo di questa figura che potrebbe dare un po’ di tregua al Ftse Mib. Lo yield del decennale infatti, come si vede dall’immagine sotto, ha realizzato un doppio massimo che potrebbe generare un notevole sgonfiamento dei rendimenti. Cosa che a cascata avvierebbe il rialzo di bancari e utility e quindi dell’indice italiano. Il target in caso di conferma di tale figura, come abbiamo detto, è in area 21.000 punti.

Ma cosa potrebbe succedere in caso di sviluppi negativi per l’Italia? Quali sono i livelli di guardia?

 

Sicuramente l’ipotesi doppio minimo diverrebbe molto improbabile in caso di chiusura del gap lasciato aperto il 26 novembre e soprattutto sulla rottura in chiusura di 18.835 punti. Se l’indice dovesse oltrepassare questa soglia, il campanello di allarme sarebbe piuttosto importante con probabile ritorno a 18.400 punti. E proprio 18.400 punti rappresenta il supporto chiave. Se questo venisse infranto al ribasso 18.000 punti sarebbe il primo target e area 17.300 quello più profondo. Perché 17.300? Ce lo dice la storia!

Quando si dice che “la storia si ripete”…

A questo punto diventa interessante fare un parallelo della situazione attuale, con quanto successo negli anni 2012-2016. Fino ad ora infatti l’up trend avviato a metà 2016, ed ora in fase di correzione, mostra delle somiglianze enormi al movimento dei prezzi, che ha caratterizzato il bull market avviato a metà 2012. Basta uno sguardo al grafico sotto per capire di cosa stiamo parlando.

Quando si dice “la storia si ripete” in analisi tecnica si intende che l’andamento del prezzo è soltanto il riflesso del comportamento umano in presenza di determinate condizioni. Al ripetersi di tali condizioni si ripete il comportamento degli operatori che ovviamente si rifletterà in movimenti simili sui prezzi. Ed è proprio quello che è successo in queste due fasi di mercato sopra citate.

 

Come potete vedere infatti, in ambo i casi, abbiamo due trend line rialziste ben delineate che hanno accompagnato i corsi (luglio 2012-gennaio 2016 e giugno 2016-agosto2018) e che sono terminate con una fase di irrazionalità di mercato tipica del megafono o broadening formation. Figura di top a forte partecipazione pubblica e fuoriuscita degli operatori istituzionali. Irrazionalità che si riflette proprio nel fatto che, nella fase di sviluppo della figura, si hanno massimi crescenti e contemporaneamente minimi decrescenti. Il megafono in ambo i casi ha portato infatti inversione di trend e forte volatilità.

Ma allora perché il target ribassista di medio-lungo periodo potrebbe essere 17.300 punti?

Se la congiuntura economica a livello globale e, più nello specifico, quella tra governo italiano e Ue dovesse deteriorarsi ulteriormente, un proseguo al ribasso nel medio-lungo periodo non è da escludere, anzi diventa molto probabile. Il supporto a 17.300 punti rappresenta un supporto piuttosto importante in quanto è la parte alta della fascia di accumulazione dell’up trend avviato a metà 2016.

 

Non solo, se guardiamo a quanto successo nel precedente ciclo, notiamo che dopo il forte calo del Ftse Mib nella prima parte del 2016, ci fu un incremento dei prezzi circa del 21%, per poi capitolare, i corsi, nuovamente verso 15.000 punti. Un livello di prezzo però che rappresenta un livello di Fibonacci ben preciso, quello del 76,4% di tutto l’up trend precedente. E allora, sempre riprendendo il parallelismo, il 76,4% dell’up trend avviato due anni fa, vede a 17.256 punti il possibile target ribassista in caso di break dei 18.400 punti (vedi grafico sotto).